Benzina troppo cara, boom di richieste per riconvertire l’auto a metano e Gpl

La benzina costa troppo. Con il diesel la storia non cambia in maniera significativa. E allora molti italiani pensano a carburanti alternativi. In un momento in cui la stragrande maggioranza dei lavoratori è costretta a fare i conti con poco lavoro, c’è chi è “costretto” a fare gli straordinari. I meccanici che riconvertono l’alimentazione dell’auto a Gpl e metano nei primi tre mesi del 2012 sono stati presi d’assalto. Secondo quanto segnalano all’Ansa gli autoriparatori della Confartigianato e della Cna, tra gennaio e marzo gli automobilisti che hanno deciso di abbandonare la benzina sono stati il 20 per cento in più rispetto al 2011, che aveva già registrato una crescita del 15 per cento. 

“Un aumento di richieste ascrivibile al caro-benzina, omogeneo su tutto il territorio. Gli automobilisti sono tartassati, viene meno la liquidità”, dice Raffaele Cerminara segretario nazionale di Confartigianato Autoriparatori.
Nei giorni scorsi la categoria ha scritto al ministro dello Sviluppo economico per chiedere di riaprire il rubinetto degli incentivi per la riconversione. “La crisi spinge le famiglie a intervenire sull’auto vecchia invece che comprarne una nuova, infatti stiamo assistendo a un crollo delle nuove immatricolazioni”, dice Mario Turco, responsabile nazionale di Cna Autoriparatori. “Ma anche il ricorso al carrozziere per riparare piccole ammaccature registra un calo del 20 per cento”, dice Cerminara, “le famiglie non hanno soldi e, se fuori dalle coperture assicurative, si tengono l’auto ammaccata”. I meccanici, la cui attività ha risentito della crisi con una flessione del 30 per cento negli ultimi anni, sono inoltre molto arrabbiati con la pubblica amministrazione. “Ministeri e Comuni non pagano le fatture dei servizi che riguardano le loro flotte, si arriva anche ad attese di 120 giorni, gli artigiani si trovano così a fare da banca”, dice Turco. Ora le circa 6.500 officine abilitate in tutt’Italia, sono in attesa della risposta del Mse sui fondi: circa 2,5 milioni di incentivi residui che darebbero ossigeno al settore e alle famiglie che non si possono permettere un’auto nuova. Il costo per l’installazione di un impianto a gpl è di circa 1.500 euro, a metano 1.800 euro. “Il risparmio è del 40-50 per cento rispetto ad un’alimentazione a benzina e nel giro di un anno”, secondo Turco, “si ammortizza la spesa”. Secondo i dati Aci del 2011, le auto a benzina in Italia sono 20.430.000 (55,6 per cento del parco), 14 milioni a diesel (37 per cento), 1,8 milioni a gpl (4,8 per cento), a metano 660mila (1,8 per cento), 1.280 le auto elettriche (0,03 per cento).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *