È Trieste il porto della Baviera. Seehofer: “Lo scalo giuliano è più vicino di Amburgo”

Per la Baviera il porto di Trieste è più vicino di Amburgo. Con queste parole il presidente della Baviera, Horst Lorenz Seehofer, ha sintetizzato l’interesse della regione tedesca per lo scalo giuliano. Seehofer lo ha detto all’incontro con la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nella Cancelleria di Stato a Monaco. Interesse che porterà alla firma di un’intesa tra Fvg e Baviera entro il 2015, a Trieste, per una collaborazione nei settori trasporti, ricerca e cultura, e che avrà come punto cardine lo sviluppo del porto di Trieste. Continua a leggere

Il porto di Trieste non si ferma più. Monassi: “Prospettive di ulteriore crescita”

Sono i numeri a certificare il crescente successo del porto di Trieste. Dopo un 2013 di grandi risultati, anche il 2014 è iniziato con il piede giusto. Nel primo trimestre, dicono i dati, lo scalo ha lavorato 110.678 Teu (+2,5 per cento sullo stesso periodo 2013). Nel 2013, dopo un biennio 2011-2012 di graduale ripresa, il porto triestino aveva rafforzato la propria posizione in termini di volume complessivo di merci in transito, con 56 milioni di tonnellate (+15,11 per cento) che vale la prima posizione a livello nazionale e la decima tra i primi 20 grandi porti d’Europa. Continua a leggere

Trieste supera Genova: è il primo porto d’Italia per volume complessivo di merci

Trieste è il primo porto in Italia per quanto riguarda il volume complessivo di merci. Con circa 56 milioni di tonnellate transitate nel 2013 attraverso lo scalo giuliano (il 15,11 per cento in più rispetto all’anno precedente), Trieste supera Genova (49,5 milioni, -3,7 per cento) posizionandosi al decimo posto tra i primi 20 grandi porti d’Europa. I dati sono stati resi noti dall’Autorità portuale di Trieste.  Continua a leggere

Autotrasporto, Giachino a Trieste: “I controlli sono fondamentali”

Il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, ha incontrato a Trieste i rappresentanti delle forze dell’ordine, delle categorie economiche e sindacali, per una verifica sulla situazione del comparto autotrasporto, in un’area territoriale decisamente critica, soprattutto per quanto concerne la sicurezza. I dati rilevati testimoniano un aumento del 50 per cento delle verifiche fatte su strada. “I controlli sugli autotrasportatori sono fondamentali”, ha dichiarato Giachino, “sia per la sicurezza sia per la regolarità del mercato”. Continua a leggere

Venezia e Trieste, basta con le liti. I porti devono lavorare insieme

Leggendo, sulle pagine de “Il Sole 24Ore”,  le preoccupazioni del presidente dell’Aiscat Fabrizio Palenzona in merito alle divisioni politiche su chi, tra il porto di Trieste e quello di Venezia, dovrà gestire il traffico destinato a crescere nell’alto Adriatico, c’è da restare trasecolati. Le preoccupazioni espresse dal presidente dell’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori sono assolutamente condivisibili e non certo per un’assonanza ideale con il leader dell’Aiscat, ma seguendo una logica razionale. Il dato che emerge ancora una volta è come sia necessario, per l’interesse del Paese, che lo Stato si riappropri del potere di coordinamento in tema di trasporto e logistica che, in modo strumentale in nome del federalismo, venne sottratto in modo  frettoloso dalle competenze dello Stato. E l’occasione offerta dell’azione decisa dal Governo di riforma di alcuni articoli della costituzione potrebbe essere la giusta occasione  per intervenire. Continua a leggere

L’allargamento a Est dell’Unione Europea uccide le imprese friulane

Prendendo spunto dall’articolo pubblicato il giorno 12 settembre su Il Giornale a firma del presidente di Conftrasporto Paolo Uggè e riguardante l’economia friulana con particolare riferimento al settore dell’autotrasporto merci, come Camera di Commercio di Udine sottolineiamo che l’intervento ha inquadrato perfettamente il problema. L’allargamento a Est dell’Unione Europea, deciso e realizzato certamente in maniera frettolosa, non ha tenuto conto delle disparità fiscali che, a distanza di sei anni, ancora permangono tra vecchi e nuovi Stati comunitari. L’effetto è sotto gli occhi di tutti e la Cciaa udinese si è messa in prima linea per cercare di risolvere una situazione complessa, su cui è necessario intervenire con immediatezza ed efficacia. Continua a leggere