Pneumatici venduti on line, la Guardia di Finanza scopre una maxi frode da 180 milioni di euro

Due persone in carcere, altre due agli arresti domiciliari e un quinto presunto complice al quale è stato imposto l’obbligo di dimora  oltre a 40 milioni di euro sequestrati: è questo il bilancio di un’indagine condotta dagli uomini della  Guardia di Finanza  sulla  frode all’Iva nel commercio online di pneumatici che ha permesso di ricostruire una rete di società sorte in Spagna, Romania, Estonia, Ungheria e Bulgaria con lo scopo di vendere pneumatici online in Italia sotto la guida di una cooperativa pugliese . Come avveniva la frode fiscale (reato contestato agli indagati insieme  con quello di associazione per delinquere)? Secondo gli uomini delle fiamme gialle le società spagnole, con sede nelle Isole Canarie, avrebbero gestito diversi  siti web utilizzati dagli acquirenti  italiani i cui ordini ordini venivano “girati” Continua a leggere

Lo sciopero non può ostacolare il carico e scarico di merci: la sentenza che “condanna” i Si Cobas

Ostacolare le operazioni di carico e scarico delle merci in un’azienda non rientra nell’esercizio legittimo del diritto di sciopero e rappresenta un atteggiamento lesivo del diritto del datore di lavoro a svolgere l’attività di impresa. Lo hanno affermato i giudici del Tribunale del lavoro di Milano chiamati a esaminare il  caso degli scioperi ai depositi Unes di Truccazzano e Vimodrone di Brivio&Viganò Logistics, dove a  fine 2021 uno stato di agitazione durato diverse settimane indetto dal  sindacato Si Cobas  aveva visto i manifestanti non solo bloccare le consegne di  merci ma anche tentare di impedire l’ingresso al lavoro del personale fino a degenerare in scontri con la polizia. Una caso (destinato a far finalmente capirei i limiti che in un Paese civile  non è possibile varcare anche ai sindacalisti più estremisti, quelli che per i propri atteggiamenti spesso somigliano più a veri e propri delinquenti che difensori di diritti?) proposto all’attenzione generale dalla redazione della rivista Uomini e trasporti (clicca qui per leggere)  che ricostruisce nei dettagli quanto avvenuto evidenziando due passaggi fondamentali: Continua a leggere

Scontro mortale treno camion: c’è l’ansia di consegnare in ritardo il carico di merci all’origine?

Un camion fermo sui binari, rimasto “intrappolato” fra le sbarre del passaggio a livello che si sono abbassate prima che l’autista, un ragazzo di appena 24 anni di origine marocchine, riuscisse a passare. Poi l’impatto, devastante, con il camion travolto dal treno in arrivo, il camion che ha preso fuoco senza lasciare scampo alla capotreno, Maria Pansini, 61 anni di Catanzaro lido, e all’autista del camion, Said Hannanaoi. Un bilancio terribile, quello dell’incidente avvenuto in località Thurio a Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, forse provocato dal tentativo di riuscire a superare l”ostacolo” senza accumulare ritardi nelle consegne. Continua a leggere

Biocarburanti, la soluzione più concreta contro l’inquinamento in attesa che i sogni si avverino

La storia della mobilità sostenibile, della svolta green, della guerra all’inquinamento per proteggere il pianeta è ricchissima di capitoli diversi. Da quelli più affascinanti, capaci di raccontare scenari da favola, magari con i trasporti di persone e merci realizzati esclusivamente attraverso mezzi elettrici (dimenticando però quasi sempre di dire come viene prodotta la stragrande quota dell’elettricità, ovvero bruciando petrolio e carbone) a quelli magari meno accattivanti, perché sicuramente più “terra terra” , meno “favoleggianti”, ma più veritieri, più realizzabili davvero in tempi “ragionevoli”. Capitoli come quello che ha per protagonisti i biocarburanti, soluzione magari “ponte”, in attesa che i sogni possano realizzarsi , ma sicuranente concreta, a portata di mano (grazie a una rete di oltre 600 distributori già in funzione in Italia). Come sostiene da tempo il mondo dell’autotrasporto, che ha avuto modo di ribadirlo anche in occasione del l’ottavo Forum di Conftrasporto ospitato a Roma, per voce del presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggé; come ribadisce Giuseppe Cristinelli, Continua a leggere

Tragedia di Reggio Emilia: “Non chiamatelo camionista, ma criminale. E come tale trattatelo”.

Il responsabile di un incidente può essere un automobilista, un camionista, un conducente di pullman, un motociclista. Oppure, più semplicemente, può essere, prima di qualsiasi altra cosa, un “criminale”. Affermazione che probabilmente in moltissimi sarebbero pronti a sottoscrivere per il conducente di un camion che venerdì poco dopo le 18, mentre percorreva la strada provinciale 111 della Val D’Enza, in direzione di Campegine, all’altezza della frazione di Case Lago, in provincia di Reggio Emilia, ha improvvisamente perso il carico di componenti d’acciaio per ponteggi edili che trasportava e che è piombato addosso a una Citroën Picasso, che sopraggiungeva dal senso opposto, uccidendo due ragazzi. Con il responsabile dell’incidente che, invece di fermarsi a prestare i primi soccorsi, ha pensato solo a fuggire. Continua a leggere

Svolta clamorosa sul Brennero: l’Italia chiede alla Corte di Giustizia Ue di “indagare” sui divieti

Il “caso Brennero” finisce davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea alla quale il Consiglio dei ministri ha deciso di presentare ricorso contro le limitazioni al traffico imposte al Brennero dall’Austria. Una “svolta” clamorosa nel “caso”, che Riccardo Morelli, presidente di Anita, ha definito “una decisione storica che il Governo ha assunto grazie all’iniziativa e alla tenacia del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che fin dal suo insediamento ha pubblicamente riconosciuto e costantemente evidenziato la concorrenza sleale determinata dalle misure unilaterali dell’Austria a danno del settore e dell’intera economia italiana”. “Oggi si passa finalmente dalle parole ai fatti”, ha aggiunto il delegato dell’associazione sulle questioni del Brennero, Thomas Baumgartner, sottolineando come Continua a leggere

Stangata autovelox, ma gli strumenti a bordo dei camion dicono che rispettavano i limiti

Tarare uno strumento significa metterlo in grado di misurare qualcosa con precisione, come per esempio nel caso della velocità di un’auto o di un altro mezzo “controllato” da un autovelox. Ma tararlo male può anche voler dire trasformarlo in uno strumento “tarato” che, come spiegano le enciclopedie, ha qualche tara, soffre di anomalie. In altre parole diventa un po’ menomato, ritardato. E’ quanto accaduto a un misuratore di velocità installato sulla strada provinciale Rivoltana nel territorio di Rodano in direzione Milano? Il sospetto è forte come conferma un’improvvisa escalation di segnalazioni fatte da diversi autotrasportatori di aziende diverse alla Fai (la Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo, denunciando come negli ultimi tempi molti mezzi  pesanti siano stati multati per aver superato i limiti di velocità quando in realtà viaggiavano ben al di sotto dei 70 chilometri orari imposti in quel tratto di strada. Continua a leggere

I camionisti continuano a morire sul lavoro, ma per lo Stato sono vittime “solo” di incidenti

“Fai Conftrasporto-Confcommercio non può, all’indomani della giornata in cui si celebra la festa del lavoro, non ricordare i tanti, troppi, conducenti dei mezzi pesanti, considerati vittime di incidenti anziché morti sul lavoro (quali sono). Così come non può  non parlare degli episodi di sfruttamento che, con i controlli adeguati, se attuati come le leggi prevedono, si potrebbero evitare. La strada, come indicato più volte, è il rispetto delle regole accompagnato a controlli adeguati”. A pronunciare l’ennesimo appello a difendere con i fatti e non solo con belle parole i lavoratori, all’indomani della nuova tragedia che ha visto un camionista di soli 48 anni morire schiacciato fra due camion nel piazzale dell’Esselunga di Pioltello è il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè Continua a leggere

Malattie professionali, ecco tutti i principali nemici della salute di chi guida i mezzi pesanti

Ore e ore passate fermi, al volante, nella stessa posizione; vibrazioni del camion trasmesse a tutto il corpo; gli sforzi e i movimenti per caricare e scaricare le merci. E, ancora, il freddo o il caldo che deve sopportare chi, spesso, deve lavorare all’aria aperta, magari abbandonato a se stesso sui piazzali delle aziende committenti; il lavoro notturno che scombussola il sonno, il rumore, senza dimenticare l’aspetto psicologico, con ore e ore trascorse in solitudine nella cabina di guida. Sono moltissimi i “nemici” della salute del camionista che possono moltiplicarsi poi esponenzialmente in caso di cattiva alimentazione e di obesità, che, contribuendo alla comparsa di apnee notturne e, impedendo di riposare bene, determina sonnolenza e riduzione della capacità di attenzione. Il che, tradotto, significa possibili ‘colpi di sonno e incidenti stradali che restano il principale “nemico” della salute di chi conduce mezzi pesanti. Continua a leggere

Mazzette milionarie e lavoratori sfruttati: così le coop si fanno strada in trasporti e logistica?

Una mazzetta da un milione di euro pagata per far lavorare le cooperative, termine che troppo spesso ormai rischia di apparire sinonimo di associazioni per delinquere. Una ricchissima tangente che il mondo delle  “coop” avrebbe versato nella consapevolezza che quell’”investimento” sarebbe stato ampiamente ripagato con i faraonici guadagni realizzati sulla pelle di migliaia di lavoratori  costretti a fare  “orari e ritmi di lavoro estenuanti” e  ad accettare, in mancanza di altre offerte di lavoro, stipendi da fame. E’ uno scenario devastante quello che traspare dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano  che vede al centro la Brt,  ex Bartolini, azienda che ha scritto la storia delle spedizioni e  della logistica in Italia, e la filiale italiana di  Geodis, per le quali  i magistrati della  Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano hanno disposto l’amministrazione giudiziaria. Continua a leggere

Migliaia d’imprese irregolari iscritte all’Albo degli autotrasportatori ma nessuno le “vede”?

