Autorità di regolazione dei trasporti, adesso è troppo. Confetra “rompe” ogni rapporto

La corda a forza di tirare si spezza. Ed è quanto è accaduto nei rapporti fra Confetra e l’Autorità di regolazione dei trasporti  che martedì 25 giugno vedrà la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica presieduta da Nereo Marcucci disertare, in aperta rottura,  la presentazione della relazione annuale dell’Art. “Non parteciperemo a questo rito che giunge a valle di un anno davvero negativo nelle relazioni tra l’Autorità e il sistema delle imprese che noi rappresentiamo”, si legge nel testo con cui il  presidente di Confetra ha annunciato la decisione. “Il nostro stile istituzionale è noto a tutti i decisori pubblici e mai avremmo pensato di giungere a questo punto, ma la situazione non è davvero più sostenibile”. Il perché è presto spiegato dallo stesso Nereo Marcucci:  “Sono anni che Art tenta, invano, di estendere i propri poteri regolatori su settori e categorie del tutto esclusi dalle funzioni a essa affidate dalla sua stessa legge istitutiva. Abbiamo vinto ricorsi in tutte le sedi amministrative, addirittura fino a un pronunciamento della Corte costituzionale a noi favorevole. Ora basta. Va sciolto l’equivoco di fondo: Art non può svolgere la sua funzione a carico di una tassa aggiuntiva che le stesse imprese regolate devono pagare – lo 0,6 per mille del fatturato – al regolatore. È un abominio che non ha simili in Europa e che, a nostro avviso, spinge l’Autorità a improprie invasioni di campo business oriented in settori che nulla hanno a che fare con la gestione di una infrastruttura in regime di monopolio naturale”. Motivazioni che hanno spinto il presidente di Confetra, ad appellarsi al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Danilo Toninelli, al ministro Luigi Di Maio, al Parlamento tutto, “affinché attuino quanto richiesto con numerosi ordini del giorno  parlamentari che li vincolavano a verificare il modo di operare di Art”.

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