Bracchi, la capacità di saper cambiare aiuta a far crescere un’impresa di trasporti e logistica

“Se non cambiamo, non cresciamo”: l’affermazione di Anatole France, scrittore francese premio Nobel per la letteratura nel 1922, riletto a distanza di un secolo esatto sembra fatta apposta per riassumere la “visione imprenditoriale” di Bracchi, colosso bergamasco dei trasporti e della logistica che proprio grazie alla capacità di cambiare, spaziando dai trasporti eccezionali, alla logistica fashion, ai servizi per le aziende di e-commerce,  senza mai far arretrare di un solo centimetro il livello qualitativo dei servizi offerti, non solo non ha visto la propria attività rallentata dalla pandemia, come accaduto invece a molte altre imprese, ma ha proseguito nel proprio percorso di crescita con un fatturato nel 2021 capace di arrivare a superare quota 155 milioni di euro contro i 142 del 2020. Un traguardo (ma allo stesso tempo un nuovo punto di ripartenza con all’orizzonte, altre importanti svolte per ampliare ancora di più il portafoglio dei servizi offerti) raggiunto anche  grazie, ancora una volta, a un cambiamento: quello che ha portato, nel febbraio 2021, al volante del gruppo un nuovo amministratore delegato e direttore generale, Umberto Ferretti, ingegnere capace di portare nel mondo dell’autotrasporto un “carico d’esperienza manageriale” maturato in altri settori (guidando, per 30 anni, aziende industriali internazionali operanti in business globali in settori quali meccanica di precisione, termomeccanica, chimica farmaceutica) a conferma che spesso chi guarda un mondo “da fuori” può vedere cose che altri, che in quel mondo ci sono invece nati e cresciuti, non ha ancora colto. Un diverso punto d’osservazione dal quale il nuovo ad continuerà a guardare il futuro “tenendo d’occhio nuove potenziali acquisizioni e proseguendo gli investimenti in tecnologia”, come ha affermato Umberto Ferretti tracciando un bilancio del suo primo anno in Bracchi e, soprattutto, analizzando “le sfide che il mondo della supply chain affronterà nei prossimi anni”. Sfide da raccogliere sempre all’insegna della capacità di adeguarsi ai cambiamenti del mercato, vera e propria leva che ha permesso a Bracchi di sollevare il tasso di crescita a due cifre, mantenendola ben equilibrata su tutti i mercati dove opera, e aumentando la forza lavoro che oggi vede oltre 600 persone assunte nelle sedi italiane di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e nelle sedi estere di Germania, Polonia e Slovacchia. Capacità di cambiare che, nel dizionario personale di Umberto Ferretti, laureato in ingegneria al Politecnico di Milano e con un master in Business and Administration dalla Sda Università Bocconi di Milano, è sinonimo di governance (materia di cui è diventato esperto grazie agli incarichi ricoperti in numerosi consigli di amministrazione in Italia e all’estero) oltre che di miglioramento, sviluppo, turnaround operativi e finanziari, capacità di interfacciarsi con l’ambito bancario e del Private equity,  di realizzare operazioni di acquisizioni e fusioni. Acquisizioni come quelle che hanno contribuito a trainare il gruppo Bracchi verso  una “crescita solida così come solidi sono i risultati economici che ci attendiamo anche per quest’anno”, come ha aggiunto Umberto Ferretti, “seguendo una strategia chiaramente definita: continuare a espanderci commercialmente, in particolare vendendo spazi logistici, ma contestualmente consolidando i rapporti storici con clienti di lungo periodo, tra cui molte multinazionali. Perchè da sempre uno dei maggiori punti di forza di Bracchi è proprio  l’alta fidelizzazione dei propri clienti”. Ma tra i principiali obiettivi di Umberto Ferretti c’è anche un sempre maggior coinvolgimento aziendale sui temi della sostenibilità, qualità e sicurezza, “La crescita di Bracchi è figlia anche di un continuo investimento in mezzi di trasporto: è infatti in costante rinnovamento il nostro parco mezzi in ottica ecologica, con l’acquisto di mezzi a Lng, Cng, elettrici e con tutto ciò che va nella direzione della riduzione del carbon footprint. Senza dimenticare le certificazioni ambientali per le quali abbiamo in corso il processo per estendere il riconoscimento a tutti i siti. Entro