Autostrade più care, ecco tutti gli aumenti del 2017: salasso per chi percorre la Brebemi

Autostrade più care dal primo gennaio. Come annuncia il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è scattato “l’aggiornamento annuale delle tariffe”, che deriva “dall’applicazione di quanto contrattualmente previsto dalle Convenzioni Uniche stipulate dal 2007 in attuazione della legge di riforma del settore n. 296/2006 unitamente alle Delibere Cipe del 2007 e del 2013 che hanno stabilito le formule tariffarie e criteri di calcolo”. Il rincaro medio sull’intera rete autostradale è dello 0,77 per cento, ma ci sono punte più alte sulla Torino-Savona (+2,46 per cento), sul Tronco A4 (+4,60 per cento) e su Brebemi (+7,88 per cento). Sulla rete gestita da Autostrade per l’Italia il rincaro è dello 0,64 per cento.

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Autostrade più care? Delrio: “I pedaggi aumentano solo dove ci sono investimenti”

Gli aumenti dei pedaggi su alcune tratte autostradali “sono stati riconosciuti perché abbiamo verificato che sono stati effettuati gli investimenti previsti”. Lo ha spiegato a Radio 1 il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. “Nella gran parte delle tratte autostradali”, ha detto il ministro, “non vi è stato aumento perché gli investimenti non necessitavano di aumenti di pedaggio”. Delrio ha aggiunto che con il progredire degli investimenti “si adegueranno le tariffe” ma “cercheremo, come abbiamo fatto in questi anni, di mantenere gli aumenti sempre nel tasso d’inflazione”. Continua a leggere

Concessioni autostradali, sulle proroghe la Commissione europea richiama l’Italia

Il primo nodo riguarda la A12 Livorno-Civitavecchia, con la concessionaria responsabile della costruzione e gestione dell’autostrada che ha ricevuto una proroga di 18 anni senza gara d’appalto. Giovedì, infatti, la Commissione europea ha chiesto all’Italia il rispetto delle norme Ue sugli appalti pubblici per i contratti autostradali. Un monito che si potrebbe riproporre anche per il decreto Sblocca Italia, nel quale è prevista la possibilità per i concessionari di modificare le convenzioni in essere e di ottenere proroghe. Una norma che ha già sollevato dubbi di anticoncorrenzialità da parte dell’Antitrust. Continua a leggere