Sistri addio? Anche Federchimica lo boccia e il ministro Lupi chiede una svolta

Sistri addio? A lasciar intravedere l’ipotesi che il fallimentare sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi possa essere definitivamente buttato in pattumiera (insieme a centinaia di milioni di euro spesi in questi anni per tentar di far funzionare, inutilmente, un progetto nato male e finito peggio) è stato  il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che intervenendo all’assemblea annuale di Federchimica e rispondendo a un preciso “attacco” al Sistri sferrato da Cesare Puccioni, rieletto proprio nell’occasione presidente degli industriali chimici fino al 2017, ha affermato che “bisogna avere il coraggio di compiere un passo indietro  e raggiungere l’obiettivo in altro modo”. Una frase che è suonata per moltissimi come come un preludio a una cancellazione del sistema, soprattutto se considerato che sono state pronunciate dopo la durissima “requisitoria” di Cesare Puccini che ha denunciato come “in 5 anni ci siano stati 24 provvedimenti legislativi con innumerevoli modifiche, 7 rinvii e un sistema non  ancora pienamente funzionante”.  Dati che hanno spinto il riconfermato numero uno di Federchimica a concludere che “il sistema, sconosciuto in tutti gli altri Paesi europei,  va semplificato e corretto per essere reso applicabile, e senza oneri aggiuntivi per le imprese.

6 risposte a “Sistri addio? Anche Federchimica lo boccia e il ministro Lupi chiede una svolta

  1. Siamo sicuri che non sia uno degli annunci ai quali purtroppo anche il ministro Lupi ci ha abituato in questi tempi? Il ministro Lupi continua a garantire che segue i problemi dell’autotrasporto ma per ora molti degli impegni assunti sono di là da venire. Adesso devono anche rifare il decreto che ripartisce i soldi perché hanno sbagliato a scriverlo. Cosa farà ora il ministro? Manderà a casa chi ha fatto un così grave errore che danneggia le imprese? Interverrà perché in pochi giorni l’errore venga riparato? Oppure farà qualche nuovo annuncio. Caro ministro avevo molta fiducia in lei ora mi sento un po’ preso in giro.

  2. Restiamo in attesa, nella speranza che sia la volta buona che il Governo chiuda una pagina infame per il nostro settore (e le nostre tasche), ne inizi una che combatta realmente le ecomafie (e magari chi ha buttato fondi a piene mani) e che ci sia un po’ di riconoscenza per le associazioni che da sempre sollecitano per modificare questa bruttura che è il Sistri. Tanto per ribadirlo, nobile intento (forse, se l’intento non era spendere soldi pubblici con persone vicine, perché il dubbio l’ho), ma di intenti nobili è lastricata la strada dell’inferno: mi auguro che riusciremo, infine, a creare con le nostre capacità e volontà tipicamente italiane, qualcosa di meraviglioso (ne siamo ampiamente capaci) per controllare almeno i rifiuti pericolosi, in particolare che sia valido PER TUTTI, stranieri, italiani con 1, 10, 100, 1000 dipendenti, non solo per qualcuno.

  3. Ministro Lupi, basta chiacchiere, adesso ci aspettiamo i fatti. Cosa ci vuole per cancellare un sistema, come il Sistri, che è uno scandalo sotto gli occhi di tutti? Non mi faccia sospettare, come già accade a qualcun altro, che anche lei ci sta prendendo per il fondoschiena…

  4. Su quella immonda porcheria che è il caso Sistri “peseremo” il ministro Lupi e poi ognuno trarrà le proprie conclusioni… Decidendo magari di provare a dare una mano al Paese per “scaricare qualche peso inutile…”

  5. Voglio ricordare ai tanti smemorati qual è l’unica federazione dell’autotrasporto che sul Sistri ha preso una posizione seria e coerente. Riconoscere giusta l’esigenza di garantire una tracciabilità per un tipo di trasporto particolare è stata una scelta giusta se si fosse presa una posizione che negava tale esigenza avrebbe tolto forza all’ azione di difesa della categoria. La Fai ha sempre sostenuto che il Sistri dovesse applicarsi a tutti, esteri compresi; che il sistema dovesse essere interoperabile, ( senza cioè l’obbligo di installare un sistema idoneo solo per il Sistri; che fosse funzionante senza dover ricorrere all’utilizzo di una “pennetta” e che non fosse oneroso per le imprese. La Fai, unica federazione ha avviato azione legali, dando l’assistenza a diversi operatori nei confronti del ministero dell’Ambiente. Altri invece si sono accucciati alle posizioni di alcune confederazioni che miravano a divenire i collettori del sistema. Chi può dimostrare di aver in modo concreto operato lo dimostri. Ancora una volta la Fai è quella che fa! per questo sono onorato di farvi parte.

  6. Ma c’è qualcuno in Italia che difende ancora il SISTRI ? E’ un sistema costoso (per le aziende), che non funziona (per lo Stato), che non persegue alcuna finalità (dato che si applica solo ai rifiuti pericolosi che sono prodotti da imprese da 11 dipendenti in su) che può essere derogato mille volte (con le schede in bianco, con i cambi mezzi, autisti, itinerari) che insiste solo sui veicoli a motore (le black-box sono difatti montate su autocarri e trattori), mentre i rifiuti viaggiano sui rimorchi e semerimorchi, che prevede dispositivi superati (come le token USB, che già un decreto legge prevede di superare – il 91/2014)….Allora chè aspettiamo a sopprimerlo ?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *