Rivoluzione on the road, sulle strade Usa spazio alle “piccole”

C’erano una volta i Suv, i macchinoni, le limousine. Status symbol che ora rischiano di finire nei garage per fare posto, sulle strade Usa, alle auto di piccola cilindrata. È quanto scrive il Washington Post, che in un servizio in prima pagina riporta i risultati di un’inchiesta condotta tra i principali gruppi motoristici del Paese, arrivando a una conclusione: l’America è pronta per le “piccole”.
Spazio quindi alla Fiat 500, vetture che piace molto ai giovani americani, ma anche alla Chevrolet Sonic, la più piccola auto prodotta direttamente negli Stati Uniti, pronta a essere lanciata sul mercato. Un modello emblematico, secondo il Washington Post, del cambiamento a cui il mercato Usa sta andando incontro. Ma non è finita qui: si accingono a correre sulle strade d’America anche la Honda Fit, la Ford Fiesta e la Toyota Yaris. La produzione della Sonic “potremmo definirla una breccia, o se preferite un progresso enorme” ha detto al Washington Post Bob King, il presidente di United Auto Workers, uno dei principali sindacati del settore, che ha contribuito a raggiungere un accordo sindacale significativo per la produzione della Sonic. “E’ importante far vedere al mondo che qui in America possiamo costruire automobili di ogni dimensione”.
Il problema finora non era tanto quello di fabbricarle, quanto quello di venderle. Gli automobilisti americani, dati alla mano, a tutt’oggi continuano a preferire le auto di medie proporzioni (la più venduta dell’ultimo mese è stata la Ford F-150). Ma le ultime analisi di mercato dimostrano che gli americani, da sempre abituati a Suv e Sedan, negli anni a venire sono pronti a comprare modelli più piccoli. Ne è convinta la General Motors per la Sonic. Ne è convinta Chrysler-Fiat per la 500. Per ora la 500 viene prodotta in Messico. Ma non è esclusa per il futuro una produzione tutta americana. E’ una delle clausole contemplata dall’operazione condotta in accordo con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: se Fiat-Chrysler produrrà modelli a basso consumo direttamente in territorio americano, si assicurerà un 5 per cento aggiuntivo della quota societaria.

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