46 euro per un trasporto da Torino ad Asti “pagano” la sicurezza?

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“Una delle più importanti realtà industriali del Paese paga 46 euro per un trasporto da Torino ad Asti. Qualcuno pensa davvero che con quelle cifre un’impresa di autotrasporti possa pagare il conducente, il gasolio e l’autostrada, la manutenzione del mezzo? Qualcuno pensa davvero che si possa garantire sicurezza sulle strade con la committenza che paga quelle cifre? E chi sta combattendo (come Confindustria) perché queste siano le condizioni, insostenibili, in cui devono continuare a lavorare gli autotrasportatori, cosa direbbe domani se un tir, guidato da un conducente distrutto da ore o ore di guida per far “quadrare i bilanci” investisse suo figlio o un suo caro?” Sono alcune delle domande che Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai di Bergamo, pone all’indomani delle polemiche, scatenate soprattutto dal quotidiano di Confindustria, Il Sole24Ore, sul decreto legge proposto dal ministro Altero Matteoli e approvato dal Consiglio dei ministri in favore dell’autotrasporto. Domande che hanno innanzitutto due interlocutori: Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e Antonio Catricala, presidente dell’Antitrust che ha chiesto addirittura al Parlamento di “sconfessare” il Consiglio dei ministri.

9 risposte a “46 euro per un trasporto da Torino ad Asti “pagano” la sicurezza?

  1. Provate a dire a qualcuno dei “soloni” della stampa nazionale che pagate loro un articolo 46 euro (spese di trasferimento da casa al giornale comprese). Poi vedrete cosa vi risponderanno…

  2. Secondo me non è questione di leggi. Il vettore è il colpevole di tutto: potrebbe anche rifiutarsi di fare il trasporto (per 46 €). Poi vorrei capire che tipo di trasporto è, visto che non lo dicono: se è un bancale potrebberro anche essere buoni. La verità è che siamo un pugno di pecore!

  3. Se fossero applicati i costi minimi, per 57 chilometri da Torino ad Asti, si andrebbe da un massimo di 103 a un minimo di 86 euro circa, secondo le tabelle del MIT del 25/3. Come vedete non ci siamo.

  4. Alessandra: scusami tanto, ma costi minimi per cosa? Per un bilico? Per un trasporto eccezionale? Per un pacco? Per una busta? Nell’articolo non viene menzionato niente. E poi, come scrivevo prima, perchè quel vettore dovrebbe muovere un mezzo andando sottocosto? Chi lo obbliga? E’ un folle?

  5. Ha ragione Giorgio quando dice che in questo caso la colpa è del vettore, di fronte a certe tariffe se uno decide di accettarle, o non è un imprenditore o ha qualche altro “introito”. Spesso però quelli che accettano queste situazioni li senti dire: “ma cosa fanno le associazioni per noi!” E la risposta non può che essere: “Chi è causa del suo male pianga se stesso”.

  6. Sarebbe una bella cosa se chiunque facesse un esame di coscienza prima di “strozzare” a livello di prezzi un’altra persona, magari chiedendosi quanto potrebbe costare un servizio di questo tipo, oppure quanto vorrebbe essere pagato lui per questo servizio. Si vedono in giro camion e furgoni con il doppio autista: chiedete cosa prendono al giorno per la distribuzione… Su una cosa ha ragione Bendotti, e cioè che per la sicurezza non bisogna lesinare: diversamente prima o poi succederà qualcosa di spiacevole.
    Inoltre è bene segnalare che le istituzioni dovrebbero sgombrare il campo da tutti quelli che, operando sottocosto e facendo operazioni poco limpide, creano problemi agli imprenditori onesti. In Italia chiuderanno le aziende regolari in favore di quelle poco regolari, se Confindustria e’ contenta cosi’ saluti…

  7. Io capisco leggendo le tabelle che un veicolo con massa pari o superiore a 26 tonnellate per trasporti da 51 a 150 chilometri avrebbe un costo minimo totale al chilometro di 1,823 euro (tabella del 25/3/2010). Sono d’accordo che 46 euro potrebbero anche essere congrui, dipende dalla saturazione del carico e della pianificazione del trasporto da parte del vettore. Se 57 chilometri sono compresi in una tratta maggiore, per esempio di oltre 501 chilometri, il costo minimo passa a 1,130 al chilometro. Per masse da 7.5 a 11.5 tonnellate si va da 1,655 a 1,015 al chilometro e quindi dipende sempre dal totale dei chilometri percorsi per quel viaggio. Mi sembra comunque molto difficile poter controllare se un trasporto è sottocosto. Chi lo fa e con quali mezzi? Ogni realtà aziendale fa storia a sè e funziona se gli amministratori sanno fare il loro lavoro. Che senso ha difendere a ogni costo degli incapaci? Quanti colleghi padroncini conosco che non includono nella tariffa il rischio di contrarre malattia e quindi di dover fermare il camion, o che investono cifre stratosferiche per disegni sulla cabina che mai riusciranno a pagare, o ancora, che cambiano il mezzo solo per pagare meno tasse e non tengono conto degli interessi passivi? Costoro dovrebbero portare i libri in tribunale anzichè lamentarsi con le associazioni…

  8. 46 euro per un trasporto di merci tra Torino ad Asti sono addirittura inferiori al pagamneto di un taxi che fa la stessa tratta: ma con notevoli differenze in tema di responsabilità per i due imprenditori (l’autotrasportatore e il taxista). A proposito, anche i taxisti (caro Catricallà) hanno la tariffa minima (dico tariffa e non costi minimi…)

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