Matteoli: «Il Ponte sullo Stretto
è la più grande impresa del Sud»

«Le sollecitazioni della presidente di Confindustria Marcegaglia a fare di più contro la crisi? Giuste. Ma molto è stato fatto e ci sono delle priorità. Prima tra tutte garantire a coloro che escono dal mondo del lavoro la cassa integrazione e, contestualmente, dare un supporto maggiore alle imprese. Queste sono le priorità. Certo c’è poi un problema di risorse con cui fare i conti visto che la Marcegaglia ha chiesto interventi in molte direzioni. Comunque un forte impulso a superare la crisi e a creare nuova occupazione può venire dal piano infrastrutturale varato». Altero Matteoli, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, è ottimista nonostante le previsioni cupe per l’autunno. «La ripresa», dice Matteoli in un’intervista al Messaggero, «sembra essere ripartita, segnali incoraggianti vengono dall’Asia, dagli Usa e dagli altri Paesi. Il governo si è mosso bene e farà in modo che il Paesi agganci lo sviluppo in maniera stabile». Anche grazie al maxi piano varato dal Cipe e che sta prendendo corpo… «Il Cipe ha dato il via libera a 17,8 miliardi per 33 progetti di infrastrutture: dal Mose di Venezia alla metropolitana leggera di Torino al Ponte sullo Stretto di Messina». Quante opere sono partite? «Quattro fino ad ora, tra cui la Brebemi» Soldi che arrivano da… «Dai fondi europei, da project financing e dagli stanziamenti perla legge obiettivo. Ricordo poi che nel budget ci sono anche un miliardo per l’edilizia scolastica e 200 milioni per nuove carceri. Posso dire, senza retorica, che per le infrastrutture il governo sta facendo il massimo sforzo». C’è per un gap storico da recuperare, specialmente al Sud? «In Italia, dal 1980 al 2001, in vent’anni, si sono spesi, in tutto, 14 miliardi di euro. Adesso c’è stata la svolta. E a settembre le anticipo che il Cipe darà il via libera ad altre, importanti infrastrutture». Ma è stato realizzato solo 10% del programma della legge obiettivo. Non sarebbe il caso di accelerare i tempi? «Il governo ha snellito le procedure. Ora il Tar non può più bloccare le grandi opere come faceva prima. Ci sono i commissari per velocizzare i tempi. E il nuovo codice degli appalti. In media per un’opera pubblica, se tutto va bene, servono quattro anni di lavori e altri quattro anni per far girare le carte da un ufficio all’altro». Tornando al tema della crisi e dell’autunno difficile per aziende e lavoratori, quanti posti possono essere attivati dal piano del Cipe? «La priorità ripeto è garantire i lavoratori che perdono il posto. Sul fronte delle infrastrutture il calcolo è questo. Se non si fanno queste opere saltano 65 mila posti di lavoro. Se andiamo avanti ne creiamo altri 140 mila. Il totale è di circa 200 mila posti: una cifra importante in tempi di crisi e con le fabbriche, piccole medie e grandi, che chiudono o si ridimensionano come dice la Marcegaglia». Intanto continua la via crucis della Salerno-Reggio Calabria… «Il nostro governo ha fatto la sua parte, finanziando tutta l’opera salvo due lotti. Speriamo di chiudere tutto entro il 2013». Nonostante i problemi con le aziende locali e le infiltrazioni malavitose…. «Su questo fronte il ministro degli Interni Roberto Maroni è stato molto sensibile e sta dando un importante contributo. Ho già detto che bisognerà seguire l’esempio del termovalorizzatore di Acerra: avere cioè un presidio totale e quotidiano dei cantieri da parte dei carabinieri». Conferma che il ponte sullo Stretto di Messina partirà in tempi brevi… «Rispetteremo la data: al massimo ci sarà uno slittamento ai primi del 2010». E la consegna finale? «È prevista per il 2016. Per il Ponte sullo Stretto lavoreranno 40 mila persone, cioè la più grande impresa del Mezzogiorno».

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