Uggè: “Giusto non ascoltare i trasportatori fuorilegge, ma aiutiamo quelli in regola”

“La legalità e il rispetto delle leggi devono essere sempre garantiti dallo Stato nei confronti di tutti. Conftrasporto non puo’ che condividere l’impostazione del Governo. Occorre tuttavia che chi ha il compito di governare si sforzi di cercare  maggiormente il consenso ascoltando le federazioni del settore”. Così il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, ha replicato al sottosegretario ai Trasporti, Guido Improta, che commentando il fermo delle bisarche annunciato da Trasporto Unito ha affermato che “Il governo non intende assolutamente dialogare con quelle persone che si pongono fuori dalla legalità”, aggiungendo che “sulla vertenza dell’autotrasporto si sono registrate aggressioni fisiche e incendi di bisarche assolutamente intollerabili e noi non intendiamo accreditare queste modalità né dialogare con le associazioni che potrebbero avallarle”. Sempre commentando le dichiarazioni del sottosegretario ai Trasporti, Paolo Uggè ha sottolineato che “l’ascolto diretto non limita certo il potere di scelta di un Esecutivo e soprattutto puo’ evitare la non esatta comprensione delle delicate questioni che toccano tanti operatori. In momenti di difficolta’ come quelli che il settore vive, puo’ essere presa come una provocazione l’assicurazione che si stanno risolvendo i problemi e poi, come per  le risorse, non renderle spendibili  in tempi rapidi per ragioni burocratiche. In questo caso il ruolo delle rappresentanze puo’ essere lo strumento che evita delle evoluzioni verso le forme di protesta. Quindi oltre gli annunci occorre l’ascolto”.

6 risposte a “Uggè: “Giusto non ascoltare i trasportatori fuorilegge, ma aiutiamo quelli in regola”

  1. L’unico modo di aiutare i trasportatori in regola è quello del rispetto perlomeno dei costi minimi e dell’intensificazione dei controlli intesi come strumento di prevenzione e repressione degli eccessi, non come ricerca tassativa ai fini di cassa di una infrazione anche minima da sanzionare. Ieri un mio mezzo con tack digitale è stato fermato e non avendo trovato alcuna infrazione negli ultimi 28 gg hanno voluto vedere (abusivamente) anche i mesi precedenti senza peraltro potere contestare niente.

  2. Dal commento di Roberto mi pare di capire che: 1/ non percepisce i costi minimi; 2/i conducenti rispettano le norme. Dunque con il solo controllo su strada non si può nemmeno lontanamente sperare che la legge sui costi di sicurezza sia fatta rispettare. A meno che diventi obbligatorio per gli agenti chiedere e verbalizzare se i costi minimi sono rispettati.

  3. Io sono d’accordo che la violenza non si deve fare assolutamente. Ma questo governo si dia una mossa! Il fatto é che le persone stanno diventando violente perché sono alla disperazione, non c’e’ piu’ risorsa, e allora c’è chi si suicida e chi diventa violento… Non per questo li voglio giustificare, assolutamente sono contro la violenza, ma questi committenti li vogliamo mettere un po in riga?

  4. Oggi il committente per cui lavorano i nostri 15 camion da 75 q e per il quale lavoriamo da 10 anni ci ha trasmesso le nuove tariffe al di sotto del 30% rispetto alle precedenti già molto al di sotto dei costi minimi. Preciso che la mia azienda è completamente in regola con dipendenti, fatturazioni e tasse …quindi oggi non mi resta che piangere e trovare il modo di dire ai 15 padri di famiglia che con me lavorano che non c’è nessun margine e di lavoro e pagamento… questo è il risultato del mio sacrificio… se solo una commissione si sedesse negli uffici dei grandi committenti e chiedesse di mostrare loro i resoconti corrisposti agli autisti… ma non è cosi, devi in silenzio accettare la sconfitta e disperarti per pagare le tasse, il gasolio, gli autisti e magari anche un bello psicologo che ti distolga da strani pensieri.

  5. Cara Elisa, se può esserti di conforto, ma così non sarà, anche a me è capitata la stessa vicenda, con l’aggravante che talvolta il committente, per rientrare nei paramentri di bilancio, non paga le fatture. Come si risolve? In maniera “soft” con la contrattazione se ve ne è lo spazio e con l’ausilio delle nostre associazioni che tanto si sono battute per i costi di sicurezza, o in maniera “hard” quando lo spazio non c’è, sempre con l’ausilio delle nostre associazioni che sanno muoversi nei meandri oscuri dell’83 bis e sanzioni correlate. Tertium non datur perchè l’errore mio/nostro è stato quello di rivolgere l’impegno verso un unico committente. Per quanto mi riguarda non ho accettato la loro proposta con la conseguenza che il lavoro è enormemente calato, i camion sono fermi e gli autisti in cassa integrazione. A tutt’oggi non mi risulta che vi siano altri fornitori di trasporto a riprova del fatto che la richiesta di uno sconto del 30% era più che altro una minaccia, un tentativo di ridurre i loro costi con un semplice taglio lineare, senza nemmeno pensare ad una più seria ed impegnativa organizzazione interna. Per i committenti, cambiare un fornitore che si conosce da decenni è un salto nel buio che comporterebbe rischi notevoli. Sanno benissimo che tariffe troppo basse corrispondono a qualità troppo basse. Rimangono comunque aperti, a livello generale, tutti i problemi legati all’applicazione dei costi di sicurezza, dei contratti di trasporto, che la maggioranza dei committenti si rifiuta di sottoscrivere, la presenza sul mercato di cooperative spurie ma anche la mancanza di una rete dei trasporti a nido d’ape, una logistica efficiente, in grado di far pagare alla committenza i reali km percorsi dalle merci per lo spazio occupato sul mezzo (committenza che però si deve adeguare, se vuole vedere accolta la sua proposta di competizione e collaborazione). Sono fiduciosa che il buon senso prevalga altrimenti non vi sarà futuro per nessuno.

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