Autotrasporto, firmato l’accordo. Matteoli: “Evitati danni al Paese”

È stato scongiurato il fermo dell’autotrasporto. Dopo sei mesi di intense trattative è stato infatti firmato ieri al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’accordo tra il Governo e le associazioni di categoria. Nel testo sono state inserite norme relative ai tempi di pagamento e di carico e scarico, alla gestione dei pallets, all’azione diretta da parte del subvettore, alla corresponsabilità dei committenti e dei vettori per la violazione delle regole di sicurezza, alla regolarità contributiva dei vettori, ai costi minimi per la sicurezza e la regolarità del mercato. Con la firma dell’accordo le associazioni dell’autotrasporto (Unatras, Anita, Fedit e Movimento Cooperativo) hanno preso l’impegno di garantire la pace sociale fino al 31 dicembre 2011. Decisamente soddisfatto il ministro Altero Matteoli: “L’accordo sottoscritto con le organizzazioni rappresentative dell’autotrasporto è il frutto di un lungo, costante e proficuo confronto, avviato già all’inizio della legislatura. È anche il frutto della concreta disponibilità e attenzione mostrata dal Governo verso un settore molto importante dell’economia del Paese”, ha detto sempre Matteoli. “Desidero, quindi, ringraziare quanti hanno lavorato in questi due anni con abnegazione affinché il dialogo potesse svilupparsi e dare risultati positivi, evitando peraltro scioperi o blocchi che avrebbero danneggiato pesantemente il Paese”. Concetti ribaditi dal sottosegretario Bartolomeo Giachino: “Il dialogo e il confronto continuo premiano l’azione del Governo e il settore”.  Soddisfatta Unatras, che in una nota, ringrazia Matteoli e Giachino, “per l’impegno profuso, che ha permesso di arrivare a un’intesa che ha visto la condivisione di tutte le organizzazioni dell’autotrasporto e della quasi totalità di quelle rappresentative della committenza. Terminata la prima fase, si apre l’iter in Parlamento che dovrà garantire la traduzione dell’accordo in norme di legge; l’Unatras vigilerà al fine di assicurarne la coerenza con gli impegni assunti dal Governo”. L’accordo è stato sottoscritto anche da Anita, l’associazione aderente a Confindustria, che esprime  però “perplessità sull’opportunità e l’efficacia di alcuni provvedimenti”.  La firma è stata comunque siglata “con la fiducia che le misure sul costo del lavoro si concretizzino nel più breve tempo possibile”. Negativo invece il giudizio di Trasportounito che ha definito i contenuti dell’intesa “improduttivi e in alcuni casi controproducenti per gli autotrasportatori”.  Non ha firmato nemmeno Confetra, la Confederazione generale dei Trasporti e della Logistica, che in una nota spiega di aver comunque “apprezzato il clima del tavolo tecnico e si ritiene disponibile a proseguire il confronto nei prossimi due anni, al fine di trovare un accordo comune”. Tra i committenti è invece arrivata la firma di Confartigianato, mentre un giudizio “complessivamente negativo” arriva da Confindustria, che ha deciso di non sottoscrivere il protocollo. “Pur condividendo nella sostanza o in parte alcune delle norme proposte”, spiega Confindustria, “ritenendo gravemente lesive della libertà negoziale delle imprese e della concorrenza le norme riguardanti l’introduzione dei cosiddetti costi minimi, della responsabilità solidale di tutta la filiera per il mancato pagamento dell’ultimo subvettore e di una pletora di accordi settoriali capaci di generare un’ingestibile complessità operativa e una serie di cartelli anticoncorrenziali basati sui prezzi dei servizi all’interno del singolo settore e tra settori merceologici serviti dall’autotrasporto. La regolamentazione emergente dal protocollo”, spiegano i responsabili di Confindustria, “non risolve gli strutturali nodi critici dell’autotrasporto, favorisce i vettori meno efficienti, non ne riduce la tendenza alla violazione delle norme sulla sicurezza sociale e stradale ed è in grado di riattivare un esteso contenzioso sull’inevitabile, mancato rispetto dei costi minimi, esattamente come le tariffe a forcella abrogate nel 2005”. Tutto questo, conclude la nota, “viene poi rafforzato da sostanziosi aiuti agli autotrasportatori, che quest’anno si aggirano sui 700 milioni di euro e che sarebbero confermati anche per il 2011. Si tratta di un inaccettabile passo indietro che non ci saremmo mai aspettati da un Governo che sta cercando di rilanciare la libertà d’impresa e l’economia”. Per ulteriori informazioni e per visionare l’accordo basta cliccare su http://www.conftrasporto.it/in_primo_piano_dettaglio.asp?sez=ipp&ipp_id=5107

11 risposte a “Autotrasporto, firmato l’accordo. Matteoli: “Evitati danni al Paese”

  1. Ritengo giusto che siano gli autotrasportatori che operano nel settore e più in generale gli addetti ai lavori a esprimersi sui contenuti dell’accordo. Devo solo evidenziare la pervicacia con la quale strumentalmente Confindustria, che ha dimostrato nei fatti di voler la trasparenza, sicurezza e tracciabilità solo a parole, continua a voler insistere sul concetto della reintroduzione di un sistema di tariffe obbligatorie. Per chi è capace di intendere e di volere leggendo l’intesa si comprende che i costi della sicurezza sono definiti o entro nove mesi dalle parti interessate o dall’Osservatorio, costituito all’interno della Consulta, del quale comunque fanno parte esperti nominati anche dalla Committenza. Strumentale quindi l’atteggiamento di Confindustria che viene anche di fatto smentito dal fatto che in merito all’accordo si sono pronunciate, anche se con alcune perplessità, in modo favorevole anche altre rappresentanze del mondo della Committenza.
    L’accordo si inserisce nella riforma introdotta con la legge n.32/05 rendendola più rispondente alle aspettative del settore e quindi, anche se va gestita e confrontata con gli imprenditori va, a mio avviso, valutata in modo positivo.

  2. Caro ministro Matteoli, l’autotrasporto sta, ancora una volta, dimostrando di essere più disponibile e responsabile di altri che a parole sono d’accordo sui sacrifici, purchè fatti dagli altri. Vedi le dichiarazioni del presidente di Confindustria sull’ipotesi di far pagare un contributo alle banche.

  3. Confindustria si riempie la bocca con parole come sicurezza e trasparenza, ma poi nei fatti dimostra (come in questa occasione) che sono solo parole. Che vergogna.

  4. Riprendo le parole dell’intervento di Uggé: “..i costi della sicurezza sono definiti o entro nove mesi dalle parti interessate o dall’Osservatorio, costituito all’interno della Consulta, del quale comunque fanno parte esperti nominati anche dalla Committenza..”. Bene. Adesso, però non facciamoci sfuggire l’occasione di depositare presso le Camere di Commercio i costi per la sicurezza.

  5. A mio avviso siamo arrivati alla fine, tante promesse, tanti numeri sulla carta, più nessuno dice nulla sui euro 5 in attesa. Intanto subiamo il caro gasolio, autostrade, regole del nuovo codice della strada, lo spostamento della patente da 65 a 70 anni. Complimenti abbiamo una categoria di rappresentanti molto afferrati sui problemi che loro non hanno. C’è qualcosa che non va.
    Se li mandassimo a casa una buona volta. Il durc loro sanno cosa vuol dire.
    E non protestare fino al 2011 sembra poco. Vergognatevi

  6. Francamente non credo a questa scusa di Confindustria di non volere la reintroduzione delle tariffe a forcella. In primo luogo, perchè i “costi minimi” sono cosa molto diversa dalle vecchie tariffe e anche i tempi e i metodi di loro definizione non ledono l’autonomia negoziale delle parti. Confindustria vuole essere invece totalmente libera di ridurre i corrispettivi dei propri fornitori e questo, laddove induce e violare le norme del Codice della strada (ricordate il servizio di Annozero “Corri Bisonte, corri !”) è inaccettabile.

  7. Niente più scuse,ora! È praticamente impossibile “mettere” in tasca ricavi certi agli autotrasportatori, ma è certo che con un riferimento di rilievo come il costo minimo del servizio, chi “girerà” al di sotto di quel valore ne è in gran parte responsabile. E poi se quei costi sono minimi, teoricamente anche un accordo di settore non dovrebbe scendere al di sotto di quel livello. Altrimenti si ammetterebbe che esiste un livello di sicurezza che dipende da un pezzo di carta e non dal riconoscimento di un valore coerente per un servizio professionale. Mi piacerebbe che Uggè e altri esperti intervenissero su questo aspetto.

