Pedaggio sul Gra, in salita
il percorso della regionalizzazione

Continua a tenere banco la questione del pedaggio sul Grande raccordo anulare di Roma. Lo scorso 20 luglio la prima sezione del Tar del Lazio, presieduta da Linda Sandulli, ha sospeso il decreto che ha disposto l’aumento dei pedaggi autostradali e sul Grande raccordo anulare di Roma accogliendo il ricorso presentato dalla Provincia di Roma con altri 41 Comuni in merito al contestato  provvedimento di cui al decreto ministeriale entrato in vigore in data 1 luglio. Dal primo maggio, però, gli automobilisti in transito sul Grande raccordo anulare o sulla Roma-Fiumicino, attualmente gratuite, potrebbero ritrovarsi a pagare un pedaggio. La legge che lo stabilisce – già ribattezzata da consumatori e pendolari «decreto-gabella» – è in dirittura d’arrivo. Se il provvedimento diverrà esecutivo dopo l’ok di Palazzo Madama, si tratterà di un «tele-pedaggio» che grazie alle telecamere (in stile Telepass) non prevederà alcuno stop al casello.
Da qui la proposta di regionalizzare il Gra, così da evitare il pedaggio. E oggi è arrivato il commento dell’Anas. La proposta di declassamento del Grande raccordo anulare di Roma ad autostrada regionale è di “difficile applicazione”. È questo il giudizio del presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, sulla proposta avanzata dal presidente della Regione Lazio Renata Polverini di ‘regionalizzazione’ del Gra. “L’Anas gestisce la rete stradale e autostradale strategica per il Paese. Il Grande raccordo anulare”, ha detto Ciucci parlando a margine di una audizione tenuta alla Commissione Ambiente e lavori pubblici della Camera, “fa parte di questa rete e fa parte della rete transeuropea. Mi sembra perciò di difficile applicazione ridurre il raccordo ad un’autostrada di tipo regionale”.

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