Matteoli: “L’Europa è frenata
dalla congestione dei trasporti”

“La congestione delle reti di comunicazione trans-europee è una delle cause principali che ritardano la crescita e lo sviluppo dell’Unione europea”. È questo il pensiero che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha espresso alla conferenza di Saragozza sulle reti Ten-T. Il ministro ha detto che “una delle cause principali che ritardano la crescita e lo sviluppo e penalizzano l’ecosistema comunitario è da ricercare in tre elementi che determinano forti negatività: la congestione, la saturazione e la monomodalità”.
Sul fronte delle grandi reti continentali l’Europa è in ritardo. Il ministro ha parlato del “danno” e del “rischio” che “il mancato avvio di nuovi valichi ferroviari” nelle Alpi e nei Pirenei “produce su crescita e sviluppo dell’Ue”. Matteoli ha proposto di considerare prioritari dieci Corridoi trans-europei che costituiscono “la vera spina dorsale del trasporto logistico dell’Europa” e ha avvertito che un mancato avvio dei lavori di realizzazione di nuovi valichi ferroviari nelle Alpi e nei Pirenei “determinerebbe un danno irreversibile alla competitività e alla crescita Ue”.
“Dal 1970 ad oggi”, ha osservato Matteoli, “nelle Alpi non è stato realizzato alcun nuovo valico, mentre la crescita delle merci in transito è stata del 700 per cento, passando da 20 milioni di tonnellate a 160 milioni”.
A Saragozza l’Italia ha proposto che nel 2011 si possa arrivare a “proposte condivise” sulle grandi reti europee, “capaci di evitare il blocco della crescita”. Matteoli ha anche ribadito la proposta avanzata già l’anno scorso che gli investimenti nazionali destinati alle reti Ten-t non siano soggetti ai vincoli di Maastricht, e che la strategia finanziaria per la nuova ‘rete prioritaria’ possa ricomprendere in “un unico quadro programmatico” i Fondi Strutturali Feser e i Fondi di Coesione Ue (47 miliardi di euro).
A margine della conferenza, Matteoli ha incontrato il coordinatore del Corridoio 1, Pat Cox, il vicepresidente europeo e commissario ai Trasporti Kallas e il ministro austriaco Doris Bures per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto del nuovo valico ferroviario del Brennero. Matteoli ha chiesto al vicepresidente Kallas che a scala comunitaria si tenga conto di tale concreto avanzamento dell’intervento soprattutto nella definizione dei criteri di assegnazione delle risorse relative ai fondi Ten-T. Il ministro Matteoli, insieme ai ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture francese, sloveno e ungherese ha, inoltre, sottoscritto un memorandum di intenti sul Progetto prioritario 6 (Lione-Torino-Trieste-Divaccia-Lubiana-Budapest-Kiev).

2 risposte a “Matteoli: “L’Europa è frenata
dalla congestione dei trasporti”

  1. Complimenti al Ministro Matteoli per la concretezza e la lucidità della sua analisi. Ora, però, occorre passare ai fatti

  2. Matteoli ha visto giusto e ha sostenuto un ragionamento che speriamo sia entrato nelle menti obnubilate dei gerarchetti comunitari. Nel sistema moderno di produrre per flussi la competitività dipende sempre di più dal fattore tempo. Quindi realizzare corridoi di collegamento è indispensabile per migliorare la competitività europea. Purtroppo dal comunicato non si comprende se il nostro ministro abbia anche colto l’occasione per evidenziare anche un altro concetto che è legato alla necessità per un sistema economico di evitare che anche una sola parte non risponda ai criteri di competitività.
    È come quando in un corpo umano un arto è sofferente. Tutto il corpo ne risente delle conseguenze. In sostanza se l’Italia è carente di infrastrutture e sostiene il costo che deriva dalla scarsità dei collegamenti con i mercati europei le conseguenze in termini di competitività finiscono per pesare sull’intera economia europea.
    L’altro aspetto che conseguentemente ne discende è che in attesa della realizzazione dei corridoi e collegamenti ferroviari siano evitati interventi che ostacolando i collegamenti oggi esistenti, per lo più stradali, mettano in crisi l’intera competitività europea, oltre come nel caso italiano quella di un Paese. Quale miglior occasione per ribadire quella che per il sistema Paese è vitale?

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