“I costi minimi per la sicurezza nel trasporto? Non sono la vera soluzione”

“La decisione presa dai giudici del Tar del Lazio di respingere la richiesta di sospensione della legge sui costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto merci è stata corretta e opportuna, ma ora l’autotrasporto in Italia deve sforzarsi di fare un salto di qualità e di quantità”. Lo ha affermato Debora Serracchiani, europarlamentare membro della commissione Trasporti, aggiungendo che “la normativa dei costi minimi di sicurezza rappresenta una sorta di ammortizzatore di cui l’autotrasporto italiano non potrebbe essere privato senza danni enormi, non solo per la categoria, ma anche per i riflessi che ciò comporterebbe per l’intera nostra economia, che ricordiamo si muove per gran parte su gomma. Ciò non significa che i costi minimi possano essere la soluzione definitiva e permanente dei problemi dell’autotrasporto, che opera all’interno di un quadro normativo e concorrenziale europeo, ed è a questo quadro che dovrebbe guardare per sforzarsi uscire da una condizione di difesa. La frammentazione e il dimensionamento dell’autotrasporto in Italia infatti”,  ha concluso Debora Serracchiani, “sono ancora un grave handicap alla competitività e all’internazionalizzazione del settore”.

5 risposte a ““I costi minimi per la sicurezza nel trasporto? Non sono la vera soluzione”

  1. Giuste le considerazioni della deputata europea, ma forse non tengono conto che i costi non sono prezzi o tariffe ma un elemento a favore della collettività. Chi opera nel mancato rispetto delle regole della sicurezza di fatto sfrutta i lavoratori, non versa il dovuto allo Stato, guida automezzi non rispettosi con le norme tecniche e ambientali, non rispetta i tempi di guida e di riposo etc. Quindi scarica su altri le proprie inefficenze danneggiando la collettività e contravvendendo ai principi contenuti nella stessa Bolkestein che ribadisce più volte come sia doveroso e prevalente l’innteresse della collettività su quello dell’economia. Certamente con le regole conosciute come costi della sicurezza non si interviene sul mercato ma sulle condizioni che non mettono in pericolo la sicurezza altrui. Sicurezza che automezzi insicuri, conducenti non idonei e imprese costrette a rispettare tempi di resa non riconducibili alle condizioni delle strade, alla velocità commerciale etc non sarebbero in grado di assicurare. Ecco perchè le regole vanno rispettate per consentire a chi vuol crescere di poterlo fare. Ma la prima regola è non subire gli effetti delle distorsioni a una concorrenza fondata su regole uguali per tutti. I costi della sicurezza consentono di ridurre la mortalità sulle strade che resta un obiettivo europeo; i valori sono indicati dal ministero e non sono frutto di accordi che rientrerebbero nella fattispecie di patti di cartello e non tutelano gli operatori del trasporto, ma lo ripetiamo ancora, i cittadini e la loro sicurezza.

  2. Buongiorno signor Uggé spesso mi chiedo come mai i nostri rappresentanti politici facciano dichiarazioni sul nostro settore che sono difficii da capire e da digerire. Riflettendo poi però mi rendo conto che è vero sono “rappresentanti” della politica che noi cittadini abbiamo eletto, non sono tecnici e nemmeno tuttologi, sta alle nostre associazioni di categoria ai dirigenti che noi abbiamo indicato per tutelare i nostri interessi di imprese, rapportarsi costantemente con loro e “istruirli con una formazione di settore su ciò che è bene per l’autotrasporto. È difficile per chi non vive la vita dell’autotrasporto entrare nel merito delle tante questioni legate alla sicurezza di tutti. Tante volte quando ti trovi a seguire un mezzo pesante se non sei del settore lo riempi di insulti, perchè è lento, perchè ingombra, perchè inquina, perchè, perchè, perchè… Quando invece qualcuno ti spiega le regole che un mezzo pesante deve rispettare per l’incolumità di tutta la collettività il tuo disappunto si addolcisce e sei più tollerante anzi, mantieni le distanze, dai strada, quando lo superi rientri dopo molti metri per non farlo frenare bruscamente rischiando lo spostamento del suo carico, sei solidale sulla lotta contro chi non rispetta i costi della sicurezza comprendendo e sostenendo le ragioni di chi fa questo difficile mestiere rispettando le regole ecc. ecc…. Quindi se vogliamo che i nostri politici, che ci rappresentano nelle decisioni sia in Italia che in Europa, siano concreti nel sostenere quanto serve al nostro settore e non solo come risorse economiche ma e soprattutto in norme certe e facilmente rispettabili dobbiamo ar loro “formazione” affinchè molto si possa ancora cambiare. Ci sono norme che stridono con la necessità di rispetto della “sicurezza” e servono solo a far fare cassa a molti enti… il lavoro da fare è molto. Le chiedo signor Uggè di farsi promotore di questo tipo di nuova “formazione” non dedicata agli autotrasportatori ma mirata ai “politici” che parlano di trasporto e seguono le tanti commissioni sui Trasporti, perchè sono loro che poi con le loro votazioni decidono la nostra sorte… Purtroppo!!!! E sono loro poi che se “CAPISCONO” possono sostenerci più numerosi, nella nostra battaglia per un trasporto legale, serio e in sicurezza.

  3. Finchè avremo rappresentanti di categoria come un signore di Confetra che, invece di proteggere i suoi iscritti, fa i propri interessi (se non vado errato è anche manager in DHL), la categoria degli autotrasportatori aumenterà le proprie difficoltà operative. Queste pseudo associazioni vanno a mio parere isolate a se stesse, visto che chi le rappresenta è in evidente conflitto di interessi. Come può un dirigente di DHL fare gli interessi dei tanti padroncini che ci lavorano? Come può perciò garantire loro un adeguato compenso economico?

  4. A tutt’oggi posso dire che le condizioni di lavoro di noi padroncini sono peggiorate di molto! Con la scusa della crsi attuale i committenti ci costringono non solo a lavorare senza considerare i costi minimi, ma ci impongono anche di caricare i mezzi sotto ns. responsabilità, di scaricarli (specialmente presso la GDO non esistono più i carrellisti che scaricano, ma dei ricevitori che ci dicono di mettere i pallet qui, di là, ecc.. sempre sotto ns. responsabilità), così oltre alla fatica delle tante ore di guida subentra anche l’affaticamento dato dalle operazioni di scarico. La gestione dei pallet? Meglio lasciare perdere, sempre a carico nostro che oltre a selezionare i pallet che siano molto buoni altrimenti ci vengono addebitatati, non ci viene riconosciuto niente per il servizio. Insisto, finchè non ci sarà la possibilità di denunciare e punire chi ci obbliga a non osservare le leggi non cambierà mai nulla nel nostro settore checche’ ne dicano i nostri rappresentanti di categoria!!! L’unico cambiamento di questi tempi è che se sgarri di 1 minuto alla guida sei considerato peggio di un delinquente mafioso.

  5. Anche io sono un padroncino e dico solo una cosa: sono a dir poco disgustato da come va il nostro settore e dall’impotenza che abbiamo, tutto il resto che condivido e stato detto qua sopra.

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