Tir fermi per allarme neve, la Fiap pensa a una class action per recuperare i danni

Dalle 6,30 di martedì 12 febbraio  finalmente i camion hanno potuto tornare a viaggiare dopo essere stati bloccati per oltre 32 ore da uno dei divieti che ricorderemo probabilmente fra i più assurdi, inutili e dannosi di sempre. Un divieto di circolare scattato alle 22 di domenica sera (con l’aggravante di non aver diffuso alcun preavviso), motivato da un’emergenza neve che in realtà non c’è stata, se non in pochi, sporadici, casi e revocato dopo un giorno e mezzo di ordinaria follia, quando finalmente qualcuno, mettendo il naso fuori dalla finestra, ha scoperto che la catastrofe annunciata non c’era stata. Intanto, però, grazie alla solerzia di qualche scienziato in concorso con qualche alto burocrate, è stato fornito un bell’aiuto alla discesa del Pil.  In giro per l’Europa ancora oggi sghignazzano come matti e la domanda più carina che migliaia di nostri autotrasportatori si  sono sentiti rivolgere è se siamo diventati matti  (sui giudizi meno lusinghieri lasciamo perdere per carità di patria). In qualsiasi Paese civilizzato del mondo, quando nevica le autorità preposte provvedono a mandare  fuori gli spazzaneve  e gli spargisale per consentire, a chi ha necessità di farlo, di poter circolare. A nessuno, fatta eccezione i fenomeni che ci governano, verrebbe mai in mente di bloccare i Tir  se non in casi veramente eccezionali ma, soprattutto, in letteratura, non si ricordano casi di blocco dei camion per ” neve annunciata”. Qualcuno obietta che mandare fuori uomini e mezzi a pulire le strade e le autostrade ha un costo; ma il pedaggio che paghiamo, di grazia, a cosa dovrebbe servire?  Ma vi sembra un Paese normale questo?  In un Paese normale potrebbe succedere che prima si obblighino  gli autotrasportatori a comprare  attrezzature costose per affrontare in maniera corretta possibili nevicate durante il periodo invernale  e poi, prima ancora che nevichi, gli si imponga di fermarsi? La risposta è no. Ora resta solo da capire chi pagherà i danni che il settore sta conteggiando. Anche in vista di una possibile class action che i legali stanno  valutando di promuovere.

Silvio Faggi, segretario generale Fiap

 

8 risposte a “Tir fermi per allarme neve, la Fiap pensa a una class action per recuperare i danni

  1. Ma quale class action? Siamo ridicoli, i farmacisti e i tassisti per molto meno bloccano il paese! Noi che facciamo funzionare l’intero sistema Italia non abbiamo nemmeno un’associazione di categoria con i controc… Non contiamo nulla veramente, al posto delle associazioni di categoria io direi: mi fermi un giorno senza motivo??? Bene io mi fermo tutta la settimana, vediamo poi quando ti comincia a mancare il latte, la carne, l’acqua in bottiglia e la benzina cosa fai…

  2. Buongiorno, io sto ancora aspettando che siano pubblicati i nomi della catena di comando della disgraziata iniziativa. Tutti : dal vertice ai vari soggetti regionali e provinciali coinvolti.
    Inultile parlare di class action se non si pubblica nome, cognome e posizione di chi ha preso le decisioni. Dietro l’ “anonimato” si nasconde una delle più grandi vergogne della pubblica amminisrtrazione : l’irresponsabilità.

  3. È vero che il buon Dio ha dato la favella a tutti ma prima di utilizzarla occorrerebbe pensare. Max invece di reagire con la pancia dovresti domandarti quanti tuoi colleghi in un simile momento dove non si lavora ti seguirebbero in una protesta. Invece di ragionare accusi le federazioni di non avere gli attributi. Sicuramente Tu li avrai ma dovresti utilizzarli in altro modo invece di usarli come cervello.
    La catena di comando richiesta da Stefano è utile per una determinata iniziativa. Se avessi potuto leggere le comunicazioni inviate dalla federazione sull’argomento avresti compreso perchè anche se venissi a conoscenza della catena di comando ti sarebbe poco utile. La decisione comunque è stata presa a livello politico, su proposta di qualche dirigente ministeriale e indirizzata ai prefetti che sono poi i soggetti che hanno la responsabilità delle ordinanze.

  4. In realtà non si sanno i nomi ma si può risalire… Nel mio caso l’ordine è stato dato dalla prefettura di Venezia su indicazione della società viabilità Italia…

  5. Buonasera , io ho saputo del blocco per puro caso, ero collegata al pc e leggevo le notizie del tgcom24 …. e ho letto la notizia! Con tutto quello che paghiamo nessuna notizia! … e volevo aggiungere una cosa: dal 2013 è in vigore la legge per la patente dei muletti. Sapete tutti i particolari? Informatevi per tempo! Chiedo all’amministratore di questo blog di fare un post, sarebbe interessante sapere chi è informato… è un obbligo di legge stabilito nel nuovo Testo Unico Sicurezza D.Lgs. 81/2008 e riconfermato nell’ultimo aggiornamento emanato D.Lgs. 106/2009 in cui viene resa l’obbligatorietà di formazione ed informazione dei lavoratori. Nella precedente normativa, vi era la distinzione fra titolare e dipendente, ma nel nuovo D.Lgs. 81/2008 è stato stabilito che la formazione deve essere fatta anche se il titolare è l’unico “dipendente” e utilizza il carrello elevatore….. altri soldi da spendere! E come li paghiamo se ci bloccano i mezzi inutilmente? A voi le conclusioni!

  6. Per Rossana: È l’Europa bellezza. Ci sono delle normative cosi stringenti che a volte viene da domandarsi se chi le ha pensate abbia mai operato in una azienda…

  7. Buongiorno, io sono senza parole. Mi è stato fermato un autoarticolato dalla polizia stradale di Bergamo. Con fermo amministrativo più ritiro patente all’autista, un’ammenda di 419 euro. Per l’ordinanza della prefettura di Bergamo, evento eccezionale causa neve. Al momento del fermo in autostrada non c’era un millimetro di neve (ore 14,30). Premetto che ero carico con trasporto deperibile, lascio a voi i commenti.

  8. Per Pierpaolo : concordo con il tuo pensiero. Il braccio/pratica e la mente/teoria non sono collegati in questo caso… E pensare che l’autotrasportare non è neanche considerato un lavoro usurante… l’elenco è lungo ….

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