Cna Fita pronta a cancellare i costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto merci

Per strada si incontrato molte persone: alcuni possono essere ottimi  compagni di strada, altri pessimi, gente ” che è meglio perdere che trovare, inaffidabili come pochi e, soprattutto, proni ai voleri di chi, a casa loro, realmente comanda: vale a dire gli artigiani della produzione”.  Parola di Silvio Faggi, segretario nazionale della Fiap, federazione italiana autotrasportatori professionali, che in un comunicato stampa, mette durissimamente sotto accusa Cna Fita, “colpevole” di aver chiesto,  insieme a Confindustria, Confetra e Trasportounito, l’abolizione dei costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto merci. Una richiesta che ha spinto Silvio Faggi a dichiarare che “ora è bene che ognuno vada per la sua strada: Cna Fita e Trasportounito da una parte a reggere la coda ai committenti e le federazioni che hanno ancora a cuore gli interessi della categoria dall’altra”. Una frattura nettissima, con un’associazione che già in passato, ha tuonato sempre il responsabile della segretaria nazionale dalla Faip,  “aveva fornito precisi segnali che ci dicevano che in questa associazione gli imprenditori dell’autotrasporto contavano un po’ meno di niente. Un esempio a caso? A fare il presidente regionale dell’ Emilia Romagna è stato chiamato un signore che, con un’auto blu (Ncc), trasporta persone! Uno che dei problemi degli autotrasportatori, ne siamo certi, ne sa a pacchi! Nel corso di questi anni abbiamo anche, inutilmente, proposto che questo corpo diventato ormai estraneo, per non dire contrapposto, agli interessi dell’autotrasporto venisse messo ai margini degli organismi unitari a cominciare proprio da Unatras. Ora se qualcuno cercava la prova regina che non ci eravamo sbagliati neanche un po’ dovrebbe chiedere testimonianza a chi il 7 maggio era presente in Confetra, a una riunione alla quale hanno partecipato Cna Fita, Trasportounito, Confetra e Confindustria. E, udite,  udite, Cna Fita in tale sede ha dichiarato di essere d’accordo ad abolire i costi minimi di sicurezza. Incredibile? No, tutt’altro! L’unica cosa di incredibile è che qualcuno ancora sia disposto a dare  credito a chi, scientemente e sistematicamente, agisce in questo modo”. Risultato di tutto questo? La necessità di  fare “quell’opera di pulizia del settore che in tanti, noi compresi, considerano vitale per ridare dignità e solide prospettive future a chi vuol continuare a fare questo mestiere; per quante colpe possono avere la stragrande maggioranza degli autotrasportatori non merita di essere trattata in questo modo”.

29 risposte a “Cna Fita pronta a cancellare i costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto merci

  1. È da più di un anno che la menano con i costi massimi e con la necessità di fare accordi con la committenza come se non fosse lampante che chi non rispetta la legge tantomeno rispetterà degli accordi anche se molto meno impegnativi. È chiaro che a chi ha altri interessi non può importare di meno dei trasportatori e della loro pazzesca fatica quotidiana di cercare di andare avanti rispettando le regole nonostante la lampante mancanza di potere contrattuale di fronte a chi opera fuori dalle stesse. Abolire oggi i costi minimi vuol dire distruggere quel che è rimasto in Italia dell’autotrasporto nazionale e dare il via libera all’invasione delle vere o finte aziende dell’est.
    A parole si battono contro la somministrazione del lavoro da parte di autisti stranieri sottopagati (chiedendo addirittura la sospensione del cabottaggio) e poi si alleano con chi ha creato e sfrutta questo devastante fenomeno.
    Spero che i Trasportatori, come anche gli Italiani verso la politica, guardino finalmente togliendo le fette di salame dagli occhi chi opera realmente per difendere la parte sana della categoria e chi invece lo fa solo a parole e poi colpisce i propri associati alle spalle con una azione che se attuato si rivelerà mortale.

  2. Non è possibile!!!! In un momento così critico dove il mondo delle Associazioni dovrebbe fare fronte comune e squadra a supporto e sostegno degli autotrasportatori, ecco che ancora una volta dimostrano la pochezza e il poco spessore dei propri rappresentanti nazionali. Da autotrasportatore mi verrebbe da dire e lo confermo che si divertono a nostre spese a farsi le “pippe”. La volete smettere????? dov’è il vostro senso di responsabilità e il rispetto per noi trasportatori?

  3. Il problema non è la Fita, ma chi in questo momento la rappresenta, la signora Franchini. La base della Fita e’totalmente in linea con le posizioni dell’Unatras. La signora Franchini che poco conosce dei problemi dei trasportatori cerca solo di dividere le associazioni e crede di recuperare visibilità e protagonismo per se stessa dialogando con Confetra e Confindustria. È il momento però che gli iscritti della Fita facciano sentire la propria voce e limitino i grandi danni che il loro presidente sta facendo.

  4. È vero quello che dice Luca, i trasportatori della Fita hanno i nostri stessi problemi (come potrebbe essere diversamente) e per la maggioranza di loro i costi minimi (anche se non rispettati) sono l’unico argine alla prepotenza di certi committenti (Confindustria) e spedizionieri (Confetra). Chiedo quindi ai trasportatori che conoscono i colleghi di questa associazione a contattarli ed a esortarli perché si facciano sentire presso la loro associazione sul fatto di essere d’accordo o meno sull’abolizione dei costi minimi.

  5. Trovo che ogni posizione espressa sia condivisibile e credo anche che sia giunto il momento di fare il punto della situazione “costi minimi”. Quali dati abbiamo oggi? come si è evoluta la loro applicazione? quanti trasportatori li hanno richiesti e come si è comportata la committenza? quanto contenzioso c’è stato? che sentenze sono state emanate? quanti gradi di giudizio? il comportamento dei giudici è omogeneo a livello nazionale? se non partiamo da qui e cioè dalla condivisione dei dati, non potremo andare molto lontano. i colleghi, di qualsiasi associazione, hanno bisogno di chiarezza per esprimere il loro giudizio.

  6. Sono un trasportatore, ho usato l’83 bis e lo sto usando tuttora. I costi minimi, da un lato, come deterrente ma soprattutto la corresponsabilità sulla filiera del pagamento.
    Nessun giudizio, nella fase preliminare il giudice si è chiaramente espresso alla controparte, sottolineando come la legge sia chiara, e la controparte ha recepito benissimo il messaggio.
    Perdere l’83 bis, per la mia attività, facendo diversi trasporti in sub-vezione, sarebbe semplicemente un disastro (ca 25.000.000€ di fatturato, per dare un’idea).

  7. Sulla sig.a Franchini, se l’esposizione è chiara, io proporrei di mandare un messaggio a tutta la Fita CNA, non alla dirigenza, in cui si evidenzia che la presidenza ha una visione completamente diversa da quella delle altre associazioni e che, salvo evidenti chiarimenti, non potrà essere considerata una partner. Se la base recepisce e l’associazione si riallinea, bene. Altrimenti …

  8. Sono perfettamente in linea con il signor Matteo L., purtroppo la base della Fita Cna sembra aver a che fare con un Nazionale sordo e cieco anche davanti all’evidenza dei fatti, purtroppo c’è un ma: è proprio la Signora Franchini o chi è “dietro di lei” che vuole distruggere i costi minimi, ai quali a onor del vero la Signora non ha mai creduto. È proprio la Base della Fita Cna che continua da mesi e mesi a invitare la Signora Franchini a rispettare il progetto comune in Unatras. Ma ripeto non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire o peggior cieco di chi non vuol vedere. Quello che sembra strano è che la battaglia sui costi minimi è partita proprio in Cna Fita, altre associazioni non ci credevano in prima battuta e ora abbiamo il maggior nemico degli stessi Autotrasportatori nella stessa Fita Cna unica associazione che non ha fatto ricorso al Tar e in Unione Europea contro chi vuole eliminare questa giusta Legge sull’83 bis pur non perfetta ma comunque Legge….. gli associati di questa realtà dovrebbero proprio riflettere e reagire.

  9. A Giancarlo voglio rispondere con un apri gli occhi e smettila di coinvolgere quelli che provano a difendere i nostri interessi con quella presidente che sta concordando con la committenza la nostra fine. Ad Alessandra vorrei dire che il tempo delle verifiche non esiste. Ma Lei opera nel nostro mondo o vive sulle nuvole? I costi minimi sono sicuramente un aiuto per noi che andiamo sulle strade. la responsabilità condivisa e il diritto di rivalsa sono le due cose che danno più fastidio ai committenti bagarini. Se non lo hai compreso o ci sei o ci fai! Ti do un consiglio gratis. se vuoi capire vai a leggere sul sito Conftrasporto le comunicazioni del presidente Uggè. Se leggi con attenzione troverai la risposta di come stanno le cose. Sono i bagarini che vogliono poter sfruttare noi trasportatori senza aver responsabilità. Se non lo Hai capito e fai quelle domande che hai fatto, scusami ma gatta ci cova…
    Antonio

  10. Alessandra il punto sulla situazione sui costi minimi è impossibile farla in quanto, grazie ai ripetuti rinvii prima del Tar ed adesso dell’Europa ed alle divisioni nelle associazioni che non hanno voluto spingere l’acceleratore sui controlli la loro applicazione è minima ed a volte è solo un (importante) deterrente. Se ci fosse la reale applicazione dei costi minimi la situazione del trasporto sarebbe sicuramente meno disastrata e il fatto che i committenti si stiano battendo strenuamente per il loro abbattimento (visto che tolti i trasporti esenti sotto i 100km e quelli che hanno tariffe superiori la % soggetta a costi minimi è si e no il 30% del totale) vuol dire che proprio inutili non sono.
    Adesso che anche “il corriere dei trasporti” molto vicino a Fita si è accorto che la salvezza del trasporto sono le piccole e medie aziende vogliamo fare i Tafazzi e distruggerle togliendo i costi minimi????

  11. Sig.a Alessandra, semplice lettera alle sedi provinciali/regionali/locali sul territorio. Quelle persone che, presumo, abbiamo votato la sig.a Franchini e che la possano reindirizzare, sostenere oppure deporre. 83 bis: 2 applicazioni tramite legale (per corresponsabilità dei pagamenti e per costi minimi), 3 tramite nostra raccomandata pre-giudiziale (bancali, pagamenti, pagamenti), più innumerevoli “avvertimenti di applicazione”. Nessun giudizio emesso, il cliente ha sempre “invitato” il primo vettore a pagare quanto dovuto, e i bancali sono stati ripresi “così com’erano”, ovvero legna da ardere purtroppo ma molta GDO questo restituisce.
    Per me il feedback di questa legge è eccezionale, se devo confrontarmi con altri imprenditori (edili, ad esempio) che questa corresponsabilità non l’hanno.

  12. Ok, semplice lettera. E se rimanesse lettera morta? nel senso che, non essendo pubblica, le varie sedi potrebbero non divulgarla. meglio allora i giornali o dibattito pubblico: in tv o in rete. vorrei chiarire che non sono contro i costi di sicurezza, tutt’altro. considerando che la giurisprudenza è scarsa, il sistema dei controlli ancora peggio, (facilmente manovrabile da chi ben sappiamo) gli enti preposti all’irrogazione delle sanzioni che dovrebbero lavorare in sinergia con i controllori non hanno fatto ancora nulla perché i primi sono bloccati (sempre da chi ben sappiamo), le associazioni divise…non mi sembra un bel quadro. quando poi leggo “Il problema è che la committenza è connivente, sa quello che accade, ma accetta per risparmiare sulla manodopera” in riferimento ai recenti fatti rilevati dal pn Nocerino di Milano nella logistica, mi chiedo fino a quando dovremo sopportare tutto questo. Per quanto mi riguarda è giunta l’ora di aprire una stagione di LOTTA.

  13. Una stagione di lotta. Penso anche io che sia proprio quello che sta per accadere e la divisione (a volte sinceramente inspiegabile) tra le associazioni come l’adesione di Trasportounito a Confetra a me sembrano tentativi per rimandarla. Il problema è che la rabbia nella categoria, come nel Paese, sta aumentando a livelli veramente pericolosi e se partiranno delle azioni in questo clima di divisione e verrà meno l’azione unitaria e moderatrice delle associazioni di categoria, avrà il sopravvento la parte più violenta ed incontrollabile.

  14. Cari signori, poco importa se Trasporto unito è passato a Confetra, sapevamo che il signor Longo cercava un posto al sole e forse finalmente lo ha trovato, ma che Cna Fita dopo quanto accaduto nel 2007 proprio per colpa dell’allora segretario nazionale, il Signor Longo appunto, si schieri al suo fianco contro le altre associazioni, di fatto disconoscendo una Legge 83 bis , non sta nè in cielo nè in terra. Vogliamo poi parlare dell’ultimo accordo, quello del cemento, firmato a aprile con Confindustria dove di fatto la Cna Fita ne ha condiviso i contenuti e dove non c’è più traccia dell’azione diretta di corresponsabilità di riconoscimento dei costi minimi e dei costi incomprimibili a favore degli autotrasportatori? Ma ai tavoli di quelle trattative chi ci mandano da questa associazione, una ballerina di tango…. forse??

  15. Violenta? Incontrollabile? Quanto è “violento e incontrollabile” lo scandalo Expo? Quanto è violenta e incontrollabile l’inerzia del governo? Quanto violenta e incontrollabile l’azione dello Stato nei nostri confronti quando, non essendo stati pagati, non possiamo versare le imposte? Quanto è violenta e incontrollabile l’azione delle lobbies a livello locale ed europeo? Quanto violenti e incontrollabili sono i comportamenti delle grandi imprese? E quelli dei bagarini? Quanto è violenta e incontrollabile la speculazione finanziaria? Che cosa intende esattamente per violenza, signor Roberto? Quella fisica? Quanto a Trasportounito, di che preoccuparsi. È sempre stata definita un’associazione minore con a capo un malato di protagonismo. Con l’ingresso in Confetra conterà ancora meno.

  16. Almeno oggi è chiaro a qualsiasi autotrasportatore, a meno che non sia non in grado d’intendere e volere, che chi sta con certe associazioni è agli ordini della committenza e può scordarsi di avere costi minimi e altro… Più chiaro di così…

  17. Il problema è che ai tavoli delle trattative ci vanno esperti di autotrasporto e persone che vogliono tutelare la categoria ma anche nani e ballerine (non so se di tango…) che non capiscono niente del nostro mondo e ai quali non gliene frega niente degli autotrasportatori perché loro sono SUL LIBRO PAGA DI CONFINDUSTRIA!!!! E se non l’avete ancora capito toglietevi le fette di salame dagli occhi!!!!!!

  18. Alessandra, premesso che la pensiamo in modo non molto diverso, intendevo dire, avendo vissuto tanti fermi, che le azioni di protesta quando si fanno con tutte le associazioni unite per ottenere quanto necessita alla categoria, possono portare a qualche risultato (anche se magari scarso) e sono governabili, ma quando la situazione degenera come sta avvenendo da diverso tempo temo che le inevitabili e più che necessarie azioni di protesta (con la categoria disunita ed esasperata) portino con sè il rischio di “guerra fra poveri” e infiltrazioni esterne violente che abbiamo già visto nel passato per fortuna in forma limitata. Questo non vuol dire che tutto quello che tu affermi non sia vero anzi è proprio il contrario ed è per quello che io sono sostenitore, almeno fino a una seria moralizzazione del settore, dei costi minimi per i quali ho ripetutamente sostenuto la necessità che per renderli efficaci serve solo che non possano per legge essere detratti dai costi delle aziende i trasporti fatti sotto tale soglia. Ed ecco risolto il problema dei bagarini e quasi tutto quello che tu hai citato. Ti saluto e mi scuso se ti ho dato del “tu”.

  19. Ho letto il commento e a parte le solite beghe con le altre associazioni (che non voglio commentare in quanto per me non tengono svegli di notte i trasportatori) devo dire che non ci ho capito molto. In particolare sul motivo iniziale delle contrarietà ai costi minimi qualcuno mi può spiegare cosa vuol dire la frase “nei giorni scorsi qualche cespuglio della Conftrasporto si è affrettato a dire che, in un incontro avvenuto in Confetra, “CNA-Fita… ha dichiarato di essere d’accordo ad abolire i costi minimi di sicurezza”. In realtà sull’argomento abbiamo smesso di pronunciarci da quando, ottenuta la legge, è stato constatato che non era risolutiva e applicabile come avremmo voluto. Perché? Forse per la ragione che, un attimo prima, una parte della nostra associazione aveva con forza rappresentato in ogni confronto, interno ed esterno, con le altre rappresentanze dell’autotrasporto? Cosa vuol dire? Sono d’accordo con l’abolizione dei costi minimi o no? Perche tutti parlano ma nessuno pubblica l’accordo sul cemento che hanno fatto in modo che possiamo “noi”giudicarne la validita?

  20. Mia cara Alessandra, i commenti sul comunicato Fita ci sono eccome se ci sono. Uno: sono sicuro che la Fita legga molto questo blog e se questo serve a dare notizia che esiste come Nazionale alla sua base associativa, stiamo facendo un buon lavoro con le nostre riflessioni. Due: ho notato che nel comunicato pubblicato sul sito Cna Fita la presidente riporta molte delle battute che sono state espresse nei vari commenti, sembra quasi rispondere alle nostre perplessità di autotrasportatori. Tre: finalmente batte un colpo la presidente e comunica tramite sito che sembra arrabbiata con le altre associazioni: vedi cara Alessandra, un presidente nazionale, e in questo caso della Cna Fita, non dovrebbe mai pensare di avere la verità in tasca, ma dovrebbe rapportarsi sempre a 360 gradi con gli altr. Ecco perchè si parla di “patto di consultazione preventiva” al quale mi pare abbia partecipato anche l’Anita, perché chi ha gli stessi problemi e rappresenta autotrasportatori di piccole medie e grandi aziende dovrebbe monitorare il pensiero di tutti prima di condividere il pensiero della controparte… Altrimenti le corse in avanti dei primi della classe fanno danni per tutti, oltre che dimostrare la poca capacità di rappresentare il settore. A me da trasportatore non piace questo modo di fare non mi rappresenta e spero che gli associati Fita Cna se ne rendano conto prima che sia troppo tardi.

  21. Noto un non so che di sardonico nelle parole del signor Claudio specie quando si rivolge a me. Il mio commento al comunicato della presidente è questo: l’incipit è un contorsionismo lessicale mentre l’explicit è interessante; ciò che sta nel mezzo, prolisso. Testo in generale poco scorrevole. Buona serata.

  22. Il fermo è sicuramente un mezzo antiquato ed andrebbe minacciato e fatto solo in casi estremi perchè abbia un minimo di efficacia (nell’ultimo periodo , rileggendo le dichiarazioni,mi sembra che sia stato minacciato da tutte le associazioni almeno una o più volte). Propongo a chi frequenta questo blog di segnalare le proprie soluzioni di lotta alternative. La mia è quella che le associazioni chiedano di togliere il telepass ai veicoli e di fare il mancato pagamento delle autostrade a tutti gli associati (salvo naturalmente pagare tutto l’arretrato senza penali alla fine della vertenza).
    Questa cosa andrebbe fatta un giorno la prima settimana, due giorni la seconda, tre la terza fino ad arrivare ad una settimana intera.
    Questo ci toglierebbe il problema di litigare con i nostri clienti perchè non facciamo i viaggi e farceli fregare dal collega piu “intelligente” e creerebbe un effetto mediatico notevole con costi minori di un fermo ai trasportatori. E poi dovrebbe piacere alla Sigra Franchini vista la sua diatriba con i difensori delle concessionarie autostradali. Aspetto altre proposte.

  23. Le forme di lotta non si discutono qui o in altro luogo pubblico. Non vorrai fartele stoppare ancor prima di metterle in atto, vero?

  24. Io sono per il contributo delle idee che viene dalla base. La fantasia dei trasportatori è notevole visto che vi fanno giornalmente ricorso per sopravvivere e di trasparenza in questa Italia penso che ce ne sia estremo bisogno. Oltretutto diverse delle proposte che ho ricordato nei miei interventi ,compreso questa,le ho già sottoposte da anni nelle sedi opportune senza alcun riscontro. Magari solo perchè sono irrealizzabili o campate per aria.
    Ma io penso che dobbiamo essere noi dalla base a spronare continuamente i vertici delle associazioni con nuove idee e loro invece hanno il compito di fare la sintesi e portare avanti le proposte migliori (magari usando questo blog mettendo ad es. le faccine tanto in voga per valutarne il gradimento)
    E quindi ,per non smentirmi,ripeto altra mia proposta per combattere il distacco del personale estero : l’accise sui carburanti(escluso i monoveicolari) deve potere essere detratta esclusivamente dai contributi dei dipendenti.

  25. A che servono i costi minimi di sicurezza quando non ci sono i controlli per farli rispettare? Io sono un autotrasportatore di Ragusa (Sicilia) e per andare a Perugia ci sono 1044 km con il costo minimo di sicurezza + il traghetto dovrei fatturare 1464.23 + iva anche se ci si sta dentro a pena pena, purtroppo nella realta non è cosi. Questi viaggi li fa un trasportatore della provincia di Palermo che viene a caricare a Ragusa per Perugia per 35.00 euro a tonnellata con il cassone ribaltabile con portata utile di circa 29,5 tonnellate = 1032.50 euro + iva . Io vorrei sapere dai miei colleghi trasportatori se sono io troppo caro con i costi minimi di sicurezza o è lui che sa fare i conti meglio di me.

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