“I responsabili del disastro Sistri hanno un nome e cognome. E noi ve li diciamo”

Non siamo particolarmente teneri con l’attuale esecutivo guidato dal professor Mario Monti, ma se una colpa non gli può essere attribuita quella riguarda il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, “intuizione geniale” di Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio nel Governo Prodi II,  ulteriormente peggiorata, nella sua attuazione, da Stefania Prestigiacomo, succedutagli nell’incarico con l’ultimo Governo Berlusconi. Tutti hanno riconosciuto il fallimento del Sistri, testimoniato dalle prove tecniche, attuate con il “click day”, che hanno impietosamente messo a nudo l’inutilità del sistema. Un progetto fallimentare per il quale però migliaia di imprese di autotrasporto hanno comunque dovuto pagare costi aggiuntivi per oltre 70 milioni di euro, senza aver mai ricevuto in cambio una controprestazione. E soprattutto, come sostenuto da Catello Maresca, sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli, ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti,  un sistema che” non sarebbe servito a combattere i fenomeni malavitosi”. Il motivo è semplice ed è stato più volte rappresentato all’allora ministro Prestigiacomo e ai suoi collaboratori: non poteva essere applicato ai trasportatori esteri, che sarebbero divenuti gli operatori  della malavita. A questo si aggiunga  che in Europa il problema della tracciabilità dei rifiuti è stato affrontato e risolto senza dover ricorrere a un sistema così complesso e costoso (e quando l’Italia ha tentato di estendere agli operatori esteri lo “stupefacente” prodotto, la Commissione europea lo ha immediatamente rispedito al mittente bloccandolo in quanto non compatibile con gli orientamenti europei)  e il triste scenario sul “disastro Sistri” è completato: una figuraccia per quel Governo; un esborso di grande rilevanza per le imprese, che ora stanno richiedendo il risarcimento dei danni subiti; e forse un danno anche per lo Stato. L’attuale esecutivo, constatata l’inutilità del sistema, non ha fatto altro che rinviare  il termine per la sua entrata in funzione al 30 giugno 2013, passando la palla al nuovo Governo. Le imprese di Conftrasporto e Assitel (Confcommercio) anche per dimostrare concretamente (contrariamente a quanto sostenuto dal ministro Prestigiacomo) di voler partecipare attivamente alla battaglia di civiltà contro le ecomafie, hanno inviato ai ministri competenti una proposta articolata e funzionale per un nuovo progetto che sostituisca il Sistri. Con l’augurio che non vinca ancora una volta la supponenza di chi va per la sua strada senza ascoltare i consigli di chi conosce la materia, supponenza che ha già causato un clamoroso  fallimento.

Paolo Uggé, presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio

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