Centinaia di inchieste della Guardia di finanza basteranno a far comprendere che il traffico di gasolio acquistato in Paesi esteri e venduto a prezzi più bassi evitando di pagare accise e Iva è un un fenomeno diffusissimo, un “maxi affare”,sottovalutato da troppi, per chi ha grossi capitali di denaro da riciclare ? La domanda sorge spontanea leggendo l’intervista rilasciata al “Corriere dell’Economia (clicca qui per leggere l’articolo integrale) da Cinzia Franchini, presidente dell’associazione di autotrasportatori Ruote Libere, da sempre in prima linea nel denunciare i tanti volti dell’illegalità nel mondo dell’autotrasporto. Con l’ultimo “affondo” proprio sul traffico di gasolio sottocosto proveniente dall’estero, “che ha trovato facile mercato in un periodo in cui il costo del carburante legale” è alle stelle. Continua a leggere

I soldi dell’azienda di autotrasporto? Venivano “scaricati” per spese personali

“Scaricavano” dai conti della propria società di autotrasporto importanti somme di denaro (complessivamente oltre 250mila euro) per usarli per spese personali senza utilizzarli, invece, per coprire debiti nei confronti dell’Erario e di enti previdenziali. Per questo tre amministratori di una società di autotrasporto  cdi Bolzano sono stati denunciati dagli agenti della Guardia di finanza con l’accusa di  bancarotta fraudolenta. Il denaro, hanno precisato gli inquirenti, sarebbe stato prelevato in contanti “per scopi extra aziendali,  quali versamenti in favore di una società riconducibile agli stessi soggetti, l’elargizione di denaro a propri familiari, l’acquisto di beni di prima necessità e il pagamento di soggiorni in strutture ricettive”. Continua a leggere

Hai vinto mille euro in buoni carburanti: la truffa è “vecchia”, ma l’allarme continua

I buoni carburante elettronici rappresentano uno strumento di pagamento del carburante ormai diffusissimo: ma come moltissimi altri “prodotti della nuova tecnologia” sono finiti nel mirino di malviventi pronti a trasformarli in strumenti per truffare moltissimi cittadini, spesso ignari del pericolo che corre in rete. Un pericolo dal quale ci si può difendere solo se adeguatamente informati, soprattutto in merito a cosa fare e cosa invece assolutamente no nel caso l’offerta delle carte prepagate, a valore scalare, disponibili sia  o nella versione usa e getta sia ricaricabile, sempre e comunque dotati di banda magnetica e codice a barre, “arrivino” su un “messaggino”, magari con la, an ora più pericolosa, richiesta di fornire dati bancari. Continua a leggere

Raffica di controlli sulle buste paga degli autisti. Ebitral: “È la strada contro la concorrenza sleale”

“La busta paga di un camionista può dire molte cose: compreso il fatto che un conducente possa essere sfruttato da imprenditori senza scrupoli, quelli che, infischiandosene del rispetto delle leggi e dei contratti nazionali di lavoro, offrono ai conducenti stipendi fuorilegge, in molti casi letteralmente da fame, in particolare a camionisti dell’Est retribuiti in alcuni casi con poche centinaia di euro. Per questo sarebbe importante che, se durante un controllo su strada “i numeri” riportati sulla busta paga esibita dal camionista (che ha l’obbligo di tenere questo documento nella cabina di guida) dovessero presentare cifre sospette, magari ben lontane dagli importi dovuti, gli agenti della Polstrada o di altre forze dell’ordine provvedessero a inoltrare immediatamente quelle buste paga ai responsabili dell’Ispettorato del lavoro, dell’Inps e dell’Inail, facendo partire ulteriori verifiche. Sarebbe di certo un’arma in più contro la concorrenza sleale dei trasportatori stranieri sottopagati”. Continua a leggere

Pirati informatici all’attacco sui vaccini Covid-19: nel mirino le aziende che li dovranno trasportare

Alcuni gruppi di pirati informatici stanno prendendo di mira le aziende coinvolte nella distribuzione dei vaccini per il Covid-19 e potrebbero prepararsi quindi a
colpire la “catena del freddo” necessaria per far arrivare le
dosi. A lanciare l’allarme, come riporta il sito dell’aenzia Reuters, sono i responsabili della compagnia Ibm, secondo cui li hacker starebbero raccogliendo informazioni su tutti gli aspetti logistici attraverso un’attività di
spionaggio, il cosiddetto “phishing’” con il quale così come i pescatori lanciano le reti per catturare il pesce, i “phisher” gettando nel mare di Internet e-mail false per catturare informazioni personali.  Continua a leggere