Tre ponti crollati in sei mesi sono sufficienti per far partire i controlli e giustificare una “mappa”?

Quanti altri cavalcavia dovranno crollare sotto il peso del silenzio e dei controlli non fatti? E’ questa la domanda che Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto,  aveva posto, dalle pagine di stradafacendotgcom24 e dal sito www.conftrasporto.it, all’indomani della tragedia del 28 ottobre 2016 ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, dove un uomo era rimasto sepolto nella sua Audi A3 stritolata dal cavalcavia crollato mentre veniva attraversato  da un tir carico di bobine di metallo, ferendo anche sei persone. La stessa domanda se la stanno rivolgendo milioni di italiani oggi dopo il crollo di un nuovo cavalcavia avvenuto a Fossano in provincia di Cuneo, schiantatosi sulla strada sottostante dove una pattuglia di carabinieri si era fermata per allestire un posto di blocco e dove solo per miracolo non ci sono state vittime. Una tragedia solo sfiorata, mentre purtroppo così non era stato lo scorso 9 marzo quando  un ponte era crolla sulla A14 all’altezza di Camerano, tra Loreto e Ancona Sud, uccidendo un uomo e una donna. Continua a leggere