Anita: “I costi minimi di sicurezza sono un ostacolo per la libera concorrenza”

“Autotrasporto e costi minimi di esercizio: inaccettabile l’applicazione indiscriminata degli indici ministeriali”. È questo il messaggio che i responsabili dell’associazione di imprese di autotrasporto, Anita, hanno affidato a un comunicato stampa nel quale si sottolinea come “la mancata individuazione di parametri di differenziazione di costo per le varie tipologie di trasporto e di trattamento tra contratti scritti e verbali rischia di danneggiare l’intero sistema di autotrasporto, finendo per imporre una tariffa contraria alle norme di libera concorrenza.

Dopo la mancata determinazione dei costi minimi di esercizio da parte dell’Osservatorio sulle attività di autotrasporto, i dati elaborati mensilmente dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti sono applicabili anche ai contratti scritti e, indistintamente, a tutte le tipologie di trasporto”, si legge sempre nel comunicato”, e per Anita è inaccettabile che siano applicati costi minimi di esercizio che non tengano conto della dimensione e della struttura organizzativa delle imprese, dell’impegno tecnologico e strutturale richiesto dalle diverse tipologie di trasferimento e movimentazione della merce”. Pertanto, Anita “auspica che i lavori dell’Osservatorio riprendano a breve affinché si individuino dati realistici di costi minimi che rispondano al meglio alle esigenze delle imprese di autotrasporto”.

3 risposte a “Anita: “I costi minimi di sicurezza sono un ostacolo per la libera concorrenza”

  1. Quando si dice ciurlare nel manico. Questo e’ cio’ che sta’ tentando di fare Anita. Infatti i costi minimi sono parametri minimi di riferimento per effettuare un trasporto in sicurezza e non sono la tariffa di riferimento. Infatti anche Anita sa che ai costi minimi (gasolio, personale, assicurazione, autostrade etc etc) vanno aggiunti tutti quei parametri (compreso un minimo di utile d’impresa perche’ nemmeno la sciura Emma muove la coda per nulla con la sua azienda…) che vanno poi a determinare la giusta tariffa per tipologia di trasporto. Tipologia di trasporto che varia al variare della specificita’ dello stesso; ovvero non posso pensare e nemmeno i committenti seri pensano (altrimenti farei un insulto alla loro intelligenza) che l’incidenza di costo di un tir con cella frigorifera valga quanto un cassonato per ghiaia o una cisterna quanto un mezzo attrezzato per trasporto animali. Detto questo la presa di posizione di Anita, o delle aziende a essa associate, sembra piuttosto una difesa dello status quo per continuare a pagare (abbiamo testimonianze in tal senso) 1 euro al chilometro o anche meno (vedasi la lettera inviata al sottosegretario Giachino dal presidente della Confetra, Fausto Forti, con euro 0.87 al Km) i loro padroncini ormai ridotti al caporalato del trasporto alla faccia della sicurezza sociale.

  2. Secondo me come dice un vecchio proverbio: dove c’è scritto ci si legge. Voglio dire che quando si parla di costi minimi per la sicurezza e quindi di tariffa minima per la sicurezza un committente che commisioni un qualsiasi tipo di trasporto, una volta che esso pagherà queste ipotetiche tariffe lui per la legge è in regola e quindi non sborserà un euro in più. Di conseguenza tenendo conto del prezzo del gasolio dei pedaggi autostradali ecc… Per opinone mia personale queste tariffe non bastano per garantire la salvaguardia delle imprese di trasporto sia piccole che grandi, perché un’azienda oltre che lavorare per coprire le spese deve comunque avere un utile e con queste tariffe forse le spese si copriranno ma l’utile non lo si raggiunge.

  3. Da mesi che sento parlare di costi minimi di sicurezza, il solito bla-bla-bla. Sono un autotrasportatore (padroncino, se continua così, non per molto, si avvicina il fallimento) che opera nel settore dei container su Genova. A voi associazioni, vi chiedo di farvi un semplice giro per vedere la situazione in questo settore, dove le tariffe raggiungono a stento 1 euro al km; le soste per carico/scarico nelle ditte ci vengono riconosciute dopo 4 ore e mezzo e a 18 euro l’ora; i porti fanno di noi quel che vogliono e i piccoli autotrasportatori sono costretti a correre per riuscire a fare almeno due viaggi al giorno, naturalmente rispettando la sicurezza stradale; infatti se vi capita di percorrere l’autostrada A7 Milano-Genova nel tratto (pericolosissimo) Serravalle Scrivia-Genova, dove cè il limite massimo di velocità per i mezzi pesanti a 60 km/ e divieto di sorpasso, sistematicamente vengono ignorati (ogni giorno sembra di assistere ad un gran premio di F1).
    Bla-bla-bla, continuate pure mie care associazione, noi nel frattempo ci uccidiamo nelle strade (almeno così togliamo il trasporto su gomma, facendo contenta qualche altra associazione che non ci vuole e pensa solo a chi deve andare in ferie, mentre noi siamo solo dei semplici animali e non abbiamo neanche più il diritto di tornare a casa se si superano le ore 16).
    Posso solo gridare dentro di me che è solo UNA VERGOGNA!!!!!, sperando che arrivi presto il mio fallimento così smetto di fare questo lavoro.
    Arrivederci e Grazie a tutti.

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