Roma, nuove regole per i taxi: verrà introdotta anche la ricevuta automatica

Sono trasparenza e lotta all’abusivismo i cardini del nuovo regolamento di taxi e Ncc di Roma. La modifica del regolamento entrato in vigore nel 1998 arriverà giovedì sui banchi dell’assemblea capitolina e non conterrà l’adeguamento delle tariffe, bocciato dal Tar e demandato a una successiva delibera di giunta sulla base degli indici Istat. Nel nuovo regolamento, invece, vengono previsti incentivi per oltre 5 milioni di euro per l’acquisto di vetture con basse emissioni di polveri sottili e altri per chi adegua le proprie auto al trasporto disabili; per la lotta all’abusivismo viene regolamentato in modo diverso l’accesso alla Ztl per gli Ncc facendo una differenziazione con quelli che lavorano fuori Roma, annosa polemica con i tassisti romani. 

Saranno aumentate di oltre il 10 per cento le corsie preferenziali ma soprattutto introdotta la ricevuta automatica sui taxi, una misura riconosciuta dall’Authority per la trasparenza. Inoltre ci sarà una stretta sugli alcol test e drug test, una misura già prevista da un documento approvato l’anno scorso e che adesso viene assorbito dal regolamento. “Il primo atto del sindaco Alemanno”, hanno detto il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni, e il segretario Pd di Roma, Marco Miccoli, “alla ripresa dei lavori dell’Aula quando, come da lui stesso affermato “Roma è in pericolo”, è aumentare le tariffe dei taxi. Ribadiamo qualsiasi contrarietà ad aumenti tariffari perché la nostra linea è puntare sugli incentivi non andando a mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Non ci sta l’assessore capitolino alla mobilità Antonello Aurigemma: “Ci dispiace che una delibera concordata con le categorie e i sindacati venga strumentalizzata dall’opposizione come adeguamento tariffario. Capiamo che nelle logiche di schieramenti divisi qualcuno vuole fare demagogia e mente sapendo di mentire”.

Una risposta a “Roma, nuove regole per i taxi: verrà introdotta anche la ricevuta automatica

  1. ll Fatto Quotidiano di domenica 25 settembre 2011,

    pagina 8

    I taxisti che tengono in pugno il Pdl: vietato aumentare la concorrenza

    di Martini Daniele

    ALTRO CHE LIBERALIZZAZIONI I TAXISTI CHE TENGONO IN PUGNO IL PDL: VIETATO AUMENTARE LA CONCORRENZA di Daniele Martini Contrordine: la liberalizzazione delle auto a noleggio non si deve fare. Firmato Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato.

    I taxisti non la vogliono e i taxisti non possono essere scontentati perché soprattutto a Roma sono una potenza, una falange elettorale del centrodestra. Alle ultime votazioni hanno prima regalato a Gianni Alemanno una campagna elettorale capillare e ambulante, con tanto di slogan sulle auto bianche, e poi gli hanno portato decine di migliaia di voti, compresi quelli dei familiari. Con loro il Pdl ha un debito di riconoscenza che non può ignorare.

    Al TAXISTI romani capitanati da Loreno Bittarelli, il capo del famoso 3570, i 60 mila noleggiatori italiani non piacciono, per un motivo semplice: fanno concorrenza e alla maggioranza dei taxisti la concorrenza fa venire l’orticaria. Non potendo eliminarli, fanno di tutto perché restino confinati nella loro nicchia. Stando così le cose, a metà agosto aveva sorpreso parecchio che nel testo del decreto per l’aggiustamento dei conti spun-risse una norma preparata dalla maggioranza a favore della liberalizzazione delle auto a noleggio, una liberalizzazione prudente e parziale, per carità, che non metteva in discussione il privilegio dei comuni di concedere o negare le licenze, ma pur sempre un passo avanti. Quel testo sanciva la soppressione del principio di “territorialità” che è uno dei capisaldi invocati dai taxisti per tenere a bada la concorrenza. Territorialità significa che le auto a noleggio non devono sconfinare rispetto alla zona del comune dove hanno ottenuto l’autorizzazione: se a un noleggiatore della costiera amalfitana, dove i sindaci sono di manica larga nella concessione delle licenze, gli salta in testa di lavorare anche a Roma, non può. L’Antitrust ha detto più volte che questo divieto costituisce una limitazione alla libera concorrenza, ma per i taxisti e i politici che li proteggono, i moniti dell’Antitrust sono come prediche noiose.

    DANNEGGIATI sono i clienti, i cittadini ai quali dovrebbe essere garantito il diritto di spostarsi con la libertà di scegliere su quale mezzo. Anche d’inverno, nei giorni di pioggia, nelle ore di punta, quando i taxi nelle grandi città è come se scomparissero. I noleggiatori rivendicano il loro status di piccoli imprenditori e quindi invocano il rispetto delle direttive europee a favore della libertà di impresa e di stabilimento. Ma a questo governo le direttive europee fanno il solletico. Perfino le massime istituzioni, Camera e Senato, fanno orecchie da mercante equando si tratta di preparare i bandi di gara per le auto a noleggio per i parlamentari inseriscono la clausola che devono essere di Roma, cioè pretendono il rispetto scrupoloso del principio di territorialità. Per questo era sembrato bizzarro che a metà agosto qualche spericolato della maggioranza avesse inserito nella manovra una norma a favore della libertà di impresa dei noleggiatori di auto. Ma è durato poco, qualche settimana e poi dal testo finale quello sgarbo ai taxisti è scomparso, cancellato. Come tutte le sconfitte che sono orfane, nessuno sa con certezza chi sia stato l’imprudente che ha osato inserire la norma a favore della concorrenza. Eal contrario siccome la vittoria ha tanti padri, si sa benissimo chi sono gli artefici della frettolosa retromarcia anticoncorrenziale: Gasparri referente politico e ispiratore del dietrofront e Angelo Maria Cicolani, ingegnere reatino Pdl, “esperto” di trasporti, estensore materiale dell’emendamento che rimette le cose al loro posto. Ma se era scontato che Gasparri corresse ai ripari, impedendo che qualcuno nella sua maggio- ranza osasse violare la riserva indiana dei taxisti romani, il nome di Cicolani ha prodotto un certo scalpore tra gli esperti. Nell’annosa polemica sui taxisti, Cicolani era considerato una specie di mosca bianca della maggio- ranza perché qualche anno fa presentò un testo di liberalizzazione che divenne un punto di riferimento perfino per l’opposizione. Tanto che un parlamentare del centrosinistra, Antonello Falomi, scrisse una proposta di legge che sembrava ricalcata su quella di Cicolani e alla fine i due testi furono addirittura accorpati. Ma in tempi tanto perigliosi per il centrodestra anche Cicolani ci ha ripensato: meglio mettere da parte i principi e badare ai voti.

    ANCHE L’EUROPA può attendere. Rispondendo nella primavera del 2008 all’italiana Federnoleggio che per l’ennesima volta denunciava il principio della territorialità come una limitazione della concorrenza, Antonio Tajani, Pdl, allora commissario europeo ai Trasporti, inviò una lettera al governo Ber-lusconi per chiedere spiegazioni. “Stiamo abolendo le norme sulla territorialità” gli risposero solerti. Si è visto come.

    fonte :

    le licenze come le autorizzazioni sono contitenzate a livello nazionale caro gasbarri

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