La Guardia di Finanza deve fare i controlli sui costi per la sicurezza nei trasporti?

“La legge 23 aprile 1959, numero 189, “Ordinamento del Corpo della guardia di finanza” specifica che la Guardia di finanza stessa ha il compito di eseguire, oltre ai peculiari compiti assegnati, anche gli altri servizi di vigilanza e tutela per i quali sia dalla legge richiesto il suo intervento; in tal senso, il Decreto legge 95/12 sulla spending review (che è provvedimento provvisorio avente forza di legge) attribuisce che le sanzioni conseguenti alle violazione dei costi minimi per la sicurezza nei trasporti siano irrogate dagli organi del comando generale della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate in occasione dei controlli ordinari e straordinari effettuati presso le imprese (invece che al ministero dei Trasporti, come in precedenza). Proprio alla luce delle competenze della Guardia di finanza, parrebbe pertanto che queste nuove attribuzioni siano per ora legittime (ed esecutive provvisoriamente sin dall’emanazione del 6 luglio scorso) in quanto derivanti da provvedimenti con forma di legge emanati dal governo, a condizione che vengano convertiti poi in legge nel termine di 60 giorni”. È questo il parere che l’avvocato Natale Callipari, consulente legale di Fai Conftrasporto, ha inviato al presidente della stessa federazione, Paolo Uggè, rispondendo a una richiesta di chiarimenti in merito all’attribuzione agli uomini delle Fiamme gialle  dei nuovi poteri sanzionatori in ordine alle violazioni dei costi minimi. Una richiesta di chiarimenti resa necessaria dalle numerose richieste (diverse delle quali arrivate anche alla redazione di Stradafacendo) in merito proprio al dovere che la Guardia di Finanza avrebbe o non avrebbe di effettuare i controlli legati all’applicazione dei costi minimi per la sicurezza, controlli previsto su tutta la filiera del trasporto, a cominciare dalla committenza.

“Premesso che il sistema sanzionatorio era  in grado di funzionare e che quindi il nuovo articolo è una evidente dimostrazione che all’interno del Governo la mano destra non conosce quello che fa la sinistra (il decreto delle sanzioni è stato firmato da alcune settimane!),  il sistema sanzionatorio prevede l’esclusione dai contratti pubblici e la perdita dei benefici per quei committenti che non rispettano le disposizioni sui costi della sicurezza”, ha commentato Paolo Uggè. “L’aver affidato alla Guardia di finanza il compito dei controlli è stata una scelta del Governo, che di fatto ha smentito sè stesso, andando a introdurre un nuovo sistema che per l’aspetto sanzionatorio era diverso da quello previsto nel decreto appena firmato. Da parte nostra era stata subito richiesta una verifica circa la reale possibilità e competenza della Guradia di finanza la quale avrebbe sì potuto effettuare i controlli e redigere i verbali, ma poi si sarebbe posto il problema del soggetto che emetteva le sanzioni.
Esiste poi un ulteriore elemento relativo alla effettiva possibilità di affidare nuovi compiti a un corpo già particolarmente impegnato in attività di controllo. In poche parole occorrevano delle verifiche sul reale funzionamento delle nuove disposizioni emanate dal Governo anche in relazione delle stesse perplessità sollevate, sembra, proprio dagli stessi vertici della Finanza. Sono state dunque le incertezze presenti nelle disposizioni, redatte forse in modo un po’ frettoloso (speriamo non voluto) e i dubbi sopra evidenziati a rendere necessaria la presa di posizione, con minaccia di un fermo dei trasporti,  attraverso il comunicato diffuso da Unatras . Le federazioni chiedono solo che vi sia un sistema sanzionatorio in grado di funzionare e quindi, non essendo state coinvolte, hanno voluto  evidenziare in modo chiaro al Governo che non sarebbero state accettati passi indietro. Vedremo cosa succederà. Il Governo potrebbe anche decidere di tornare al sistema già in essere. Agli autotrasportatori interessa solo una cosa: un sistema che funzioni ed è a difesa di questo obiettivo che ci siamo attivati”.

14 risposte a “La Guardia di Finanza deve fare i controlli sui costi per la sicurezza nei trasporti?

  1. Parrebbe, avrebbe: condizionale presente. Viene usato soprattutto per indicare un evento o situazione che ha luogo solo se è soddisfatta una determinata condizione. E se la/le condizioni non sono soddisfatte, buona parte dell’impianto cade. Non credo proprio che la Gdf voglia prestarsi a simili giochetti. Non può e non deve. La legge, i decreti correlati e i provvedimenti applicativi sono ancora troppo lacunosi perchè la Gdf possa applicarli. Le cause civili promosse da alcuni coraggiosi che hanno pur avuto sentenze favorevoli devono ancora passare dalla spada di Damocle del processo d’appello e qui vi è il serio rischio che il verdetto possa essere rovesciato. In una simile situazione, come e dove si colloca la Gdf?

  2. Alessandra, purtroppo, ha ragione e non dimentichiamo poi la pendenza al TAR che potrebbe invalidare il sistema alla sua origine …
    Fare i controlli su un sistema, per la verità valido ed operativo, ma che potrebbe non esserlo visto il ricorso al TAR …

  3. Ammettiamo che la modifica delle sanzioni a due settimane dall’emanazione del regolamento ci ha colti del tutto impreparati, dobbiamo, però, dire che nel nostro piccolo gli imprenditori che hanno colto le modifiche (pochini eh?!?) alle sanzioni le hanno accolte positivamente. Non ci è giunto nessun segnale di dubbio sul fatto che la GdF sia o meno in grado di effettuare i controlli e le sanzioni così modificate sembrano molto più applicabili rispetto a quelle definite nel regolamento precedente.

  4. La Guardia di Finanza, o qualcun altro al posto suo, cominci a controllare tutti quei camion (sono tanti) che alle frontiere cambiano le targhe: tolgono quella italiana e mettono quella rumena o polacca…. Queste sono cose che migliaia di camionisti sanno benissimo e, se qualcuno li ascoltasse, potrebbero spiegarle benissimo agli investigatori permettendo di smascherare i truffatori e ripulendo la categoria….

  5. Io qualcosa da spiegare l’avrei anche a quei “damerini” che guidano le associazioni di categoria e che, in giacca e cravatta (non con i maglioni sporchi di olio…) siedono a Roma a parlare di trasporti, di tir, senza sapere nemmeno come è fatta una cabina, senza averci mai messo piede.Tolgano i loro abiti firmati, passino una settimana in viaggio sui camion a scoprire in che Far West stiamo vivendo, come ci stanno massacrando la committenza, le banche, i concorrenti sleali (spesso veri e propri delinquenti), le srl che nascono e muoiono in un batter d’occhio senza aver ovviamente saldato le fatture…. Dopo potranno anche andare a Roma a rappresentarci degnamente…

  6. Facciamo un esempio. Io dal Friuli Venezia Giulia, diretto in Slovenia, alla frontiera vedo dei camonisti che cambiano le targhe. Bene annoto sigle e numeri e a chi li dò, chi chiamo con una ragionevole speranza che qualcuno intervenga e blocchi quel mezzo? Ma se percorriamo centinaia di chilometri in autostrada senza neanche incrociare una Pattuglia della Postrada. Signor Monti, tolga i soldi a migliaia di funzionari, dirigenti, impiegati di strutture pubbliche create solo per costruire dei bacini di voti, per piazzarci, lautamente pagati, gli amici degli amici a non fare un accidenti. Tagli quei soldi e, una minima parte, la usti per mettere sulle strade e autostrade qualche decine di pattuglie…. Non serve molto. Anche un professore dovrebbe capirlo….

  7. Spiace dirlo ma questo è un Paese che, per ripartire, ha bisogno solo di una cosa. Una sorta di dittatura, democratica, s’intende, ma dove per un tot anni ci sia una persona, scelta dagli italiani, che decida cosa si fa e cosa non si fa. Mettiamo fine a questa sceneggiata fra marionette di sinistra, centro, destra che, tutti d’accordo giocano a passarsi la guida del Paese ogni tot anni sulla pelle dei cittadini che lavorano…. tanto loro, sia che stiano al governo sia che stiano all’opposizione, portano a casa una montagna di soldi…. Mi fanno s……. e lo fanno a un numero sempre più alto di italiani….

  8. Ma quali “damerini”! Smettiamola di farci del male da soli. Comprendo l’incazzatura, anch’io lo sono, ma scaricare sempre sugli altri le responsabilità che appartengono in gran parte ad ognuno di noi è solo autolesionismo. Proviamo a domandarci cosa sarebbe di noi se quelli che ci rappresentano non ci fossero? ed ancora quante delle cose positive che ci hanno portato a casa e che ognuno di noi ha svenduto? avevamo le tariffe obbligatorie ed era un continuo dire che non funzionavano ed erano inuti (chi dice di no è un bugiardo. in diverse occasioni di incontro ho sentito dire quando qualche dirigente sindacale elencava nei risultati ottenuti gli aumenti tariffari “tanto non li riconosce nessuno”). Il perchè di questa inutilità la conosciamo bene: gran parte di noi “lasciava” gli aumenti o le riduzioni di costi ottenute dal lavoro delle federazioni, ai propri committenti al solo scopo di ottenere qualche viaggio in più. vogliamo poi dimenticare i miliardi di interventi a favore del settore? tutti regalati sempre da noi ai committenti. Forse è il caso che incominciamo a crescere evitando il facile ma poco responsabile gioco di dare le colpe agli altri. Certamente i dirigenti delle federazioni sono uomini e donne che possono sbagliare ma senza di loro saremmo in ben peggiori difficoltà. Il facile qualunquismo, la demagogia e anche un po’ d’ignoranza sono le cose dalle quali, se non vogliamo farci del male, dobbiamo rifuggire. Altro che maglioni sporchi, abbiamo bisogno di gente che conosca le normative, come si formano e soprattutto che riesca a far capire a chi emana le leggi e le disposizioni quelle che sono le esigenze non di qualcuno ma dell’intera categoria. Non continuiamo a farci del male.

  9. Ben detto Marco. Concordo completamente. Tuttavia il “continuare a farci del male” è anche dovuto alla mancanza di coordinamento tra associazioni. Auspico uno sforzo maggiore da parte dei loro vertici, verso questo obiettivo. È notizia di ieri che il governo francese è riuscito ad unire ben 14 associazioni del trasporto stradale. In ordine sparso si ottiene poco, con immane fatica e spreco di risorse.

  10. Leggo ora le affermazioni di Marchionne in un’intervista all’International Herald Tribune 1 che vi riporto: “la politica di Volkswagen sta provocando “un bagno di sangue sui prezzi e sui margini”. C’è da riflettere su queste affermazioni, fatte da un Committente. c’è da chiedersi quali comportamenti vi siano dietro affermazioni di questo tipo. Il bagno di sangue, i bisarchisti e i trasportatori che lavorano per lui, lo fanno da tempo.

  11. Mi fa piacere che Alessandra sia d’accordo con le mie considerazioni. Io per inciso sono in linea totale con quanto dice del ‘”geniale amministratore” Marchionne, certamente bravo a scaricare sugli altri i problemi finanziari siano essi governi o bisarchisti. A proposito delle lamentele di Marchionne consigliamogli di chiedere un costo minimo per legge ai prezzi delle automobilli, una specie di costi minimi. quelli funzionerebbero di sicuro e sono anche certo che l’Antitrust non avrebbe nulla da eccepire. Tornando alle federazioni vediamo se Alessandra è d’accordo anche su queste mie idee. In Francia il Governo ha messo tutte le federazioni del trasporto intorno ad un tavolo per cercare di trovare una linea d’azione comune. Mi pare una cosa buona e da Governo. Noi purtroppo abbiamo: un Sottosegretario che cerca spazio, per se stesso probabilmente alle prossime elezioni, e lo emarginano e LUI quando parla dice delle inesattezze enormi, come quella che ho letto proprio su Stradafacendo che l’attraversamento delle ALpi è un problema del trasporto su gomma (sic); un vice ministro che si sente un gradino sopra nostro Signore, con il rispetto dovuto per il buon Dio, non incontra nessuno e si occupa dei grandi temi ma evidentemente non considera i trasporti un argomento degno della Sua attenzione;
    Il superministro dello Sviluppo economico, unico ad avere qualche giustificazione è al lavoro per trovare soluzioni ai gravi problemi del nostro sistema produttivo, ma anche Lui il nostro settore che ricomprende tutte le attività di servizi, lo ignora e pensa che sia solo l’interesse sulle infrastrutture a risolvere le questioni della modalità. Quindi scordiamoci che qualcuno del Governo si “abbassi” ad occuparsi dei trasporti. Le federazioni sono convinte di avere le soluzioni, ognuno la propria, per risolvere le questioni del settore. Per certi versi hanno delle ragioni. le cooperative hanno problemi diversi delle imprese, così come i piccoli operatori dei grandi. Vi sono alcuni temi che però riguardano tutti. Ma se la proposta venisse da qualcuna di loro troverebbe ostacoli e distinguo da parte delle altre che non vuole certo riconoscere la primogenitura di una buona idea ad una realtà associativa concorrente. Perchè allora non raccogliere tramite stradafacendo la disponibilità di operatori indicati e supportati dalle indicazioni di quei colleghi che intendono occuparsi seriamente del rilancio della rappresentanza; oppure lasciare il compito di indicare degli operatori seri e riconosciuti dalla categoria a livello territoriale, che non siano falliti, alle tre maggiori realtà che operano in forma di consorzio, cooperative, gruppi di impresa. Magari viene qualche altra idea. l’importante che sia il più possibile asettico. che ne so anche un presidente confederale (Suinzi, Sangalli, Guerrini etc); un professore universitario etc Al soggetto lascerei il compito di mettere a confronto le varie modalità di vedere il trasporto, fare sintesi e sugli interessi comuni avviare un confronto e trovare soluzioni condivise, anche se su pochi ma significativi argomenti. Forse si potrebbe avviare un percorso nuovo e positivo per tutti. Inoltre toglieremo l’alibi a chi si nasconde dietro frasi: ma gli altri non sono d’accordo… certamente definita la linea gli impegni andrebbero presi di fronte ad una platea la più ampia possibile di operatori. Che ne dici Alessandra?

  12. Che devo dire, con questo caldo infernale è difficile mettere insieme quattro parole sensate. Non riesco a smettere di pensare all’uscita di Marchionne. Quello che “il problema era la Fiom” poi quando è stata cacciata, nello stabilimento de-fiomizzato è fioccata la cassaintegrazione. Poi la colpa era del mercato ma i concorrenti vendevano di più ed ora è colpa dei concorrenti che si permettono di fare una politica dei prezzi. Ma non era lui il grande sostenitore del libero mercato? Impedire che tedeschi e francesi facciano e vendano meno auto, è libero mercato? Non oso pensare con quanta arroganza tratti i suoi fornitori, tra cui i trasportatori. Quanto a noi, infatti, è così che veniamo trattati, dai committenti e dal governo. Un branco disorganizzato di ignoranti contro i quali è sufficiente alzare la voce (o il manganello) per zittirli. I pochi organizzati invece (grandi gruppi e logistiche) possono contare sull’apporto di figure appostate nel luogo giusto, per trattare i loro affari. Il resto, le microimprese e i monoveicolari, abbindolati a colpi di leggi inapplicate e inapplicabili, decreti che decadono, circolari che confondono o snaturano le leggi stesse. Non credo che attraverso stradafacendo si possa fare alcunchè, è solo un blog. Nelle federazioni invece si potrebbe fare tanto se i loro presidenti facessero tutti un passo indietro e ricostruissero un vero rapporto unitario, includendo tutte le sigle sindacali. E’ ora di farlo, non possiamo più attendere il Giachino di turno o i supertecniciministri o le inamovibili cozze del ministero. Chi aderisce alle federazione ne sposa le decisioni e attraverso la forza del gruppo le porta avanti. Se ci fosse stata unità da subito, la legge sui costi di sicurezza non sarebbe stata annacquata in questo modo schifoso. Tutti gli associati di tutte le federazioni avrebbero dovuto conformarsi alle decisioni, pena l’espulsione. E le federazioni, unite, avrebbero avuto una forza maggiore nel costituire meccanismi di protezione per gli associati (non solo la tutela in tribunale), vittime dei ricatti della committenza. Le federazioni, unite, potrebbero a questo punto investire su progetti di ricerca veramente ambiziosi, cosa che i singoli associati o le associazioni minori, certo non possono fare. Avviare un percorso nuovo e positivo si può. Non con i dinosauri però (e non sto parlando dell’età anagrafica) che dopo aver giocato con la politica, credendo di trarne vantaggio, ora si trovano con un pugno di mosche. Sono stata un po’ troppo pesante?

  13. Per mia umile esperienza posso dire che gli associati, in associazione, PREDICANO BENE e RAZZOLANO MALE…!! Difficilissimo dunque si possa andare da qualche parte.. comunque, a prescindere da questa mia “IMPRESSIONE”, trovo che le associazioni abbiano fatto molto, purtroppo si scontrano contro un muro di gomma: la politica..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *