Documento unico di circolazione, la falsa partenza sta fermando camion, concessionarie…

E’ stato chiamato Documento unico di circolazione, per sottolineare che basterà solo una “nuova carta d’identità” del veicolo per sostituire la “vecchia” Carta di Circolazione, meglio  conosciuta come  il Libretto di Circolazione, e il  “vecchio” Certificato di Proprietà, riunendo in un unico documento tutti i dati: quelli tecnici (cilindrata, potenza, numero di posti, massa, emissioni, misure degli pneumatici, ecc.) forniti del ministero dei Trasporti, e quelli relativi alla proprietà (data e luogo di nascita, residenza del proprietario ma anche la situazione giuridica del mezzo  con possibili ipoteche, fermi amministrativi, ecc.) gestiti dal Pra, il Pubblico registro automobilistico). E presentando la “grande novità” sono  stati più volte sottolineati i numerosi vantaggi:   semplificare la documentazione da custodire per il proprio automezzo, far risparmiare soldi agli automobilisti, ma soprattutto snellire le pratiche burocratiche. Tutto bellissimo, sulla carta: peccato che, a una settimana dall’entrata in vigore del nuovo documento, il cui nome è stato abbreviato in “Du” , le cose non siano andate esattamente come previsto. Almeno per quanto riguarda i mezzi pesanti, come conferma Fabio Biava, titolare dell’omonimo studio di pratiche automobilistiche e consulente della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo, denunciando come il documento per ora si caratterizzi come unico “soprattutto per i problemi che sta provocando in materia di mezzi pesanti, con centinaia di pratiche bloccate nella sola provincia di Bergamo. E questo perché si stanno registrando diverse difficoltà di “comunicazione” tra i sistemi degli enti coinvolti, con il risultato che  le pratiche si accumulano, ma anche con diversi camion già venduti che non possono essere targati e consegnati perché manca “il pezzo di carta”. Ovvero il Documento unico per ottenere il quale in molti casi è necessario aspettare anche due o addirittura tre settimane. Alla faccia della semplificazione. “Quello che sta accadendo può essere facilmente piegato invece in pochi minuti”, spiega Fabio Biava, ” e consiste nel fatto che ogni pratica, che dovrebbe “partire e arrivare a destinazione” seguendo la strada telematica, obbliga invece i responsabili delle agenzie di pratiche automobilistiche a seguire un percorso accidentatissimo che obbliga, (non funzionando il collegamento via tablet), ad andare fisicamente in Motorizzazione civile,  dove viene rilasciato un “documento propedeutico”: di fatto un foglio di carta bianco con stampati i numeri delle targhe, che però non è valido per la circolazione, e che può trasformarsi in Documento unico solo dopo che sono stati versati i diritti al Pra, che è stato chiesto all’Albo degli autotrasportatori il nulla osta per targare, che è stata convalidata la pratica. In altre parole il Documento unico per ora ha raddoppiato i problemi e per ottenere il via libera alla compravendita di un mezzo, cosa che per le auto avviene in un quarto d’ora, occorrono minimo una decina di giorni, se non di più. Una perdita di tempo impressionante che si trasforma in una perdita di denaro visto che i camion restano fermi nei piazzali, gli autisti restano a piedi, senza contare che alcune concessionarie ci hanno segnalato di aver perso delle vendite di camion.  Una situazione davvero paradossale considerando che ha trasformato una possibile semplificazione in una complicazione”. Una semplificazione che ha bloccato vendite del nuovo, dell’usato ma anche le radiazioni, bloccando così anche il “percorso” per le vendite all’estero o le demolizioni, senza contare, conclude Fabio Biava, associato all’Unasca, l’Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza, “che manca tutta una serie di indicazioni su come muoversi per affrontare altre situazioni, per attuare certe formalità, come nel caso, per esempio, della stampa del Documento unico a seguito di variazioni della ragione sociale o della sede. Sarà anche un documento unificato ma per ora la procedura è separata, a step, con nuovi problemi e ritardi di cui, sinceramente, nessuno sentiva l’esigenza”. L’ennesima “ storia tutta italiana”, che, dopo i primi disastrosi capitoli,  si spera possa avere però un lieto fine. Ma per ripartire, dopo questa clamorosa “falsa partenza”, cosa occorre fare? “Martedì è previsto un tavolo tecnico al ministero dei Trasporti e l’augurio è che qualcuno si presenti già con le soluzioni in tasca”.

9 risposte a “Documento unico di circolazione, la falsa partenza sta fermando camion, concessionarie…

  1. La novità non solo è un fallimento, ma “nasconde” anche un nuovo “furto” nelle tasche degli italiani: se infatti prima bastava guardare il libretto per scoprire chi erano stati i precedenti proprietari del mezzo, ma anche le revisioni effettuate i cambi di residenza e d’uso ora per ottenere tutte quelle, preziose, informazioni occorrerà effettuare una visura presso un’agenzia di pratiche auto pagando circa 15 euro. O mi sbaglio?

  2. 30 (trenta!) giorni per targare, con barrato adr, 4 semirimorchi nuovi con documentazione pronta: questo è il tempo reale che abbiamo appena atteso a Treviso. Una intera rata di leasing buttata via oltre ai veicoli non disponibili per il lavoro. Di anno in anno la situazione sta peggiorando costantemente. Non chiediamo che ci aiutino, ma almeno che non lavorino contro di noi. Stefano Daniele, amministratore delegato Settentrionale Trasporti Spa

  3. “Non chiediamo che ci aiutino, ma almeno che non lavorino contro di noi”: l’affermazione fatta dall’amministratore delegato di una importante impresa del settore è una frase di buon senso ma allo stesso tempo è devastante, perché fotografa la realtà di tutti i giorni con un’Italia che lavora, che investe, che crea opportunità di lavoro e crescita e un’altra Italia che fa di tutto per ostacolarla: l’Italia dei politici, dei burocrati. Un’Italia diventata sempre più insopportabile per chi lavora e non produce solo “carte” e ostacoli…..

  4. La scrivente associazione si dissocia dalle affermazioni del sig. Fabio Biava il quale interviene per suo nome e conto.
    Ci sia consentito affermare che il sistema in oggetto, pur scontando difetti di gioventù, non comporta alcun aggravio nei tempi di consegna della documentazione e, in prospettiva, agevolerà sensibilmente tutta la procedura a favore dell’utenza privata e professionale.”

  5. Anch’io, così come i responsabili di Unasca, sono certo che quando la riforma sarà a regime, spero fra breve, le pratiche per immatricolazioni ecc saranno sveltite e il nuovo Documento Unico verrà emesso in poco tempo così come avviene già oggi per i veicoli leggeri. Cosa quest’ultima che ho precisato nelle mie dichiarazioni rese a titolo personale per fotografare la situazione reale di questi giorni. Il riferimento a un mio ruolo in Unasca è stato fatto dalla redazione e non da me. Sono consapevole dello sforzo di tutte le parti in causa per superare questo momento di difficoltà e far sì, come sono certo, che la novità possa agevolare sensibilmente tutta la procedura a favore dell’utenza privata e professionale.”

  6. Confermiamo quanto affermato dal signor Biava. La sua appartenenza a Unasca è una precisazione fatta dalla redazione.

  7. Uno stimatissimo (e preparatissimo) titolare di agenzia di pratiche automobilistiche racconta quello che sta REALMENTE ACCADENDO e qualcuno, dell’associazione di cui fa parte, interviene per prendere le distanze. la solita “Italietta”: pochi intelligenti e coraggiosi che dicono le cose come stanno (perchè questo è l’unico modo per CAMBIARE IL PAESE!!!) e altri che hanno il solo scopo di tenersi salda una sedia in ufficio sotto al sedere che mettono il silenziatore…. Vergognatevi.

  8. L’Unasca vada a dire all’imprenditore che ha tenuto fermi i camion per 30 giorni (leggete sopra….) che il Documento unico “pur scontando difetti di gioventù, non comporta alcun aggravio nei tempi di consegna della documentazione….). E magari già che c’è gli rifonda i danni…..

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