quest’anno tutta l’azienda otterrà le certificazioni 45001 e 14001, gli standard internazionali su sicurezza e ambiente”. Una svolta tecnologica per tutelare l’ambiente affiancata da nuovi investimenti nella  tecnologia per l’automazione dei processi, in particolare sul fronte della tracciatura delle spedizioni e nel ramo informatico per  rendere sempre più performanti i processi stessi”, per fare continuare a crescere “il business della logistica che sta subendo un interessante rimbalzo”, come spiega spiega sempre il nuovo amministratore delegato e direttore generale dall’headquarter bergamasco. “Un punto di osservazione, il suo ufficio nella sede di Fara d’Adda, da dove Umberto Ferretti guarda “con ottimismo al futuro, monitorando con continuità il mercato per valutare opportunità di acquisizioni che estendano il perimetro aziendale e per verticalizzarci in alcuni segmenti specifici. Negli ultimi tre anni abbiamo messo a segno con successo due acquisizioni, intendiamo proseguire su questa strada come parte integrante del nostro modello di business”. Tutte strategie adottate dopo un’attentissima analisi del momento storico del settore, che ha messo sotto la lente d’ingrandimento innanzitutto “il ruolo chiave che la logistica riveste per il nostro Paese e che è emerso chiaramente durante questa pandemia”, ma anche “le note carenze infrastrutturali italiane e una grossa difficoltà che attanaglia il mondo delle spedizioni rappresentato dalla carenza di autisti”. Autisti che il gruppo bergamasco cerca così  come “ ingegneri logistici, ingegneri del traffico e altri  nuovi talenti da far crescere insieme con l’impresa anche implementando nuovi modelli di gestione del personale per sostenere i piani di carriera dei giovani presenti in azienda”. Un’azienda, il Gruppo Bracchi,  capace di ritagliarsi uno spazio sempre più importante sullo scenario internazionale in un settore, quello della logistica, “destinato a rivestire un ruolo sempre più centrale, anche in correlazione ad alcuni processi di rilocalizzazione conseguenti alla pandemia”, grazie alla sua capacità di “rispondere sartorialmente alle esigenze del mercato, restando più vicine alle aziende e ai clienti, cosa che i giganti multinazionali con i loro servizi standardizzati faticano a fare”. Strategie risultate a oggi, bilanci alla mano, vincenti: e in futuro? “Stiamo vivendo un momento di svolta per il settore: l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei noli e la dipendenza delle forniture da Paesi lontani, stanno rispostando la produzione in Europa; è in atto il fenomeno del reshoring, che ridisegna il modello della globalizzazione praticato finora. Ci attendiamo come macro-trend un aumento costante di richiesta del trasporto a livello europeo controbilanciato da minori volumi di movimentazione di merci provenienti dal Far East”. Nuove sfide che il gruppo bergamasco nato nel 1928 e approdato con le proprie sedi a Lublin in Polonia, a Levice e Kostolné Kračany in Slovacchia e a Ettenheim in Germania, acquisendo in un passato recentissimo Bas Group (realtà storica di Bassano del Grappa, nel Vicentino, formata da quattro aziende di trasporti e logistica, Logistic Net, Il Corriere, Basped e BasExpress, specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce), e quindi  Peterlini (azienda con sede in provincia di Parma specializzata nel trasporto tecnico eccezionale fino a 100 tonnellate) si prepara ad affrontare partendo da un grandissimo vantaggio: la capacità di cambiare. E con la consapevolezza che, come insegna uno dei più famosi motivatori ed esperti di dinamica aziendale ed efficienza, Brian Tracy, “ogni situazione è positiva se vista come un’opportunità per crescere”.

Una risposta a “Bracchi, la capacità di saper cambiare aiuta a far crescere un’impresa di trasporti e logistica

  1. Il settore dell’autotrasporto è uno di quelli che avrebbe più bisogno in assoluto di “contaminarsi” con l’ingresso nelle aziende di manager provenienti da altri settori proprio perché è rimasto troppo a lungo “isolato” nel proprio mondo, con imprenditori che hanno continuano a viaggiare seguendo le stesse strade senza accorgersi che attorno tutto stava cambiando.

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