“La nuova imposta di trascrizione deprimerà il mercato dell’auto”

L’aumento dell’Ipt (l’imposta provinciale di trascrizione) ha scatenato la preoccupazione degli automobilisti, ma anche di chi con le auto ci lavora. La filiera del settore ha così deciso di comprare due spazi sul Corriere della Sera e su Repubblica per chiedere ai deputati di “valutare in un’altra prospettiva questa norma”. “Questo provvedimento”, scrivono Anfia, Federauto, Unrae, Aniasa, Assilea e Unasca, “insiste nel penalizzare gli automobilisti italiani, già vessati da incrementi fiscali che non hanno eguali in Europa introducendo una pericolosa disparità di trattamento tra i cittadini”. La misura, infatti, non dovrebbe essere applicata nelle regioni a statuto speciale e nelle provincie autonome.

L’incremento di imposta equivale, secondo le associazioni, a un raddoppio della tassazione sui veicoli nuovi e usati che “rischia di mettere in ginocchio l’economia di tutto il settore e del suo indotto”. A Milano, per esempio, un’auto da 77 kW che ora paga 181 euro di Ipt arriverebbe a pagarne 352. “Un’IPT raddoppiata”, spiega la lettera, “deprimerà il mercato dell’auto, riducendo ancora di più le entrate Iva” e potrebbe risultare “deleteria” per le casse dello Stato. Per questo le associazioni hanno fatto quello che definiscono un “appello al buon senso”.

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