Uggè: “La mafia nel trasporto c’è, ma ci sono anche le armi per combatterla”

“Organizzare iniziative sulla presenza delle infiltrazioni mafiose nel mondo del trasporto è sicuramente un fatto positivo. E ancor più positivo è stato sottoscrivere un protocollo di legalità con il ministero dell’Interno al quale Conftrasporto Confcommercio, che l’ha realizzato, intende attenersi, così come dovrebbero attenersi anche altre federazioni sottoscrivendo protocolli simili e collaborando con le forze dell’ordine per far si che personaggi, collegati con i fatti alla malavita, siano messi in disparte”. Ad affermarlo è il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè  commentando quanto emerso dall’ incontro su ‘Legalita’, Trasporti e Logistica’ organizzato a Roma da Cna-Fita e che ha confermato come le infiltrazioni ci siano e siano coperte da “un  colpevole silenzio”, come ha denunciato la presidente, Cinzia Franchini. Infiltrazioni confermate anche dai numeri: come le 59 aziende del settore confiscate, o le 6 filiali della Tnt in Lombardia commissariate per 5 mesi perchè “infiltrate da soggetti ‘ndranghetisti vicini a Giuseppe Flachi”, come ha ricordato Anna Canepa, magistrato della Direzione nazionale antimafia.  Infiltrazioni che sarebbero avvenute anche nella recente protesta dei Forconi, denunciata dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. “Dati che dimostrano  come il fenomeno esista e vada senza alcuna titubanza affrontato con decisione, usando come “armi” proprio i  protocolli di legalità come quello sottoscritto da Conftrasporto Confcommercio con il ministero dell’Interno”, ha aggiunto  Paolo Uggè, sottolineando come “nessuno può però gridare di combattere la malavita e poi non utilizzare gli indicatori presenti nell’unico protocollo sulla legalità nei trasporti come strumenti per segnalarne la possibile presenza. Il principio della legalità va difeso con i fatti. Noi abbiamo realizzato, sul modello di Confindustria, il primo ed unico protocollo trasporti. Ci auguriamo che altri, magari facenti capo alle federazioni aderenti alla confederazione degli industriali, facciano altrettanto”.

2 risposte a “Uggè: “La mafia nel trasporto c’è, ma ci sono anche le armi per combatterla”

  1. Rispondo molto volentieri a Vincenzo. Sì, Ercolano Angelo, figlio di Gianbattista, è aderente alla nostra federazione. Ho voluto precisare anche il nome del padre in quanto mi pare che vi sia in qualche personaggio la volontà di creare confusione. Il padre di Angelo Ercolano, Gianbattista, è “stato assolto dalle imputazioni ascritte per non aver commesso il fatto”. Per quanto riguarda la persona di Angelo occorre precisare che le scelte degli associati ad una nostra associazione territoriale sono libere e non “dettate dall’alto”. La federazione può in base allo statuto (ma così è anche per altre organizzazioni basterebbe leggere i protocolli di legalità di Confindustria e altre realtà associative per rendersene conto) intervenire laddove vi siano violazioni sia dello statuto sia del codice etico, previsto dalla nostra Confederazione di riferimento che è la Confcommercio (spero che il vice presidente di Confindustria non abbia qualcosa da ridire sul nostro codice etico). Tornando al nostro caso ribadisco che la Fai/Conftrasporto è, fino ad oggi, l’unica federazione del mondo del trasporto ad aver sottoscritto un protocollo di legalità con il ministro dell’Interno e a questo intende attenersi. Sarebbe auspicabile che altre federazioni lo sottoscrivessero o ne elaborassero uno loro. Il nostro ha ripreso molti punti di quello delle associazioni che fanno riferimento a Confindustria, aggiungendo alcuni punti appositi per l’attività di trasporto. Non mi pare che fino ad oggi anche da parte dell’associazione del trasporto che aderisce al sistema confindustriale sia stato sottoscritto il protocollo trasporti. Non per questo rilascio dichiarazioni contro questa associazione che non partecipa evidentemente per il fatto che la Sua diirigenza ritiene che il protocollo Confindustria sia più che sufficente. Osservo che in base a quel protocollo non esistono le condizioni per dover rifiutare l’adesione di persone che si trovano nelle medesime condizioni di Angelo Ercolano. Per quanto riguarda le questioni di carattere generale ritengo ancora che la malavita si combatta partendo in modo particolare dal rispetto delle regole. Chi partecipa a convegni sembra dimenticarsi di quanto si sta scoprendo in alcuni rapporti in essere con dei lavoratori sottopagati, sfruttati e magari in alcuni casi aderenti a forme di cooperative non sempre cristalline e forse anche contigue a forme malavitose. Qui domando io perchè tacere?
    Sono convinto di aver ancora una volta detto chiaramente come stanno le cose. Chi cerca di pescare nel torbido forse dovrebbe parlare del fatto che la prima regola fondamentale del vivere civile è il rispetto dell’uomo che fino a prova contraria, e a sentenza, è sempre da considerarsi innocente.
    Ringrazio Vincenzo e spero di aver ancora una volta fornito risposte chiare ed esaustive. Il protocollo di legalità c’è ed aspetta solo di essere sottoscritto.

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