La Serenissima piace alle banche, Intesa vuole crescere oltre il 31%

Il pedaggio delle autostrade, soprattutto di quelle più trafficate, fa gola a molti e in particolare a uno dei maggiori istituti di credito europei, Intesa Sanpaolo, attraverso Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (Biis). “La Biis guidata da Mario Ciaccia”, scrive l’agenzia di stampa Radiocor del Sole 24 Ore, “era al lavoro sul dossier Serenissima da giugno scorso. Poi, complici le vacanze estive, la due diligence (l’analisi del valore di un’azienda) è slittata a settembre e il deal ha richiesto qualche settimana in più del previsto. Qual è il senso dell’operazione? L’obiettivo è migliorare la redditività di una delle autostrade (la Brescia-Padova) più trafficate d’Europa, ma che ha fin qui pagato anche investimenti lontani dal core business”.
Biis è già presente in altre autostrade del Nord Italia, come Autostrade Lombarde e Pedemontana. L’ipotesi di lavoro più plausibile, anche se non certo l’unica sul tavolo, è di arrivare a un maggior peso dei soci privati rispetto a quelli pubblici. “In questo senso”, si legge sempre sull’agenzia, “il tandem Intesa Sanpaolo-Gambari potrebbe rafforzare ulteriormente la quota del 31 per cento in occasione della prima tranche da 50 milioni dell’aumento di capitale da 150 milioni già deliberato dal cda. Come? Alcuni enti locali – nei mesi scorsi Comuni e Provincie varie (Padova, Vicenza, Bergamo) per fare cassa hanno messo in vendita una quota complessiva del 17,5 per cento del capitale di Serenissima – potrebbero non aderire e Intesa Sanpaolo rileverebbe l’inoptato. Sullo sfondo resta il possibile ruolo di Cariverona, che finora non ha mai compiuto mosse formali, ma è stata più volte indicata come possibile ente “coagulatore” di quote di enti pubblici”.

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