Nerli: “Logistica inefficiente, i porti italiani non escono dalla crisi”

Quello italiano è il secondo sistema portuale dell’Europa per merci, il primo per quando riguarda invece i passeggeri. Eppure “sta uscendo dalla crisi più lentamente degli altri”. È questo il grido d’allarme del presidente di Assoporti, l’associazione dei porti italiani, Francesco Nerli. Il motivo di questa lentezza, secondo Nerli, sta nella mancanza di “una efficiente rete logistica infrastrutturale”, specie per quanto riguarda “le connessioni di ultimo miglio” e “la mancanza di una proiezione – attraverso strade, ferrovie, valichi – dei porti settentrionali verso il cuore dell’Europa continentale”.
Ecco perché, secondo Nerli, la revisione delle reti Ten-T, avviata dall’Unione europea, e il nuovo Piano della Logistica del governo, devono puntare a realizzare efficaci connessioni stradali e ferroviarie tra i porti e i corridoi, per fare gli archi portuali del Nord Adriatico e della Liguria una alternativa vera agli scali del Nord Europa. “Tutto ciò”, conclude Nerli, “presuppone investimenti da parte dei governi nazionali e una piena ed effettiva autonomia finanziaria delle Autorità Portuali”.

Una risposta a “Nerli: “Logistica inefficiente, i porti italiani non escono dalla crisi”

  1. Penso sia ragionevolmente e razionalmente auspicabile che questo progetto possa un giorno realmente concretizzarsi sui litorali della nostra regione, ma il percorso non sarà certamente facile poiché bisognerà superare le deleterie contrapposizioni e i pregiudiziali fumosi sospetti che purtroppo in passato non ci hanno consentito di poter guardare oltre le ombre dei nostri campanili, per lasciar spazio alla razionalità, poiché penso sarà proprio il mare in tutte le sue variegate attività uno dei fulcri su cui poter fondare il rilancio economico della Venezia Giulia.Razionalità che porti all’aggregazione delle varie anime sostanzialmente omogenee per storia, tradizioni, lingua, e comuni interessi, presenti nella Venezia Giulia, anime che se riunite e opportunamente conglobate istituzionalmente raggiungerebbero una significativa massa critica per far fronte comune ed aumentare quindi il loro peso/visibilità, per contare di più sia a livello regionale e nazionale che internazionale e creare quindi le condizioni ideali per generare nuovi stimoli e interessi nei nostri confronti da parte degli investitori e dell’armamento, per far si che in futuro progetti di questo tipo possano realmente concretizzarsi anche sui nostri litorali. Un primo passo di questo non facile percorso potrebbe essere la creazione in Regione di un’unica Autorità portuale per far si che al più presto si possa anche individuare sui nostri litorali un sito ideale in cui si possa consentire la realizzazione di un moderno terminal contenitori, che per potenzialità e consistenza delle aree retroportuali e le caratteristiche dei collegamenti gomma/rotaia a sua disposizione, sia realmente in grado di movimentare e smaltire annualmente diversi milioni di contenitori. La nuova infrastruttura dovrebbe finalmente consentire la concretizzazione di quella che è sempre stata una nostra comprensibile e giustificata ambizione “spostare in futuro un po’ più a Sud verso l’Alto Adriatico il baricentro del sistema trasportistico comunitario” ma per raggiungere questo risultato dovremo inevitabilmente metter mano anche ad alcune farraginose normative che attualmente sono fonte d’interminabili contenziosi e che di fatto stanno notevolmente condizionando in termini di costi e tempi la pianificazione e la realizzazione delle grandi opere di cui il nostro Paese avrebbe assoluto bisogno, normative che attualmente regolano la discarica di materiali inerti, le bonifiche e il recupero dei siti inquinati,l’esecuzione dei dragaggi e la gestione dei relativi fanghi, l’impatto ambientale delle grandi opere. Chiaramente questa situazione non sta generando significativi stimoli nei nostri confronti da parte dei potenziali Investitori e dell’Armamento, e quindi se non interveniamo in tempo per modificarle e renderle razionali, stabili nel tempo, e soprattutto chiare per non essere facilmente opinabili, difficilmente anche dalle nostre parti come peraltro succede in Europa ed in giro per il mondo si potranno realizzare nuove e moderne infrastrutture sia viarie sia portuali.Dovremo essere ben coscienti che il nuovo Hub per le merci containerizzate realizzabile sui nostri litorali, potrebbe diventare considerate le sue potenzialità uno dei fulcri della portualità comunitaria e nel contempo essere anche in grado di fare da volano per lo sviluppo nell’Alto Adriatico sia degli altri comparti merceologici che delle variegate ed innumerevoli attività legate al mare incrementando economia e lavoro nei nostri territori, quindi mi sembra abbastanza condivisibile l’affermazione che la portualità della nostra Regione e dell’Alto Adriatico potrà recuperare un significativo ruolo sulle scene dei traffici internazionali e anche affrontare serenamente le sfide del terzo millennio, soltanto se avremo il coraggio e la lungimiranza di pianificare opere fortemente caratterizzate per dimensioni e potenzialità “che ci consentano finalmente di ritornare a correre” se invece saremo in grado di realizzare “come sembra” soltanto infrastrutture sottodimensionate che non ci permettano di sfruttare tutte le nostre peculiarità, non usciremo mai dalla mediocrità e saremo purtroppo vocati ad una lenta ma inesorabile agonia “poiché con le scarpe strette si può soltanto zoppicare”.
    Si spera che il fattivo operato dei nostri amministratori unitamente a quello dei vari soggetti coinvolti nell’operazione, possa un domani far si che su quell’opulento treno in transito dalle nostre parti targato “Superporto Unicredit Maersk” ci sia un domani un posto a sedere anche per noi

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