Perché prima non cadevano tutti questi ponti? L’usura c’entra, i tir sovraccarichi ancora di più

“Come mai prima non cadevano tutti questi ponti? Forse c’è una motivazione e va ricercata, più che nell’usura, sicuramente nella norma che ha consentito di far circolare tir con 108 tonnellate di merci quando magari si poteva evitare di fare un favore alla committenza che voleva risparmiare sui trasporti”. A tornare a denunciare una verità sulla quale da anni chi governa il Paese chiude sistematicamente gli occhi, è stato il vicepresidente di Conftrasporto Paolo Uggé che ai microfoni di Radio 24, parlando del crollo del viadotto di Genova ma anche di altri avvenuti recentemente, ha affermato come “non ci sia alcun dubbio sul fatto che il fattore peso, soprattutto se i tir stanno a lungo fermi incolonnati, ha un impatto sulla struttura preoccupante. Proprio per questo”, ha proseguito Paolo Uggé,  30 anni fa si era immaginato un progetto, poi approvato, che da Savona potesse aggirare Genova per collegarsi con la linea per Milano e Livorno,  progetto però ostacolato da ambientalisti. Questo ha concorso a determinare una situazione che poi è collassata all’improvviso”. Il vicepresidente di Conftrasporto e di Confcommercio ha anche puntato l’attenzione “sulla mancanza di controlli su strade e autostrade che permette a moltissimi di far viaggiare i propri tir sovraccarichi”. Un altro carico di peso divenuto insostenibile per ponti costruiti mezzo secolo fa e che avrebbero dovuto essere affiancato dalla  gronda a Nord di Genova “proprio perchè il ponte Morandi doveva diventare una tangenziale cittadina, e non il punto di passaggio dove confluissero tutte le merci pesanti e il traffico veicolare proveniente o diretto in Toscana e Lombardia”.

Una risposta a “Perché prima non cadevano tutti questi ponti? L’usura c’entra, i tir sovraccarichi ancora di più

  1. Egregio dottor Ugge, analisi da esperto, peccato però che i 108 su quel ponte non ne transitano, come non ne sono transitati su quello di Cuneo e tanto meno su quello delle Marche‍.

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