L’imposta di trascrizione dei veicoli costerà il 600 per cento in più?

C’è chi lo ha già definito “uno tsunami che si abbatterà sugli automobilisti, in termini di aumento dei costi”. Nell’occhio del ciclone i costi relativi all”imposta provinciale di trascrizione Ipt, ovvero l’imposta che deve essere pagata all’amministrazione provinciale al momento dell’acquisto di un veicolo. E l’aumento dei costi, così come previsti dal provvedimento amministrativo che  attende di essere firmato dal ministro all’Economia Giulio Tremonti, è davvero da maxistangata. Aumenti che rischiano di arrivare a sfiorare il 600 per cento per una vettura. All’origine della stangata la decisione di abrogare quello che viene comunemente definito l’atto soggetto a Iva, cancellando di fatto l’ Ipt minima fissa (costo circa 200 euro) che resterebbe in vigore solo per pochissime minivetture sotto i 53 Kw, per introdurre una nuova  Ipt proporzionale (calcolata sui kw, e sulla portata utile per gli automezzi pesanti). Un passaggio, quello dall’imposta fissa alla proporzionale,  destinato a moltiplicare la spesa degli italiani.  Per fare un esempio, chi scegliesse di acquistare una vecchia vettura usata di grossa cilindrata rischierebbe di spendere poche centinaia di euro per la vettura e il doppio o il triplo (fino addirittura a 1500 euro) di tassa. Vale a dire la morte del mercato dell’usato per le vetture più grandi e potenti. E la stangata non risparmierebbe certo gli autotrasportatori: per un autocarro medio da 26 tonnellate con tre assi l’attuale Ipt passerebbe da circa 200 euro a quasi 850, secondo i calcoli fatti dai rappresentanti della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo.  Una stangata che rischierebbe di assumere proporzioni colossali per quelle imprese di autotrasporto che, sottolinea  Fabio Biava, esperto del settore pratiche automobilistiche di Bergamo, devono fare l’atto di trascrizione per 70, 80, 100 veicoli”. “Abbiamo scritto una lettera al ministro Giulio Tremonti, sottolineando la gravità di questa manovra e chiedendo che blocchi l’emanazione del provvedimento amministrativo”, spiega Pasquale Russo, segretario nazionale della Fai Conftrasporto, “da anni c’è una grande attesa per il federalismo fiscale, nel quale si ripongono molte speranze, ma se questi sono i risultati….”

8 risposte a “L’imposta di trascrizione dei veicoli costerà il 600 per cento in più?

  1. Spero si siano sbagliati a fare i calcoli gli amici di Bergamo, altrimenti bisogna organizzare la rivolta contro un governo che promette di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. Questa volta le mani le mette direttamente nel portafoglio spacciando la manovra per federalismo fiscale. Avremo buona memoria fra 15 giorni nelle urne.

  2. Così si uccide il mercato dell’usato per le auto di grossa cilindrata e più datate…. Che sia l’ennesimo stratagemma per obbligare ad acquistare auto nuove e fare l’ennesimo favore all’industria automobilistica ( e alla Fiat in particolare)?

  3. Ma se ci avevano detto che il federalismo non avrebbe comportato aggravi per le tasche dei cittadini. Questi federalisti di facciata ci prendono in giro. Meno male che la Fai ha preso posizione ma se non siamo noi a darle forza cosa potranno ottenere? stiamo a vedere perchè qui tra Sistri che costa e non funziona, aumento della tassa Ipt; gasolio che aumenta, noi saremo costretti a chiudere. Berlusconi se non smetti di occuparti di cose che non interessano le imprese ma solo di fare chiacchiere il 15 maggio saranno dolori.

  4. Mi chiedo come mai quelle pseudo federazioni che dicono di voler difendere gli interessi degli autotrasportatori non abbiano preso posizione sulla questione dell’Ipt. Per loro contano solo le chiacchiere. O forse dipende dal fatto che di automezzi pesanti ne abbiano pochi e quindi il silenzio è presto spiegato. L’unica associazione che è intervenuta tempestivamente è stata la Fai dimostrando ancora una volta chi fa chiacchiere e politica e chi fa i fatti. Forse non è un caso che lo slogan dela Fai era: la Fai quella che fa! un iscritto fedele di vecchia data.

  5. Bene ha fatto la Fai a intervenire, ma ora tocca a noi. Inondiamo la Presidenza del Consiglio e il ministro Tremonti di fax di protesta. Se non ci facciamo sentire ora che ci sono le elezioni per farci ascoltare dovremo ricorrere al fermo. Mandare un fax o un sms non costa molto. Almeno diamo una mano a chi si sta dando da fare per noi.

Rispondi a Andrea Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *