Trasporto tradito dal Governo: “Questo Sblocca Italia può far esplodere la rabbia”

“L’autotrasporto vive momenti difficili e complessi, anche per l’evanescenza del ministero competente. Non è certo una forma di ricatto, ma sono questi comportamenti che consentiranno a forme spontanee di rabbia di esplodere”. Ad affermarlo è Paolo Uggè, vice presidente di Confcommercio e presidente di Fai Conftrasporto, che appena venuto a conoscenza dei contenuti del decreto Sblocca Italia  pubblicati in Gazzetta Ufficiale, ha denunciato senza mezzi termini come con questa decisione il Governo abbia “disatteso gli impegni sull’autotrasporto”. “Se, per quanto riguarda la politica portuale, il governo ha messo una pezza introducendo norme positive che consentiranno l’avvio di una fase coordinata che potrebbe determinare una svolta nella politica del trasporto navale del nostro Paese”, ha commentato Paolo Uggé, “è invece assurda,controproducente e incomprensibile la decisione di non introdurre le  normative concordate che avrebbero consentito controlli efficaci nei  confronti delle operazioni abusive di cabotaggio, sempre più in crescita nel nostro Paese. Un Governo che non sa leggere i fenomeni che si determinano nelle forze sociali rischia di far subire ai propri cittadini conseguenze pesanti. Chi e per quali ragioni ha impedito che le norme concordate, (non elaborate dal settore, ma dal ministero) entrassero nel decreto Sblocca Italia? È forse una scelta dell’esecutivo indebolire sempre più le imprese di autotrasporto nazionale”. Paolo Uggè ha concluso dichiarando di  “assistere attonito a questi comportamenti che dimostrano la volontà di non voler tutelare centinaia di migliaia di operatori mettendoli in condizione di non reggere alla concorrenza estera, lasciata libera di far concorrenza sleale. In altri Paesi europei le norme sono state riviste proprio per impedire che le regole del mercato risultassero falsate dalla mancanza di controlli. Nel nostro Paese, nonostante l’impegno sottoscritto dal ministro ai Trasporti Maurizio Lupi, il governo decide di favorire imprese estere a tutto danno di quelle nazionali”.

41 risposte a “Trasporto tradito dal Governo: “Questo Sblocca Italia può far esplodere la rabbia”

  1. E noi dovremmo star qui ad assistere a questi scempi politici economici cercando ancora il dialogo che lei, signor Uggè, ha continuamente sostenuto? Sapete a cosa è servito dialogare con certi politicanti che sono spesso, se non addirittura nella gran parte dei casi, dei parassiti incapaci (ne più ne meno come molti di quelli che li hanno preceduti negli ultimi anni)? È’ servito solo a solo sprecare fiato e tempo per far sentire le proprie (sacrosante) ragioni e per proporre possibili soluzioni ai problemi da loro creati (vedi scandalo Sistri e tangenti varie) col solo risultato di essere inascoltati e di ottenere risposte che , se non fosse per la drammaticità della crisi che stiamo attraversando, suonerebbero come delle prese per il c…. Basta: fermiamoci tutti e blocchiamo il Paese. La categoria dei trasportatori, moltissimi anni fa in un altro Paese il governo l’ha scaricato davvero!!!

  2. Signor Uggè, non so lei ma io col dialogo non ci mangio. Con le promesse del signor Maurizio Lupi e con gli accordi sottoscritti dai suoi lacchè non ci preparo ne pranzo ne cena per mia moglie e per i miei figli, non ci pago l’affitto, i vestiti, i libri di scuola. Io di parole sono stanco, sono stanco di guidare ore e ore per pochi euro e di trovarmi spesso committenti che non pagano e contro i quali, in questo Paese, non si può far niente, perché i nostri governi prima difendono i ladri e i figli di buona donna o poi, forse, se avanza tempo, gli onesti e chi sgobba da mattina a sera. Signor Uggè, lei ci ha provato, con grande competenza e professionalità e con grande passione, per cui non potremo che esserle eternamente grati. Ma adesso si faccia anche solo un poco da parte per lasciare strada a chi usa altre forme di trattativa, questa classe politica non si merita altro….

  3. Benissimo ed ora cosa dirà a giustificazione il ragazzo loquace di Firenze che guida il paese? Che preferisce sostenere le imprese estere? E poi fa finta di andare nelle rubinetterie bresciane per farsi vedere vicino alla vita reale solo come contraltare dei professoroni di Cernobbio? Buffoni della stessa specie!!! Prepariamoci a dare una lezione a questi incapaci.

  4. Salve a tutti, noi camionisti (e le ns. associazioni) siamo come gli struzzi _ prima bla bla bla bla poi mettiamo la testa sotto la sabbia., “W il ns. governo”.

  5. È evidente che ancora una volta il mondo politico non si rende conto dell’importanza di queste risorse. In una regione come il Friuli Venezia Giulia dove sono sparite in 10 anni oltre metà dei camion e delle aziende di trasporto, un evento simile significherebbe morte certa per le restanti 2000 realtà presenti. Ma forse i nostri economisti preferiscono veder scorazzare camion provenienti dall’est Europa e che qui non pagano nemmeno un euro di tasse! O che magari arrivano al casello e lo bloccano finchè l’operatore non gli apre la sbarra per liberare il traffico e buttano la multa, senza contare la piena legalità a questo punto di eludere le normative base sul cabotaggio stradale. Faccio i miei complimenti più sentiti a chi metterà una croce al trasporto Italiano.

  6. E quando finalmente sarà cancellata la norma europea sul cabotaggio stradale, le imprese italiane potranno finalmente emigrare e poi tornare in Italia a lavorare liberamente, battendo bandiera Rumena, Bulgara, magari Ucraina, pagando tasse, contributi, accise e quant’altro nella nuova patria. E’ questo ciò che l’Europa vuole e che il nostro Governo si ostina a non capire o forse peggio ad appoggiare in maniera strisciante. Un esodo di massa delle imprese di autotrasporto italiane, quelle che potranno, una nuova migrazione ma, non di uomini e donne come un tempo fu ma, di capitali, capacità e conoscenze, tutto ciò che a gran voce il nostro Governo fa finta di invocare per rilanciare l’economia. Interessi privati per piccoli uomini che a parole muovono montagne e poi partoriscono il solito topolino, a volte neanche quello, poco coraggio e tanta arroganza, prendete esempio da chi, comunque tra il bene ed il male, con il freddo ed il caldo, per quattro soldi tira ancora la carretta. Ma, attenzione il vaso è colmo e se una categoria importante come l’autotrasporto dovrà morire lo farà certo a testa alta.

  7. Coloro che in questo momento sono al governo dovrebbero dirci una volta per tutte che ruolo hanno nello scenario Europeo le aziende italiane di trasporto e i loro lavoratori. In questo momento le aziende sane e rispettose delle regole stanno assorbendo tutti costi dell’incapacità di governare questo settore e della concorrenza sleale ,nazionale o estera che sia. che un settore come il nostro debba andare avanti a suon di rimborsi è assurdo ,quindi poche regole ma chiare che possano creare un mercato trasparente , vale a dire : 1) Gasolio professionale per il trasporto a livello Europeo, 2) chi si dice trasportatore deve avere almeno il 50% dei mezzi e relativi autisti per poter operare i bagarini passa carte non danno nessun valore aggiunto al mondo del trasporto quindi devono sparire , 3) in caso di sub appalto di trasporto o sub vettore bisogna applicare il reverse charge dell’iva come è stato fatto con l’edilizia 4)controlli cabotaggio

  8. Sig. Uggè grata di tutto. Ma direi che ormai poco ci resta. Basta parole, promesse da pulcinella, accordi che come di prassi vengono disattesi.
    Care associazioni, ci stanno facendo morire. Ci hanno portato via tutto a favore di questo e di quello, l’unica cosa che non possono portarci via è la dignità. E proprio per quella dignità che ci resta è ora di dire BASTA. E questo va fatto in ogni forma possibile, nei limiti della legalità. BASTA PAROLE ORA SERVONO FATTI.

  9. Lupi vergogna, l’ho sentito parlare più volte di imprese di autotrasporto da valorizzare e sistema da cambiare, ma le promesse stanno a zero. dopo la sentenza sui costi e la prospettiva del taglio sul rimborso accise credo ci avviniamo al baratro.
    A questo punto il dialogo si va a far benedire, ognuno per la sua strada!!!
    Se questi incapaci a governare vogliono la lotta, lotta avranno!!

  10. Sig. Giacomo, mi permetta di risponderle che neanche col fermo lei ci mangia, e come lei tantissime persone che risentiranno della scelta dell’autotrasporto. Soprattutto, anche col fermo alla fine ci si rimette alle stesse persone: se si ottenesse qualcosa, questo qualcosa sarà dato in soldoni a chi è fermo in tangenziale, ma sarà promesso dalle stesse persone che occupano quei posti al governo.
    Concordo con lei, comunque, sul fatto che sia l’ora di mettere determinati gruppi politici davanti al risultato del loro lavoro: tanta, tanta, tanta gente che sgobba da mattina a sera, e anche di notte, che vive in un crogiolo di obblighi e di nessun diritto arrabbiata perché abbandonata, completamente, a se stessa. Mentre salvavano Alitalia, e litigavano con i sindacati sui 2.000 esuberi da riassorbire, hanno lasciato morire tantissimi piccoli trasportatori, molti più dei 2.000 di Alitalia, nel menefreghismo generale: ne i sindacati a tutelare i dipendenti, ne il governo a tutelare le piccole ditte: non si chiedeva molto, non si è ottenuto nulla.

  11. Avete presente la canzone di Lucio Dalla “Attenti al Lupo”? Modificatela con Attenti a Lupi ed ecco la canzone simbolo dei camionisti! A questo ministro dei trasporti non è mai importato niente, ha altro in testa.

  12. Signor Uggè, lei in passato ha difeso tante, troppo volte il signor Lupi che sta dimostrando di essere come, e forse peggio, di tanti altri. Non ne è almeno un po’ pentito?????

  13. Attenti a Lupi…. Ah Ah ah, questa è davvero bella, è da stamattina che guidando il camion canto la canzone di Lucio Dalla modificata così…. E vi ricordo anche un altro passaggio della canzone…” c’è un omino piccolo così….”

  14. Siamo un esercito di pecoroni. Continuiamo a dimenticarci che, se ci fermiamo, fermiamo l’intero Paese. Non è stata la stessa Fai a pubblicare, un paio d’anni fa o giù di lì, un “cammino a puntate” su un quotidiano nazionale in cui spiegava cosa succederebbe in caso di blocco dell’autotrasporto? Sulle pagine del giornale l’avevamo ipotizzato, adesso mettiamolo in atto. Solo così Il signor Lupi (uno dei ministri più deludenti che io ricordi) e gli altri signori scelti da Renzi 8altra colossale delusione) ci ascolteranno davvero. Signor Uggè, suoni la carica e in decine di migliaia la seguiranno….

  15. Presidente Uggè, aspettiamo solo un suo ordine di “caricare”. Non abbia più riguardi per chi ha “tradito” tutti gli autotrasportatori ma ha “tradito” prima di tutti proprio lei. Ci dica di spegnere i motori dei nostri camion, di fermarci e di non ripartire finché questo Governo ci avrà dato tutto quello che hanno sottoscritto i suoi “vassalli, valvassori e valvassini” , tutto e subito, e solo allora ripartiremo…

  16. Comandante Uggé, dia l’ordine di sferrare l’attacco, ogni giorno che passa c’è qualcuno dei suoi uomini che muore” per colpa dei traditori a cui lei ha dato fiducia……

  17. Perdonate se “viaggio” controcorrente. Leggo di autotrasportatori pronti a mettere a ferro e fuoco le strade perché non hanno ottenuto quanto hanno chiesto. Ma scusate: altre categorie hanno avuto molto meno di voi, alcune non hanno avuto nulla. Ci sono centinaia di migliaia di altri imprenditori che avrebbero diritto a un aiuto prima e più di voi che, negli ultimi anni, conti alla mano, avete ottenuto centinaia di milioni di euro di aiuti. Adesso tocca ad altri.

  18. Gioacchino caro, il problema non è quello che abbiamo avuto o quello che vorremmo: il problema è che l’Europa con l’apertura dei mercati pretende la convivenza tra Paesi con fiscalità opposte come Romania e Italia. Hai voglia ad abbassare il costo del lavoro, ma non potrai mai passare da mille a cento euro di tasse e contributi per dipendente. Quindi a breve, ma molto breve, o ti adatti (grazie a Unitai, ad esempio che ha aperto in Romania e ti assiste in tutto e per tutto) o chiudi. Senza tanti giri. Anche chi ha il lavoro dichiara crisi, lo svende a ditte amiche estere e la disoccupazione la paghiamo noi. In strada la polizia, dati loro, controlla in 91 per cento dei veicoli nazionali, l’8 per cento di quelli comunitari e l’1 per cento di quelli non comunitari. Hai voglia a combattere il cabotaggio! E’ che non hanno interesse, perché fa comodo a molti l’autotrasporto sottocosto. Vedi la Marcegaglia, casualmente contro i costi minimi. La domanda è semplice: possiamo permetterci di perdere definitivamente il settore del trasporto su gomma?! No. Ma è quello che stiamo facendo ma non solo per colpa del governo. Per colpa anche di tanti trasportatori e associazioni di categoria.

  19. Camionisti che continuano a lagnarsi e a chiedere aiuti e soldi quando ne hanno ottenuti ben più di altre categorie di lavoratori… Gioacchino ha ragione: provino a guardarsi attorno e scopriranno che c’è chi sta molto peggio di loro…..

  20. Se uno come Paolo Uggè, pronto a cercare mille strade prima di andare allo scontro, definisce Lupi evanescente e parla di tradimento, vuol dire che siamo davvero arrivati al capolinea. Ovvero all’ultima fermata che si puà tradurre in un solo modo: fermo a oltranza dell’autotrasporto, paralisi del Paese fino a quando Lupi & Co verranno col capo cosparso di cenere a pietire un accordo

  21. Comandante Uggè!!!! Neanche fosse il Che!!!! Non è un po’ eccessivo, soprattutto per uno che è stato sottosegretario tre volte con Berlusca, mica al fianco di Fidel…..

  22. Cara Monica, una precisazione d’obbligo: sono stato sottosegretario due volte, e non mi sento “comandante di nessuno”. Cerco solo di fare il mio dovere nel limite delle possibilità che mi sono state fornite. Le mie azioni sono tutte frutto delle decisioni degli operatori che cerco di rappresentare. Non ho mai a prescindere attaccato nessun ministro nella mia attività di rappresentanza. Sono abituato a valutare, a riconoscere l’impegno di chi cerca il confronto con me e cerco di comprendere le ragioni degli altri. Quindi quando ho riconosciuto l’impegno di un ministro o di un governo (l’ho fatto per tutti i ministri e governi) l’ho fatto perché ve ne erano le ragioni. Quando però si viene meno agli impegni assunti e riscontro atteggiamenti di sufficienza, e non certo nella mia persona ma nei confronti del ruolo che esercito, il che significa non voler considerare gli operatori che rappresento, allora assumo le posizioni che ritengo giuste per la dignità di coloro che hanno fiducia in me. Conosco bene cosa significhi un fermo, cosa si possa ottenere in concreto e quanto costi alla categoria. Se raggiungo i risultati che gli aderenti alla mia federazione considerano soddisfacenti cerco di illustrarli a più gente possibile e non coltivo la teoria del fermo fine a sé stesso. Questo con buona pace di chi mi considera un “barricadero”.
    Cerco di mettere in pratica quello che è il frutto della mia esperienza a favore in quelli che mi danno la loro fiducia e cerco di ripagarli con coerenza ed onestà nei comportamenti. A me basta che la mia gente mi senta uno di loro e si fidi di me; gli atri sono liberi di pensarla come credono. Non mi fa né caldo, né freddo, anche se, lo confesso, mi fa un po’ incazzare.

  23. Ho letto il comunicato al riguardo in cui però non sono espresse chiaramente le posizioni del ministro. Trovo che il fermo si possa anche minacciare come prima reazione istintiva ma prima di farlo veramente dobbiamo ben riflettere. In questi ultimi anni il perimetro sociale e politico è stato preventivamente definito da sistemi che si pongono l’obiettivo di escludere ogni legittimità al conflitto, dove le parti, prima definiscono tra loro gli interessi, poi assieme li pongono al governo e al sistema politico. Tutto ciò allo scopo di ridurre il conflitto nel nome della competitività del sistema. Vediamo, dai risultati ottenuti fino ad ora che la pratica conflittuale non ha prodotto i risultati sperati per varie ragioni: perché mancante di progetti e strumenti unificanti, perché anche la più semplice ed immediata delle lotte ha bisogno per reggere, di un punto di vista generale che le dia maturità e forza, per divisione di progetti e vedute tra associazioni. Nessuna delle forze e delle componenti di un eventuale conflitto è oggi in grado di essere o proporre una prospettiva autosufficiente. E’ da questa consapevolezza che bisogna ripartire per costruire le condizioni e le forze per infrangere il perimetro che è stato definito o per fondarne uno nuovo. Vediamo se questa sarà la volta buona per il rilancio di Unatras.

  24. Chi si è fidato per anni di questa classe politica si rende conto ora di che danno ha causato a migliaia di imprese, a decine di migliaia di lavoratori? Signor Uggé, io sono sicuro che lei abbia agito in buonissima fede, cercando il dialogo col signor Lupi e, prima di lui, con altri ministri (e sottosegretari) che l’hanno preceduto. Quello che mi stupisce è che una persona “scafata” (mi passi il termine) che conosce le persone con cui ha che fare per averle frequentate decenni, abbia voluto dare fiducia e attribuire credibilità a certi personaggi che non si sa come siano capitati alla guida del Paese…

  25. Signor Gioacchino, signor Mirco, altre categorie hanno avuto di più dell’autotrasporto? Partiamo dallo studio Conftrasporto che dice che un trasportatore paga 6 volte le tasse rispetto alla media italiana (per fatturato) … poi non crediamoci, come al solito succede in Italia, facciamo un salto indietro, e facciamoci i conti in tasca: un veicolo pesante paga di tasse la bellezza di 0,14€/km SOLO DI ACCISA (mica contando anche quella che ci danno indietro, e ora vorrebbero toglierci, quella che paghiamo e basta). Per 100.000 km fanno 14.000€ A CAMION ALL’ANNO SOLO DI ACCISA SUL CARBURANTE. Poi c’è l’albo, il bollo (altri 800€ a mezzo), il personale (fate voi i conti, 44.000€ lordi per circa 22/25.000€ netti al dipendente), i corsi obbligatori, la tassa sulle assicurazioni (la pagano tutti, ma mica tutti pagano più di 5.000€ di assicurazioni a veicolo) … tutto questo A PRESCINDERE dal bilancio, questo lo paghi e basta, se qualcosa poi guadagni ci paghi altre tasse come tutte le imprese italiane … Signor Gioachino, signor Mirco, lo Stato non ci sta dando NIENTE che noi non gli abbiamo già dato noi in misura molto molto maggiore a quasi tutti gli altri settori. Neanche venivano richiesti ulteriori fondi … solo tutele verso chi, tutte queste tasse, mica le paga … una cosa sacrosanta, che ogni ministro dovrebbe fare per il proprio settore di riferimento perché questo é il loro compito, mica inaugurare le autostrade, discutere di macrosistemi economici, farsi eleggere in Europa o salvare il fondoschiena ad una grande impresa privata (posseduta dalle banche). Mi vien da sorridere, quando si dice “ora tocca ad altri”. Tocca ad altri cosa, fare accordi che poi vengono sistematicamente smentiti ? Essere ascoltati, per poi concludere senza alcun risultato ? Elargire incentivi (mai pagati … stiamo aspettando quelli del 2009 …) che non arrivano, a volte completamente inutili, senza riformare niente? Sicuramente c’è chi sta peggio di noi trasportatori, mi spiace molto per loro, spero che manifestino contro il loro ministro competente con molti più risultati di quanti ne stiamo avendo noi col nostro.

  26. La gente parla e non è informata. Non si parla di aiuti o incentivi, il problema sono le condizioni di lavoro. Avete un negozio? Bene, immaginate che i negozi confinanti e vostri diretti concorrenti abbiamo dipendenti che paghino tasse e contributi in un Paese che costa un decimo, che i loro veicoli siano immatricolati sempre in questo Paese dove costa un decimo e tutti i documenti e i controlli siano ridotti al minimo in quanto in questo Paese non sono richiesti come da noi. Ecco, questo è quello che sta succedendo nell’autotrasporto. Aziende che operano sul territorio in queste condizioni, uccidendo di conseguenza il libero mercato. Il trasporto su gomma può non piacere, ma in questo Paese è INDISPENSABILE. Senza, qualunque attività è ferma e non dopo un mese, dopo due giorni. Quindi o deleghiamo tutto il settore a vettori esteri sottocosto, senza garanzie e senza prospettive e siamo pronti a pagare un disastro economico e sociale o ci muoviamo subito. Non tra poco. Subito.

  27. L’alternativa alla strada del dialogo scelta da Uggè quale poteva essere? Lo scontro frontale? Lo sciopero a oltranza? E poi, dopo aver scioperato per una settimana o un mese, dopo non aver ottenuto nulla se non di perdere i pochi soldi rimasti a disposizione, cosa avreste fatto? Un altro sciopero? E poi un altro ancora? Fino a quando? Siete davvero convinti che in questo braccio di ferro avrebbero vinto i camionisti sui politici? I camionisti hanno una sola vita, quei maledetti ne hanno sette…

  28. Cara Antonella qui non è come nella Roma antica dove si diceva (i romani mi perdoneranno la non esattezza del termine) “famo a fidasse”. Noi abbiamo sempre saputo con chi avevamo a che fare. Ma secondo le regole normali ogni accordo si trasforma in normative e queste debbono seguire delle procedure. Voglio dire che quando hai una disposizione firmata in bozza tener ferma una categoria di imprenditori non solo li danneggia ma è insostenibile. Da lì nascono le possibilità per i politicanti senza parole (non tutti sono così) e a burocrati spesso in cerca di poter in ogni modo di aumentare il proprio potere di interdizione, (anche in questo caso non tutti sono così) di modificare, ritardare, rimangiarsi quanto concordato. l’esperienza mi insegna che il mondo del trasporto su gomma è fortissimo quando sospende i servizi ma subito dopo, e non sempre per le responsabilità di altri, si indebolisce per i comportamenti dei singoli operatori. Non è facile come vede. La strada, oltre che dalla crescita del singolo operatore, è quella di riuscire a tener alta la pressione sul Governo. Qui si inseriscono le responsabilità delle dirigenze delle federazioni che in molti casi ascoltano gli ordini che derivano loro dalle superiori confederazioni. Bisogna arrivare a superare questi momenti di debolezza con l’unità della categoria ma senza la propulsione dei singoli operatori questo non succede. In chiusura si fa quello che si può con le armi che sono a disposizione e, mi sia consentito osservare che fino d oggi dei risultati non è che siano stati proprio assenti. Oggi qualcuno cerca di metterli in discussione ma la ragione vera è che qualcuno ha aiutato chi dirige il Paese (burocrati e governanti) a formarsi il convincimento che il mondo del trasporto sia debole perché si è diviso. Vedremo se la categoria di operatori seri, che non sono sempre pronti a fermarsi per cose inutili, ma che si danno da fare con il loro impegno a rafforzare chi cerca di portare avanti delle iniziative utili darà ragione a chi ha detto al governo in questi giorni che l’autotrasporto non è unito e quindi non vale la pena ascoltarne le richieste in quanto non in grado di fare nulla.

  29. Mi rivolgo a milioni di italiani: adesso noi camionisti ci fermiamo. Chi vi porterà il cibo nei negozi? Il ministro Lupi? Il premier Renzi? O forse qualche decina di migliaia di loro “dipendenti” (ed elettori, piazzati in qualche ufficio pubblico proprio perché portatori di voti e basta!!!!!) magari su migliaia di auto blu pagate sempre da noi imbecilli che non ci decidiamo a mettere questi parassiti su una strada una volta per tutte?

  30. Signor Lupi, faccia un piacere a qualche centinaio di migliaia di lavoratori del settore autotrasporti, lasci la guida del ministero. Glielo chiediamo per favore.

  31. Il Governo Renzi ci ha presi in giro, ha dimostrato di considerarci dei poveri idioti da trattare come tali, noi abbiamo cristianamente porto l’altra guancia una, due, dieci volte, fino a farci gonfiare il muso come in un impari combattimento di boxe in cui uno mena e l’altro incassa e basta, senza neanche alzare la guardia. Ma siamo una categoria muscolosa e che (pur senza alzare le mani e in senso esclusivamente virtuale) sappiamo menare le mani. Cosa aspettiamo a farlo? Vi garantisco che un presidente del Consiglio bravissimo a parlare e pessimo a fare fatti (anche perchè quando li fa, come nel caso dell’attacco all’autotrasporto, fa solo danni) e un ministro categoria superleggeri come il signor Lupi che ha dimostrato, in questo caso di contare come il due di briscola a scala quaranta, li mettiamo al tappeto in una ripresa. Virtualmente parlando, s’intende, usando i guantoni del fermo nazionale dei trasporti a oltranza! Io sono pronto a salire sul ring e voi?

  32. Presidente Uggé, mi permetta di manifestarle tutto il mio rammarico per averle dato ascolto in un’occasione (in moltissime altre sono stato felicissimo di averle dato retta…). Si ricorda Roma, convegno Conftrasporto? Lei, in una pausa caffè, disse a un gruppetto di associati Fai che sarebbe stato necessario dare tempo al ministro Lupi, che erta una brava persona e capace, che avrebbe imparato. Posso dirle che negli ultimi anni credo di non aver visto ministro peggiore? Non se la prenda presidente, lei resterà sempre la nostra insostituibile guida, ma per una volta temo abbia sbagliato strada anche lei… Con immutata stima e affetto. Ps: non credo faticherà a riconoscermi da queste poche righe….

  33. Può far esplodere la rabbia? Deve farla esplodere. In modo civile e democratico, come per esempio spegnendo i motori di tutti i tir per un mese… Poi vediamo come Renzi e compagni sono capaci di trasportarvi la pappa a casa…

  34. Ministro Lupi, dei trasporti non gliene frega niente: faccia un favore a se stesso e ai trasportatori, si tolga di mezzo e lasci andare avanti qualcuno che ha voglia e capacità…..

  35. Associazioni di categoria, tutte insieme potreste fare una raccolta di firme chiedendo le dimissioni del ministro Lupi. Scommetterei su qualche centinaia di migliaia di adesioni…. Praticamente tutti i trasportatori d’Italia che hanno avuto modo di capire che razza di ministro ci è toccato….

  36. Anch’io mi ero lasciato convincere a dare fiducia al signor Lupi: faccia da bravo ragazzo che va a messa la domenica…linguaggio pacato senza mai alzare i toni…. sembrava (e continua a sembrare9 una bravissima persona, ma da qui a diventare un ministro con le palle …..

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