Niente camion sulle strade per 5 giorni? Scopriamo cosa potrebbe accadere

Che mondo sarebbe senza tir…. Ci permettiamo di parafrasare un famoso  slogan pubblicitario per introdurre un argomento spinoso: l’utilità dei mezzi pesanti. Le recentissime polemiche sui nuovi divieti di circolazione  per i Tir e le promesse di un esodo reso sicuro proprio dal fatto che i mezzi pesanti non circoleranno, ci hanno indotti a pensare come sarebbe l’Italia senza Tir. Un’Italia che da martedì 2 agosto a martedì 9 vi racconteremo attraverso un “viaggio virtuale” in un Paese dove non ci siano più camion sulle strade ma neppure più merci nei negozi, benzina e gasolio nelle arre di servizio, materie prime da lavorare in fabbriche e laboratori…

Per realizzare questo “diario di viaggio” ci siamo basati sui dati elaborati da una simulazione effettuata da un’associazione di autotrasporto svedese aderente all’Iru, associazione che nel mondo rappresenta le imprese di trasporto merci e persone. Con un solo obiettivo: rendere obiettivamente evidenti le conseguenze di ciò che potrebbe realisticamente accadere se improvvisamente i Tir smettessero di circolare. Lo scopo non è certo quello di preoccupare o di creare inutili (e sempre dannosi) allarmismi, ma far riflettere. Magari anche sui messaggi fuorvianti e senza alcuna base documentabile (lo sapevate che, dati Istat alla mano, è proprio nelle giornate in cui non circolano i Tir che ci sono più incidenti sulle strade?) che qualcuno sta lanciando solo per ottenere facili consensi. Messaggi (assolutamente privi di fondamento) come quelli che riguardano le alternative al trasporto su gomma che  non solo in Italia, sono insufficienti. È da ipocriti e impreparati  imputare all’autotrasporto il fatto che in Europa il 91 per cento delle merci viaggi su gomma su distanze non inferiori a 50 chilometri). Ed è da ipocriti e impreparati non sottolineare che la colpa è di una politica incapace di far viaggiare davvero “strade e mezzi alternativi” o, peggio ancora, fingere che queste alternative esistano. Ma in Italia spesso ipocrisia e ignoranza viaggiano a tutta velocità. E così ecco i soliti “esperti” affermare che i Tir sono i maggiori responsabili delle morti che si registrano sulle strade (quando, al contrario, le vittime aumentano nei giorni nei quali non circolano).

È da questa realtà, fatta di pochissima preparazione e conoscenza dei fatti e di moltissima voglia di apparire che nascono proposte come quella di ridurre i giorni di circolazione dei tir. Col solo risultato di metterne molti di piùin circolazione nei giorni di non divieto.  Dal 2 al nove agosto, ogni giorno, attraverso la campagna di sensibilizzazione realizzata sulla base dei dati provenienti dalla Svezia (Paese dove diverse cosette funzionano meglio che da noi….)  vogliamo  suscitare una riflessione, negli utenti e nel Governo, di quanto la vita di un Paese dipenda essenzialmente dal trasporto su gomma. Adattando i parametri utilizzati in Svezia, giorno per giorno descriveremo ciò che succederebbe in Italia.. E scopriremo che senza tir il sistema Paese è destinato inesorabilmente a entrare i crisi. Una crisi profonda, devastante:  senza camion l’Italia si fermerebbe e la paralisi si estenderebbe rapidissimamente  a tutti i settori: dai supermercati ai ristoranti, dai distributori di carburanti, alle officine. Vivremmo in un Paese fantasma. Ricercare soluzioni alternative al trasporto su gomma è indispensabile, e chi si occupa di politica dei trasporti non può che condividere tale assunto; ma altrettanto indispensabile è sapere che, in assenza di alternative reali, concrete, introdurre ostacoli sul percorso dei tir serve solo a incidere, in negativo, sulla qualità della vita dei cittadini e sull’economia. Dal 2 agosto seguiteci in questo viaggio virtuale, ma non troppo…

Paolo Uggé (vicecepresidente nazionale di Confcommercio, consigliere del Cnel e presidente nazionale di Fai Conftrasporto.

5 risposte a “Niente camion sulle strade per 5 giorni? Scopriamo cosa potrebbe accadere

  1. Una volta sul rimorchio di un camion che mi precedeva ho letto questa scritta: “ANCHE SE SONO INGOMBRANTE E A VOLTE DO’ FASTIDIO RICORDATI CHE TUTTO QUELLO CHE HAI TE L’HO PORTATO IO” Mi sembra che renda molto bene quale sia l’utilità dell’autotrasporto e cioè che, per un percorso breve o lungo, tutto passa per le nostre mani.

  2. Per la produzione e la distribuzione di ogni prodotto che vediamo in un mercato, in un cantiere, in un bar, ed anche in un ospedale, il camion è come un elastico. Ridurre ai minimi termini questa elasticità, anzi limitarla con divieti simil-difensori della sicurezza è una stortura senza logica.
    Il trasporto viene”scelto” da chi produce, da chi vende e da chi distribuisce: provate a chiedere a loro se potrebbero resistere in uno scenario senza camion. Cosa accadrebbe, quindi, in un mondo, anzi (senza allargarci troppo) in una Italia senza camion? Un vero disastro, ma non per i camionisti, ma per tutti: imprese, lavoratori, gente comune….chiunque. Ma l’esempio dell’elastico serve anche a far capire un altro concetto: per sua caratteristica l’elastico, se utilizzato entro i suoi limiti, ritorna nella condizione iniziale. Ma se si va oltre, prima perde gradualmente la sua capacità, e poi si rompe. Divieti, costi minimi di sicurezza, tempi di guida e riposo, una continua politica discriminatoria …. Con tutte queste sollecitazioni …. prima o poi qualcuno rompe, e i cocci soni suoi !!! Chi vuole intendere …..

  3. Chissà quale sarebbe la reazione, di fronte a un supermercato che ha terminato le scorte o di fronte a un’area di servizio che espone il cartello “nessun rifornimento” di quelle persone che hanno voluto e presentato il ricorso al Tar per incrementare i giorni di divieto per i mezzi pesanti. Forse rifletterebbero un po’, cosa che sicuramente non hanno fatto prima. Chissà, forse guarderanno con occhio diverso quel camionista “grande e sporco” che hanno odiato tante volte percorrendo l’autotrada, loro con la macchina piena di bagagli e lui con il camion pieno di prodotti utili. Chissà se, godendosi la strada sgombra da Tir, qualcuno si ricorderà che la macchina che sta guidando è arrivata in concessionaria proprio grazie a un autotrasportatore che altro non ha fatto se non il proprio lavoro. Sarebbe bello leggere su questo blog il commento di uno dei tanti fortunati che sono stati soccorsi, in qualsiasi orario e in un qualunque posto, proprio da un autotrasportatore che non ha perso tempo a chiedersi chi stesse aiutando!!!

  4. C’è un solo modo per far capire questi messaggi alla gente. Togliere davvero i camion per 5 giorni dalle strade, fargli trovare i negozi vuoti. Allora sì lo capiranno (magari perfino quei signori del Codacons che fanno demagogia da quattro soldi….)

  5. Niente camion sulle strade per 5 giorni? Un sogno per noi camionisti, finalmente CI FACCIAMO ANCHE NOI LE FERIE!!!!! TUTTI A CASA ….. PARCHEGGIATI I “MOSTRI” FUORI DAI PERICOLI …LASCIAMO LE VIE “LIBERE”. Poi non veniteci a dire che il nostro è “UN SERVIZIO PUBBLICO E NOI NON CI POSSIAMO FERMARE” …noi di pubblico non abbiamo proprio nulla… Tutto ciò che mettiamo in campo è privato, anzi privatissimo, sacrifici e sudori e impegno compresi. Eppure al di la di questo desiderio sottile e coraggioso di far capire all’opinione pubblica l’importanza di questo duro E NECESSARIO lavoro, forse finalmente chi ci governa dovrebbe fare una riflessione e poi decidere anche di dare una svolta e finirla di difendere gli interessi di chi è veramente responsabile di questo dissesto e non paga… anzi di più fa pagare a tutta la collettività le sue inefficenze riversando “su tutti i costi” e mantendo per se “I RICAVI”. E vi assicuro che la committenza sul trasporto ci lucra assai e ci costruisce anche buona parte dei suoi favolosi bilanci.

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