  8. Finalmente si è svegliato Matteoli e si è ricordato di essere anche il ministro dei Trasporti. Fino a oggi non ce eravamo accorti. Nel bene o nel male se l’accordo è stato portato a compimento lo si deve al tanto discusso sottosegretario Bartolomeo Giachino il quale sarà pur vero che non perde occasione di dare ragione ai suoi detrattori, ma per l’accordo appena siglato se aspettavamo Matteoli eravamo già pronti a fare il fermo. Un grazie, in sospeso, al sottosegretario Giachino.

  9. Ho letto le osservazioni del signor Ezio, che credo non abbia letto con attenzione il protocollo e che forse abbia una visione non rispondente alla realtà per quanto avviene e ancor più si verificherà nel mondo del trasporto.
    Alcuni chiarimenti sintetici: non si è arrivati alla fine ma caso mai siamo all’inizio di un percorso. Il Parlamento deve ora tradurre in legge i contenuti dell’accordo ed è bene non dimenticare che il Parlamento non è uno scrivano che scrive sotto dettatura. Quindi dovremo ancora lavorare.
    Sul caro gasolio abbiamo più volte chiarito che siamo di fronte a una normativa comunitaria che impedisce interventi dei singoli Stati, al di là di quello che consente di mantenere inalterato il livello dell’accisa a quello in vigore alla data del 31 gennaio 2003. Cosa che le associazioni sono sempre riuscite ad ottenere dai governi in carica.
    Sulle autostrade per l’anno in corso è stata riconosciuta una riduzione compensata, secondo le condizioni previste che si è aggirata intorno al 11 per cento; si sta lavorando per ottenere entro il minor numero dei mesi possibile il riconoscimento anche per i pedaggi effettuati nell’anno 2008.
    Le regole del Codice della strada purtroppo, al di là della soddisfazione per essere riusciti ad inserire norme che tutelano la professionalità ed eliminano le disparità che da anni erano in vigore tra esteri e italiani, non possiamo che attendere la fine dei lavori parlamentari sui quali, pur se alle associazioni viene riconosciuta una certa importanza, non esistono, per le stesse, poteri di intervento che appartengono strettamente al Parlamento.
    In questa ottica rientra l’allungamento della possibilità di guida fino a 70 anni solo per coloro che trasportano persone. Contro questa misura abbiamo preso posizione, ma il Parlamento così sembra intenzionato a decidere; al massimo vi potrà essere una riduzione.
    Per quanto riguarda gli euro 5 le risorse stanziate sono state utilizzate tutte. Le associazioni hanno chiesto di poter spostare somme destinate ad altri interventi (le aggregazioni, per esempio) per poter riconoscere a tutti l’incentivo. I tempi non dipendono tuttavia dalle associazioni ma dalle procedure burocratiche che impongono decreti per la modifica delle assegnazioni sui vari capitoli di bilancio.
    Spero di aver risposto a tutto tranne che alla questione dei rapporti con le associazioni.
    Parlo per la Fai/Conftrasporto ovviamente. Ogni tre anni le imprese scelgono, in base al vigente statuto, chi devono essere i propri rappresentanti. Se confermarli o mandarli a casa. Quindi se il signor Ezio è iscritto alla nostra organizzazione dovrebbe sapere che le cose vanno in questo modo, non in altro. E non può certo essere il, pur giustificato e comprensibile, dissenso di un operatore a decidere sulle capacità e competenze dei rappresentanti di categoria che in molti casi sono operatori che si impegnano, anche per conto di quelli che se ne stanno in azienda, nel tentativo di ottenere dei risultati per tutti. La critica è libera e soprattutto talvolta costa meno della quota associativa.
    Per quanto riguarda la limitazione a forme di protesta fino al 31 /12/2011 se avesse la cortesia di leggere il testo scoprirebbe che “la pace sociale” dipende dal rispetto del Governo di tutte le parti dell’intesa, se ne salta una finisce l’impegno; ma in più scoprirà che l’unica categoria che oggi nel Paese ha ottenuto l’impegno di mantenere le medesime risorse atte a finanziare gli interventi anche per l’anno 2011 è l’autotrasporto. Se Le sembra poco….

Rispondi a Paolo Uggè Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *