Cara auto, non sei più uno status symbol: l’importante è usarla, non averla

L’auto non è più uno status symbol, è semplicemente un mezzo per spostarsi. A volte indispensabile, sicuramente comodo. Ora averne una di proprietà non è più “obbligatorio”, basta poterla usare. Secondo un’indagine Nielsen condotta su un campione di oltre 29mila individui in 58 Paesi, per sette italiani su dieci (il 71 per cento, +19 per cento rispetto alla media Ue) è infatti importante poter utilizzare un’automobile anche non di proprietà. Un segnale che fa vedere di buon occhio l’offerta dei servizi di car sharing.

Ciononostante 1 su 2 (il 48 per cento, in linea con la media UE pari al 50 per cento) ha dichiarato l’intenzione di acquistare un’auto nei prossimi due anni, con il 21 per cento orientato verso l’usato e il 27 verso il nuovo. Sono gli uomini e soprattutto i giovani under 30 a esprimere l’intenzione di acquistare una vettura nuova. Secondo l’indagine, solo il 29 per cento di chi possiede un’auto la ritiene uno status symbol, percentuale che scende al 18 per cento tra chi non ne possiede una. Invece l’84 per cento dei possessori considera la macchina principalmente un mezzo per spostarsi, attribuendogli un valore prevalentemente funzionale; percezione diffusa anche nel target “non possessore” (59 per cento).
Dai risultati dello studio Nielsen, il 46 per cento degli italiani possiede una sola automobile, il 36 per cento ne possiede due e il 7 per cento tre o più. Solo il 10 per cento non ha un’auto di proprietà, contro una media europea del 20 per cento. Tra i proprietari di un autoveicolo in Italia, 7 su 10 dichiarano di avere un buon legame con la propria auto. In particolare, agli italiani piace guidare (71 per cento) e considerano l’auto alla pari di un “buon amico” (70 per cento). Fra quanti non possiedono l’auto, invece, il 70 per cento ne vorrebbe una se potesse permetterselo e 6 su 10 optano per altri mezzi di trasporto, sia a causa dei costi, sia per le difficili condizioni di traffico. Meno della metà del campione italiano, infatti, la usa per recarsi al lavoro (47 per cento), mentre nel resto del mondo è il 61 per cento. In termini di tempo trascorso in auto alla settimana, però, il 25 per cento dei pendolari italiani dedica più di 4 ore per recarsi al lavoro, mentre in Europa il tempo trascorso in auto è meno di un’ora la settimana. “Questi dati”, ha dichiarato Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia, “indicano che gli anni della crisi hanno reso i consumatori “smart” non solo nei processi di acquisto dei beni di largo consumo. Rispetto all’era pre-crisi, anche nel settore automotive siamo di fronte a consumatori più esigenti, pragmatici, costantemente alla ricerca del miglior ‘value for money’ e di una ‘shopping experience’ personalizzata, unica, divertente, “condivisa” e che sfrutti, sempre più, i vantaggi della tecnologia. In tale contesto”, precisa Fantasia, “il car-sharing potrebbe rappresentare la risposta alla domanda di un “nuovo” segmento di automobilisti, ‘gli smart driver’, più interessati al mezzo inteso come strumento per soddisfare un bisogno di base, piuttosto che un mezzo attraverso cui ‘ostentare’ il proprio status symbol”.

Una risposta a “Cara auto, non sei più uno status symbol: l’importante è usarla, non averla

  1. Buonasera, in un Paese come il nostro, dire che, l’auto non sia più uno status symbol, mi sembra molto azzardato e non certo veritiero. L’Italiano l’auto ce l’ha nel sangue e ancora oggi, nonostante la crisi economica, la maggior parte degli Italiani, rinuncia a mangiare o a cambiare il vestito, le ferie mordi e fuggi ma, rinunciare all’auto è ancora e lo sarà sempre, improponibile. E’ vero e questo nessuno lo può negare che, le immatricolazioni di auto nuove, sono drasticamente calate ma è anche vero che, a una semplice domanda, se vincessi al superenalotto, cosa faresti? la maggior parte delle persone interpellate, hanno dato la priorità alla casa e subito dopo, una vera supercar. Ovviamente con la crisi, l’auto si dimentica ma, non si smette di sognarla. Perciò, sono convinto che, senza crisi e senza l’ossessione del fisco, l’Italiano sia ancora attratto dalle quattro ruote e anche dalle due. Molto difficile pensare che l’auto non sia più uno status symbol, lo sarà sempre e quando apriremo le frontiere al mercato Americano e Giapponese e la pressione fiscale ci darà un pò di tregua, ritorneremo a vedere girare nelle nostre città e su tutta la penisola, un numero impressionante di supercar. Sempre che, tutto quello che ho elencato, succeda. E non è detto che succeda. Difficile a ipotizzarlo, difficile. Auguri di Buona Pasqua a tutti. Cordialmente.

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