Uggè: “Se la sicurezza non è importante ditecelo. E il trasporto si fermerà”

“Nelle settimane scorse fa i giudici del Tar del Lazio hanno accolto la richiesta di porre nuovi divieti alla circolazione dei tir sulle strade, ribadendo così il principio secondo il quale  la sicurezza sulle strade, la vita delle persone, viene prima di qualsiasi altra cosa, compresi i principi economici e al guadagno. Ora, a poche ore dall’incontro in programma a Roma tra Governo e parti sociali, fonti bene informate riferiscono che a quel tavolo delle trattative i rappresentanti della grande committenza sarebbero pronti a chiedere la cancellazione dei  costi minimi per la sicurezza nell’autotrasporto.

Se davvero così fosse, e il condizionale è d’obbligo, evidentemente ci sarebbe  qualcosa che non va e su cui andrebbe fatta subito chiarezza: o la sicurezza è un principio sovrano,  valido per tutti (compresa la grande committenza, evidentemente preoccupata solo dei suoi mancati guadagni e meno della vita della gente sulle strade), o non lo è. Basta saperlo, basta che qualcuno lo dica una volte per tutte in modo chiaro, netto, assumendosene ogni responsabilità”. A chiedere una volta per tutte chiarezza sul valore che il Governo italiano vuol dare alla sicurezza sulle strade è Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio, che aggiunge: “Una cancellazione da parte del Governo dei costi minimi nel trasporto merci equivarrebbe a dichiarare che la sicurezza non è un principio importante, significherebbe sbugiardare quanto affermato solo poche settimane fa dai giudici del Tar e , cosa ancor più grave, sbugiardare se stessi visto che è stato lo stesso Governo a introdurre i costi minimi per la sicurezza. Un fatto è certo: se davvero i committenti dovessero proseguire nella loro battaglia per cancellare i costi minimi per la sicurezza, la risposta del mondo dell’autotrasporto non potrà che essere uno: il fermo dei tir”

3 risposte a “Uggè: “Se la sicurezza non è importante ditecelo. E il trasporto si fermerà”

  1. Invoco le associazioni o forse meglio, gli associati, a ricordare l’ultimo fermo del 2007. Non commettiamo gli stessi errori.

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