Autotrasportatori sfruttati: la strada maestra per impedire che avvenga passa dall’equo compenso

Una leva fortissima per evitare lo sfruttamento dei lavoratori. Così il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè ha definito il riconoscimento dell’equo compenso, tema caldissimo da tempo nel mondo dell’autotrasporto sul quale nei giorni scorsi è intervenuto il ministro del Lavoro Andrea Orlando, sostenendo la necessità di riprendere l’impegno per adottare la misura. “È solo attraverso l’equo riconoscimento dei costi incomprimibili che si realizza maggior sicurezza e si riconosce il giusto valore ai sacrifici di tanti piccoli operatori. Continua a leggere

Avvocati e commercialisti devono avere un compenso equo, perché i trasportatori invece no?

Tutti i professionisti hanno diritto a un equo compenso. È questo il principio sul quale al Senato è stato formulato l’emendamento, poi approvato, che stabilisce il diritto a un compenso minimo al di sotto del quale non si potrà scendere. Un principio che non sembra valere però per tutti in un Paese che pure afferma che “la legge è uguale per tutti”. Già, perché la domanda che in questi giorni molti autotrasportatori hanno rivolto alle federazioni che li rappresentano è proprio questa: che differenza esiste tra un autotrasportatore e un libero professionista? Perché per un avvocato o un commercialista, che notoriamente hanno una capacità d’interloquire con la controparte del momento e ottenere una parcella più adeguata, ottenendo un compenso in grado di  coprire i costi, si introduce l’equo compenso quando si è fatto di tutto per togliere l’equo compenso per i vettori? Non cambia la sostanza cambiando il nome. Continua a leggere