Costi minimi per il trasporto, la parola passa al Tar. Anche Fiap contro l’Antitrust

Giovedì 28 giugno il Tar del Lazio è chiamato a pronunciarsi sui ricorsi che Confindustria e altre associazioni hanno presentato nel tentativo di far annullare le delibere dell’Osservatorio in materia di costi minimi di esercizio. Nella stessa seduta i giudici del tribunale amministrativo regionale dovranno pronunciarsi anche in merito al ricorso proposto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato contro le norme su cui poggiano i costi minimi di sicurezza che,  secondo l’Antitrust, sarebbero contrarie alle disposizioni comunitarie in materia di libera concorrenza. Fra i documenti che i giudici dovranno prendere in esame se n’è aggiunto un altro: un atto di intervento “ad opponendum”, predisposto dall’avvocato Claudio Di Tonno per conto della Fiap che così come hanno già fatto altre federazioni, ha deciso di scendere in campo. “Con motivazioni molto ben articolate che sicuramente i giudici del Tar non mancheranno di prendere nella dovuta considerazione” come spiega il presidente della Fiaip, Silvio Faggi.  “Abbiamo già avuto modo di sottolineare quanto appaia singolare, forzata e pericolosa l’interpretazione data dal Garante ai  costi di sicurezza che, a differenza di quanto sostiene l’autorità, non possono e non devono essere confusi con le tariffe”, spiega Silvio Faggi. “Sulla posizione dell’Antitrust e di Confindustria abbiamo in più occasioni espresso il nostro parere, però, siccome alle parole in genere siamo abituati a far seguire i fatti, ci teniamo a informare i tanti imprenditori dell’autotrasporto che anche la Fiap, così come altre federazioni, non tutte a dire il vero, ha deciso di schierarsi davanti ai giudici”.

6 risposte a “Costi minimi per il trasporto, la parola passa al Tar. Anche Fiap contro l’Antitrust

  1. E’ importante che in questa difficile situazione si difenda una Legge dello stato che ci è costata tanti sacrifici economici, tre anni in cui ci siamo assorbiti i costi di tutti gli aumenti , tre anni in cui il “mercato” si è rifiutato di dividere con noi questi costi. Non sarà perfetta, va accompagnata con dei correttivi senza dubbio, ma almeno qualcosa abbiamo in mano per rivendicare un diritto sancito dallo stato: il diritto di viaggiare in sicurezza con l’assunzione di corresponsabilità di tutti. La sicurezza non è un optional che se anche non lo acquistiamo la macchina viaggia lo stesso. Le associazioni di categoria dovrebbero essere tutte unite ora nel pretendere il rispetto di quanto raggiunto con grande sforzo e caparbietà e prima di pensare di buttarlo a mare, dovrebbero prima impegnarsi a 1000 per farlo rispettare anche e soprattutto a supporto dei tanti troppi trasportatori che per debolezza contrattuale non riescono a farseli riconoscere. Se ci tolgono anche questa legge, l’unica rimasta per il trasporto, che cosa ci rimane?

  2. “Pronte dunque le tabelle per gli onorari degli avvocati che soltanto qualche mese fa avevano suscitato una bagarre per l’assenza di indicatori di riferimento”…. stilate dal Ministero della Giustizia. Nemmeno qui l’Antitrust ha qualcosa da dire?

  3. I costi minimi sono, pur mortificati e depotenziati nell’ultima revisione, un argine alla prepotenza della committenza che, a parole, vuole sicurezza e correttezza ma in realtà cerca solo di pagare di meno fregandosene di tutto.
    Certo c’è l’inconveniente dei committenti che pagavano di più, per le caratteristiche del servizio, ed ora vogliono sconti per avvicinarsi ai costi minimi però i costi minimi sono comunque un segnale importante e il fatto che si vogliano confondere i costi con le tariffe la dice lunga su come sia conciato l’autotrasporto e quanto sia esosa la committenza.
    Comunque se abbatteranno la diga dei costi minimi non ci sarà più nulla a contenere la rabbia profonda che pervade la categoria e non sò cosa potrà succedere.

  4. Esseri più organizzati e coesi limitano la conflittualità interna per sfruttare esseri meno organizzati e divisi. Funziona benissimo. Al di là delle decisioni che oggi prenderà o non prenderà l’antitrust, il nostro impegno dovrà essere quello di ribaltare questo assunto.

  5. I costi minimi per la sicurezza garantiscono tutti, perché lavorare al di sotto di determinati costi vuol dire speculare su qualcos’altro. Esempio, comperare i ricambi al mercato nero, non pagare fornitori, non pagare tasse, utilizzare personale non addestrato o in nero, viaggiare ai limiti delle proprie condizioni fisiche ecc. È un passo molto importante nella civiltà di un Paese verificare come non si può lavorare onestamente quando vi sono ricavi inferiori ai costi. Basta con questo mercato selvaggio dove il più forte se ne approfitta sempre.

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