Senza soldi, niente mezzi pubblici. In Lombardia sarà cancellato un treno su due?

Mancano i fondi. Da gennaio i trasporti pubblici locali, vale a dire autobus e ferrovie regionali, sono a rischio. Giovedì 15 settembre i presidenti delle Regioni, in assenza di risposte dal Governo, consegneranno i contratti firmati con Trenitalia e con le altre società per il trasporto pubblico locale su ferro e su gomma. “Questo atto avrà un carattere simbolico ma anche sostanziale”, spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, “dal momento che, senza fondi, non sarà possibile far circolare autobus e treni locali, e ha un solo fine: quello di trovare i fondi per dare seguito ai contratti stipulati con le aziende di trasporto, che sono ovviamente contratti pluriennali”. 

Dei 1,9 miliardi di euro di impegni per finanziare il trasporto pubblico locale per il 2012, infatti, con la manovra sono stati iscritti solo 400 milioni e dunque mancano 1.5 miliardi: “È a rischio non solo il diritto dei cittadini a spostarsi ma l’intero sistema economico e produttivo del Paese”, mette in guardia Errani, il quale ha convocato per la stessa giornata di giovedì una Conferenza straordinaria delle Regioni in cui si discuterà dell’argomento e al termine della quale i presidenti riconsegneranno l’insieme dei contratti del trasporto al Governo.
A dargli man forte è il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. “I treni non vanno ad aria compressa, purtroppo, quindi ci vogliono soldi per farli funzionare. Questi soldi”, osserva il governatore lombardo, “ad ora sono scomparsi: noi vogliamo trovarli con il Governo, la nostra non è una iniziativa polemica ma questi soldi vanno trovati”. Intanto alcune aziende cominciano a conteggiare le ricadute dei mancati finanziamenti in termini di minor servizio e di tagli di posti di lavoro. “Se i numeri contenuti nell’ultima versione della manovra dovessero essere confermati, un treno su due non potrà più circolare in Lombardia”, denuncia Giuseppe Biesuz, amministratore delegato di Trenord (clicca qui per leggere l’articolo di Stradafacendo). Il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, ribatte a Biesuz che “è necessario che il trasporto pubblico locale reperisca risorse proprie e cammini con le proprie gambe, generando utili e Pil” e “non faccia più solo affidamento sullo Stato”. Anche il governatore del Lazio, Renata Polverini, mette in guardia l’esecutivo nazionale: “Se ci sarà un abbassamento della quantità e della qualità dei servizi dovremo dire che è il frutto dei mancati trasferimenti del governo. Mi auguro che almeno per il Tpl questa volta si possa avere una risposta che non può essere quella di aprile perché una volta sottoscritto l’accordo poi non è stata onorato”. Intanto anche gli amministratori provinciali scaldano i motori in vista di una mobilitazione prevista per giovedì a Roma, contro la manovra, il ddl costituzionale approvato dal Consiglio dei ministri che abolisce le Province e per una nuova stagione che riporti sviluppo e investimenti. Giovedì è previsto anche il primo sciopero dei sindaci, organizzato dall’Anci, contro la manovra: in segno di protesta, i primi cittadini restituiranno le deleghe sulle funzioni di anagrafe.

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