Omicidio stradale, Renzi firma la legge: “Prima le pene erano troppo morbide”

“Le pene fino a oggi erano assolutamente troppo morbide”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla firma della legge sull’omicidio stradale a Palazzo Chigi. Legge che, ha ricordato Renzi davanti ad alcuni parenti delle vittime, ha avuto “un percorso molto combattuto”. Continua a leggere

Omicidio stradale, ecco tutte le novità introdotte con la nuova legge

Chi causerà un incidente mortale rischierà fino a 18 anni di carcere. È una delle novità della legge sull’omicidio stradale, approvata mercoledì al Senato con il voto di fiducia. Il reato è di fatto graduato su tre varianti. Nel caso in cui la morte sia causata violando il Codice della strada resta la pena già prevista (da 2 a 7 anni), ma la sanzione penale aumenta sensibilmente negli altri casi. Con la nuova legge, chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischierà da 8 a 12 anni di carcere. Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio). La pena può però aumentare della metà se a morire è più di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere.
Ecco le altre novità del testo. Continua a leggere

L’omicidio stradale diventa legge oggi? Il Governo ha chiesto il voto di fiducia

Ultimi metri per l’omicidio stradale. Il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha infatti posto la questione di fiducia sul disegno di legge, già approvato alla Camera. La prima chiama è prevista per oggi pomeriggio alle 17. “Questo governo non si deve vergognare di mettere la fiducia su un provvedimento così importante ma sono orgogliosa di porre la fiducia su un disegno di legge a tutela delle vittime della strada”, ha detto il ministro Maria Elena Boschi rispondendo al senatore Carlo Giovanardi che mentre il ministro poneva la fiducia in Aula al Senato ha gridato: “Vergogna, vergogna”. Continua a leggere