«Io camionista laureata La guida è una passione»

Riportiamo l’articolo pubblicato su L’Eco di Bergamo del 27 agosto a firma Francesco Lamberini dedicato alla bergamasca Natascia Brandani, 36 anni, laureata in Economia e Commercio. Professione: camionista.

«Amo stare all’aperto e ho una passione sfrenata per la guida». Basta questa frase per ritagliare il carattere di Natascia Brandani, trentaseienne di Mornico al Serio. Non un’autista qualsiasi, visto che svolge la sua attività prevalentemente alla guida dei camion e per di più in piena notte. Natascia infatti lavora con la sorella Daniela per la Brandani Aldo, fondata dal padre, azienda che si occupa di raccogliere il latte dai produttori della zona per poi portarlo nei caseifici. Se consideriamo che le camioniste sono davvero poche nella nostra provincia, trovarne una che addirittura guida una cisterna durante le ore notturne la rende sicuramente non comune.
Ma le sorprese non finiscono qui. Ha scelto questa strada, è il caso di dirlo, pur essendosi laureata in Economia e commercio a Bergamo. Per percorrere questo itinerario di vita ha naturalmente preso la patente C, a soli 20 anni, e da quel giorno non si è più fermata. Non è sposata e ormai fa da 15 anni questo mestiere.
Non è casuale, quindi, che sia stata scelta come personaggio da intervistare e inserire nel reportage intitolato «Palermo-Berlino. La fede on the road», ossia «La fede sulla strada». Il servizio in questione, apparso sul numero di agosto della rivista Jesus, sta raccogliendo notevole interesse. «L’idea di realizzarlo – dice Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo – è maturato dopo un colloquio che ho avuto con don Antonio Tarzia, direttore della pubblicazione. Volevamo fare qualcosa di diverso e mettere in evidenza alcuni aspetti poco noti del lavoro dei camionisti».
A quel punto la giornalista Sara Laurenti, accompagnata da un fotografo, ha intrapreso con una vettura l’itinerario Palermo-Berlino a fine luglio e lungo il tragitto ha intervistato una dozzina di camionisti e avvicinato anche numerosi pellegrini presso i luoghi di culto incrociati. Così la giornalista ha sintetizzato la sua esperienza di oltre 2.400 chilometri: «In questa estate di nomadismo vacanziero, abbiamo percorso il Corridoio Uno d’Europa, dalla Sicilia alla Germania, a fianco dei camionisti che ogni giorno trasportano merci attraverso il Vecchio continente. Una sorta di pellegrinaggio autostradale, alla ricerca dei luoghi dello Spirito – santuari, monasteri, chiese – che costellano il percorso e tracciano un ideale sentiero di santità, devozione e pietà popolare».
Ebbene, durante il tragitto di ritorno Sara Laurenti ha fatto tappa nella nostra provincia per intervistare Natascia Brandani, in quanto personaggio un po’ fuori dagli schemi abituali. L’abbiamo a nostra volta incontrata e ci ha detto: «Ormai da tempo mi dedico all’attività di famiglia, quindi sono un po’ cresciuta in mezzo agli autocarri. E poi preferisco spostarmi su questi “bisonti” rispetto a un lavoro d’ufficio che giudico opprimente per i miei gusti. In realtà mi divido fra due attività: l’autotrasporto a Bergamo e seguo un allevamento di suini avviato lo scorso anno a Mantova con mio fratello Roberto». E aggiunge: «L’iniziativa della Fai realizzata con Jesus ha inteso mostrare l’autotrasporto sotto altri punti di vista. Si finisce spesso con il legare questa attività agli incidenti stradali mentre è importante considerare certi aspetti che aiutano ad apprezzare l’attività degli autisti. Ad esempio il loro duro impegno quotidiano, le difficoltà da superare nel dialogo con persone di diverse culture quando attraversano i vari Stati e le numerose incognite che incontrano strada facendo». «Per quanto mi riguarda – ha concluso Natascia Brandani – ogni giorno parto all’una di notte e visito 17 punti di raccolta del latte. Una volta controllati i campioni, trasporto il carico ai vari caseifici. In genere entro le 4 di mattina concludo il mio giro. Spesso i miei familiari stanno un po’ in pensiero perché di notte non si è mai  sicuri, ma se capita qualcosa di strano mi barrico subito nel camion cisterna. Nonostante i rischi e i guadagni sempre più esigui, mi sento realizzata nel fare questa attività. Il mio è un lavoro vario, che consente di
imparare ogni giorno qualcosa».

2 risposte a “«Io camionista laureata La guida è una passione»

  1. Autista e chi è lontano dalla famiglia non sapendo quando rientra.@vv una donna con famiglia non può fare questo lavoro…io ho 2 figli e rientro sabato e domenica….te a raccogliere il latte sicuro sarà locale…rientri tutti i giorni a casa…un autista e quando giri la l Europa…..te sei nulla confronto a noi…sono italiano

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