Il guard rail non a norma? Diventa l’arma di un delitto (colposo)

Un guard rail mal progettato (e dunque mal realizzato) può essere considerato l'”arma” per un omicidio colposo? Secondo il giudice Pierpaolo Beluzzi sì, visto che il magistrato ha condannato a quattro mesi di reclusione due funzionari dell’amministrazione provinciale di Cremona ritenuti responsabili della progettazione del paracarro che il 20 febbraio 2005 causò la morte di un uomo andato a schiantarsi con la sua auto proprio contro la protezione. Progettato e collocato quattro anni fa, con l’obiettivo di rendere più sicuro il tratto della statale Paullese all’altezza del comune di Castelverde, il guard rail si sarebbe invece trasformato in una trappola mortale e questo perché non sarebbe stato progettato e realizzato a norma. Così la sua cuspide male orientata, secondo l’accusa, si è trasformata in un’arma letale quando Francesco Marco Attanasi, 27 anni, leccese residente a Cremona, aveva perso il controllo della sua auto. La barriera metallica come una lama affilatissima aveva tagliato l’abitacolo della Fiat Punto ferendo a morte il conducente. Il giudice Pierpaolo Beluzzi ha stabilito che di quella morte devono essere considerati responsabili Patrizia Malabarba, dirigente del settore manutenzione strade, e Alessandro Rigotti. Il pubblico ministero  Cinzia Piccioni aveva chiesto una condanna a 10 mesi. L’avvocato di parte civile, Fabio Spada, ha sottolineato come “nella progettazione del guard rail non siano stati applicati i decreti ministeriali che prevedono un progetto motivato sul se, sul perché e sul come installare una barriera”.

2 risposte a “Il guard rail non a norma? Diventa l’arma di un delitto (colposo)

  1. Ho visto che intendete realizzare una “mappa” delle mille (un milione? un miliardo?) cose che non funzionano sulle strade italiane. La trovo un’idea interessantissima anche perché così poi nessuno potrà dire: non lo sapevo”. Non sono solamente i guard rail mal progettati a uccidere motociclisti e automobilisti. Ci sono buche, curve e svincoli disegnate da progettisti che evidentemente avevano seri problemi mentali (ma che sicuramente sono stati puntualmente e lautamente pagati con i soldi dei contribuenti).

  2. Veramente interessante la sentenza pubblicata sui soggetti responsabili se i guard rail non sono a norma. Questa sentenza mi riporta alla mente un incidente drammatico le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, successo un anno fa nei primi giorni di agosto e che ha avuto come protagonista in negativo un conducente di mezzo pesante che ha saltato il guard rail e coinvolto diverse persone nello spaventoso incidente. Tutti a colpevolizzare l’impresa di trasporto del quale il conducente era dipendente. Verifiche in azienda, interviste ad autisti che denunciavano come nelle aziende fosse un’abitudine costringere gli autisti a non riposare, arrivando perfino a falsificare i documenti di lavoro.Tutto venne messo in atto per far maturare nei telespettatori l’assioma: azienda di trasporto uguale assassino, tirrorista e sfruttatore che per il proprio profitto mette a repentaglio la vita di tanti cittadini. Naturalmente questi servizi non prendono mai in considerazione quelle che sono le responsabilità dei committenti. Si sa, molto spesso si trovano personaggi, magari dirigenti importanti di confederazioni, che per risparmiare sui costi del trasporto utilizzano mezzi che portano 108 tonnellate, interpretando le norme del Codice della strada in modo piuttosto estensivo e contrario a circolari emanate dai competenti uffici del ministero. Naturalmente in questi casi i difensori della legalità e della sicurezza sulle strade non spingono perchè vi sia un chiarimento che dia delle certezze. Così si procede all’italiana e tutti i cittadini sopportano i costi di manutenzione che l’usura provocata da automezzi così pesanti procurano al manto stradale. Aspettiamo che crolli qualche ponte per sentire i soliti piagnistei dei nostri uomini politici che ora però non fanno quanto è in loro potere per regolamentare in modo certo queste situazioni. Tornando ai guard rail, invito tutti a documentarsi sulle conclusioni che il perito del tribunale ha tratto dopo un esame di quello che era successo in quel triste giorno di agosto e che aveva provocato il salto di corsia del mezzo pesante. Se il guard rail, risultato abbastanza vetusto, fosse stato sostituito, molto probabilmente avrebbe contenuto quel pesante automezzo che non circolava ad alta velocità ma procedeva a poco più di 50 km/ora. Chi ripagherà la perdita di un uomo alla famiglia? Chi rifonderà il danno di immagine arrecato all’impresa? Sono domande che avranno risposte chissà fra quanti anni. Una cosa temo sia certa: se fossero emerse chiare responsabilità di quell’impresa il conto sarebbe già stato presentato. Poichè le responsabilità arrivano forse in altri luoghi il tempo si allunga e tutto finisce nel dimenticatoio. Alla luce di questi fatti c’è qualcuno che sostiene che non si debba procedere nella modifica della giustizia?

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