Uggé: “Chi dice no al Ponte sullo Stretto è lo stesso che apre la strada al pericolo cinese”

“La decisione del Governo di realizzare il Ponte sullo Stretto, bloccato anni fa da una cultura vetero ambientalista, contraria a ogni iniziativa infrastrutturale, rende giustizia a un popolo, quello siciliano, realizza un’opera europea indispensabile e migliora, riducendo le emissioni, i collegamenti tra la piattaforma logistica più avanzata nel Mediterraneo”. Ad affermarlo è il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, da sempre fra i più tenaci sostenitori dell’opera denunciando contemporaneamente come “purtroppo, anziché esprimere soddisfazione, coloro che fino a oggi erano riusciti a bloccarla, continuino a fare di tutto per ostacolare un collegamento che procura opportunità occupazionali e dovrebbe inorgoglire. Questi teorizzatori di politiche che contrastano lo sviluppo dei collegamenti vitali per un’economia moderna condividono, invece, le scelte espansionistiche della Cina verso Occidente, con la Via della Seta. Non c’è dubbio: un bel modo di difendere gli interessi nazionali” ha concluso Paolo Uggè ricordando che “il Ponte sullo Stretto è un’esigenza dell’Europa tutta, che deve competere nel Mediterraneo con i Paesi del nord Africa, al centro di investimenti nella logistica portuale di oltre 15 miliardi di euro negli ultimi anni”.

7 risposte a “Uggé: “Chi dice no al Ponte sullo Stretto è lo stesso che apre la strada al pericolo cinese”

  1. Chi dice no al Ponte sullo Stretto magari è chi sa che qui c’è stato, un secolo abbondante fa, uno dei terremoti più devastanti della storia…. Il signor Uggè, che non ha certo un secolo ma che credo sia più vicino agli 80 che ai 70, dovrebbe saperlo meglio di altri…..

  2. La verità non viene detta mai .. il ponte si può realizzare, ma a cosa si va incontro non viene detto.. lo Stretto di Messina é una gola fra l’Appennino calabro e le Madonie il vento a 60 e piú metri d’altezza é fortissimo i giunti delle sezioni del ponte saranno sollecitati moltissimo, risultato … spese folli per la manutenzione continua, si prevedono oscillazioni di 8 metri e piú, e in caso di vento forte rimarrà chiuso un’opera fattibile teoricamente, ma non utilizzabile, spero di sbagliarmi …

  3. Credo che il signor Uggè sappia benissimo cosa è stato il maremoto di Messina ma sono altrettanto certo sappia anche che un secolo dopo l’uomo dispone di tecnologia straordinarie. Basta guardare a cosa hanno realizzato i giapponesi in una terra credo molto ma molto più a rischio di terremoti e maremoti della Sicilia…

  4. Sul piatto della bilancia vanno messi da una parte i costi dell’opera, sicuramente imponenti, ma dall’atra i benefici di un collegamento non solo via mare con la Sicilia che consentirebbe a tutti i suoi abitanti di compiere uno straordinario passo in avanti sotto ogni punto di vista. A questo i signori del no non pensano ovviamente…

  5. Andiamo a mettere i cerchi in lega e uno stereo potente ad un’auto da demolire…qualcuno gli spieghi che solo con i soldi della progettazione del governo al quale lui ha partecipato, mezzo miliardo, si potevano sistemare altre infrastrutture fatiscenti. Ma soprattutto prima di iniziare l’ennesima opera che serve solamente a fare mangiare, prima bisognerebbe spiegare una volta fatta dove porta, viste le condizioni delle strade in Sicilia. E soprattutto ancora prima bisognerebbe finire la Asti Cuneo, fare la terza corsia tra Venezia e Trieste e potrei andare avanti per ore. L’ultimo ponte, nel pisano, e’ crollato due settimane fa. Che si aggiunge all’altra decina degli ultimi anni, tra cui il famoso Morandi.

  6. E vai con i mega cantieri sui quali è facilissimo far viaggiare mazzette….. E intanto sulle strade interne della Sicilia si viaggia come all’inizio del 1900…… Prima la manutenzione ordinaria, la messa in sicurezza dei ponti, poi le grandi opere….

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