“Monopattini e seggiolini? La politica si occupi invece di morti sulle strade, disoccupati…”

L’Italia è guidata da politici che si preoccupano di far circolare la gente in città sui monopattini, di fare una legge per pochissime (fortunatamente) persone con problemi che dimenticano i figli abbandonati in auto, di far scattare divieti non appena compare un po’ di nebbia, ma che sembrano del tutto incapaci di affrontare i veri e grandi problemi del Paese, che riguardano milioni di lavoratori. Incapaci, per esempio, di affrontare in modo decisivo e risolvere problemi come quelli che hanno per protagonisti Alitalia, Autostrade, Ilva, o gli ostacoli alla mobilità introdotti dal governo austriaco al valico del Brennero impedendo alle merci italiane di viaggiare liberamente, come dovrebbe essere garantito, nel vecchio continente. O ancora le continue stragi sulle strade provocate da delinquenti ubriachi o drogati, A denunciarlo, nel suo tradizionale appuntamento settimanale con i lettori on line sul sito di Conftrasporto, è il vicepresidente Paolo Uggè che nell’ultima edizione del suo “Punto” denuncia come il nuovo anno si sia aperto con troppi grandi problemi sul tavolo irrisolti da una classe politica invece attentissima a fatti ben minori. Puntando i riflettori in particolare proprio sui morti sule strade.“La sicurezza stradale viene affrontata non con norme stringenti ma ricorrendo alle “grida di manzoniana memoria” cioè, annunciando incrementi dei controlli e delle pene. È già successo e non è mutato molto. Forse lo Stato ed i Comuni potranno anche incrementare le entrate ma i problemi rimarranno”, scrive il vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio su un tema tornato di strettissima attualità dopo le recenti stragi sulle strade provocate da guidatori ubriachi. “Sono in aumento gli incidenti stradali, causati da comportamenti irresponsabili? Si incrementano le sanzioni ma non si potenziano le forze dell’ordine specifiche e invece si stipulano inutili protocolli che servono a dimostrare l’interesse del Governo. Ciò che sarebbe funzionale non si fa. Infatti non si rendono obbligatori strumenti tecnologici in grado di evitare che irresponsabili si mettano alla guida in condizioni non idonee in base al principio del: “chi guida non beve o chi beve non guida”, o che consentano ai cellulari di funzionare solo in viva voce, ma neppure si coinvolgono patrimonialmente i colpevoli”. Un grandissimo problema, così come gli altri, “accantonati” dalla politica per occuparsi di monopattini e seggiolini anti abbandono di neonati in auto.. “Messi da parte, conclude Paolo Uggè, da un “Paese che si ha la sensazione si sia nuovamente bloccato dalla fase elettorale che vede nella fine del mese di gennaio (si voterà in Emilia Romagna e Calabria) l’elemento determinante per ogni decisione”. Qualcosa cambierà davvero dopo il voto? .

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