Patenti a prezzi scontati, lezioni digitali: così si guidano i giovani a diventare camionisti

Una proposta inviata alla Regione Abruzzo, indirizzata all’assessore al Lavoro e alla Formazione professionale Pietro Quaresimale e ai dirigenti del settore, per chiedere di “ripensare le politiche dedicate alla formazione di chi un giorno dovrà guidare un mezzo pesante” seguendo la strada indicata dalle Regioni Lazio, Lombardia e Sicilia che hanno deciso di “stanziare risorse per l’abbattimento dei costi piuttosto elevati di conseguimento delle patenti, ma anche avviare parallelamente percorsi formativi dedicati alla qualificazione di nuove figure professionali, in modo da rendere interessante e appetibile questo lavoro anche per le nuove generazioni”. A inviarla è stata Luciana Ferrone, imprenditrice dell’autotrasporto e presidente di Cna Fita Abruzzo, che associa 400 imprese del settore, che nel suo “invito a seguire esempi più virtuosi” ha sottolineato, tra l’altro, l’importanza di “puntare sulle conoscenze delle tecnologie digitali, sempre più presenti e importanti nella guida dei mezzi; sulla conoscenza delle lingue straniere, necessarie in un’economia globalizzata e in una Europa senza frontiere; sull’accrescimento delle conoscenze normative e di tanti altri aspetti necessari a rendere questo mestiere in linea con i tempi”. “Vorremmo che l’Abruzzo si agganciasse a modelli capaci di portare in questo settore un deciso cambio di passo”, ha scritto Luciana Ferrone, allarmata da una carenza di “ricambi al volante” che sta mettendo in difficoltà anche molte imprese del suo territorio. “Negli ultimi anni, a causa di una serie di fattori concomitanti come l’elevato costo economico per il conseguimento delle patenti e delle abilitazioni professionali, o le normative del settore sempre più rigide e stringenti, l’offerta di lavoro di conducenti con patenti di categoria “C” o superiore è andata drasticamente diminuendo”, si legge nel documento inviato da Cna Fita Abruzzo, “e questo nonostante nella nostra regione vi sia un alto tasso di disoccupazione. Ciò ha creato un serio problema per le aziende di autotrasporto che spesso si trovano nell’incapacità di sviluppare le proprie attività per la carenza di autisti professionali, e nonostante le retribuzioni siano tutt’altro che insignificanti”. Cna Fita Abruzzo ha già individuato anche i possibili soggetti che dovrebbero erogare la nuova formazione: “Il Most, ovvero l’Istituto tecnico superiore per la mobilità sostenibile nel trasporto di merci e persone di Ortona, struttura formativa che ha un ruolo strategico e la cui vita va garantita per gli anni futuri, sia per la loro parte, anche gli enti enti di formazioni accreditati”.

7 risposte a “Patenti a prezzi scontati, lezioni digitali: così si guidano i giovani a diventare camionisti

  1. Concordo che la professione autista abbia bisogno di formazione continua, come tutte le attività professionali, ma poi bisogna valutare l’ambiente in cui si svolge il lavoro. Il costo della vita non è uguale in tutte le regioni, un idraulico in Lombardia ha certamente costi di vita superiori rispetto ad altre regioni, 2.000 in una regione sono 2.500 in altre , idem per un autista. Oltre la formazione “continua “,gli automezzi e i carichi e gli scarichi sono in continua evoluzione. Bisogna riconoscere tangibilmente la professionalità, come avviene in tutti i settori. Quelli pagati bene, anche nel trasporto, sono e restano accasati.

  2. Quelli pagati bene, anche nel trasporto, sono e restano accasati: è questa la verità “vera”. È inutile che si giri attorno al problema: ci sono imprese che pagano bene e non hanno problemi a trovare gli autisti e altre che pagano male e pretendono di trovarli, magari giovani, bravissimi e disponibilissimi. La professione del camionista l’hanno distrutta troppe imprese di autotrasporto che non hanno saputo capire che ,senza autisti, il loro business è morto e sepolto.

  3. Non possiamo ridurre un problema internazionale in autisti pagati bene o male e in un Italia divisa in Nord e Sud . Conosciamo grandi aziende che rispettano queste regole contrattuali e che hanno problematiche con gli autisti . Esiste un Italia che lavora , un contratto nazionale da rispettare e tante aziende che lo rispettano , normative sempre più stringenti sulla categoria che nell’ultimo decennio ha perso anche la possibilità di avere delle tariffe garantite in base ai costi sostenuti . Il problema della carenza degli autisti è innanzitutto un problema che deriva dalla mancata preparazione e professionalità del mestiere “autista” sempre più relegato a personale non autoctono che purtroppo non riesce nemmeno a rapportarsi per la mancata conoscenza linguistica e soprattutto senza alcuna preparazione se non una patente presa in qualche Paese . Riqualificare una professione che è diventata una professione che richiede molte più prestazioni rispetto a prima , come la perfetta conoscenza della gestione di un home Delivery o di un’App che allo scarico ti consente di inviare in tempo reale direttamente al cliente la comunicazione di avvenuta consegna con i relativi documenti o eventuali riserve apposte sui documenti di consegna .. tutto questo oggi è affidato a personale non preparato , che non conosce alcuna normativa e che nessuno vuole più fare per il mancato rispetto delle attese nei luoghi di carico e scarico , perché è una vita dura , perché nonostante la estrema delicatezza del settore non ha un adeguato riconoscimento e assoggettato a tassazioni ingenti , grandi aziende e soprattutto nel Nord del nostro Paese stanno vivendo problematiche di questo tipo e non solo nel nostro Paese . Viviamo invece un tasso di disoccupazione che potrebbe trovare in questa professione una sensibile e importante riduzione . Professionalità , evoluzione dei sistemi , perfetta conoscenza delle lingue e delle normative che regolano il trasporto , preparazione quindi alla professione devono portare questo lavoro a un livello ottimale di servizio proprio per rispettare tutto quello che la nostra committenza chiede , dai famosi kpi alle tempistiche del carico e dello scarico o alla messa in sicurezza della merce . Niente come il nostro settore ha subito un accelerazione , una diversificazione così importante soprattutto con il covid e nulla in adeguamento è stato fatto . Un autista deve essere ben remunerato e deve svolgere la propria mansione con estrema professionalità e l’accelerazione delle vendite on Line , e-commerce hanno alzato la richiesta di personale che bisogna formare per le giuste competenze .

    • Concordo in toto con l’analisi della signora Luciana Ferrone e aggiungo solo che oggi si potrebbe alleggerire il problema attingendo nelle zone con maggiore disoccupazione, genericamente al sud. Ma per fare questo bisognerà aumentare l’attuale compenso dei conducenti al nord, per rendere attrattivo un trasferimento dal sud al nord, senza escludere la formazione continua. Il sud potrebbe rendere remunerativo il lavoro di autista e prendere mercato a chi si troverà con carenza di personale.

  4. Volete sapere chi ha davvero ucciso il mondo dell’autotrasporto italiano? La committenza. Pensando solo a far viaggiare chi chiedeva meno soldi, fregandosene della professionalità e della sicurezza. Sono decine le industrie solo nella mia zona che hanno agito così, pensandosi furbi quando erano (e sono) solo dei poveri illusi destinati a ritrovarsi con le merci ferme nei magazzini e nei piazzali perchè nessuno gliele consegnerà più….

  5. Il problema è che la committenza qualche disperato di autotrasportatore, magari alla canna del gas con i conti in banca e dunque “ricattabile”, disposto a viaggiare sempre e comunque, magari anche in perdita,, lo troverà sempre…

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