Camion revisionati in due giorni: in Olanda succede, perché in Italia non può avvenire?

“Di tutte le cose, la semplicità è la più difficile da imitare”. Lo diceva Richard Steele, scrittore britannico che divenne anche politico,  la cui affermazione  appare perfetta per riassumere l’incapacità  dei suoi “colleghi” politici italiani per risolvere i problemi: magari  evitando di “inventarsi” soluzioni difficilissime per  raggiungere invece  il traguardo nel modo più semplice e rapido.  Imitando, appunto, chi ha saputo farlo. Un esempio? Il  problema delle revisioni dei mezzi pesanti, con le Motorizzazioni civili che da mesi accumulano pratiche su pratiche senza riuscire a smaltirle e con le imprese di autotrasporto che si ritrovano i mezzi fermi nei piazzali perché non possono circolare, con danni economici pesantissimi. Un problema che qualcun altro ha perfettamente risolto indicando a tutti la strada per la soluzione. Basterebbe solo seguirla, come conferma Johannes Martins Van Rijssel, autotrasportatore olandese “trapiantato” da decenni in Italia, in provincia di Bergamo, che da tempo immemore ormai continua a domandarsi perché un Paese come l’Italia dove, premette “sotto moltissimi punti di vista si vive benissimo”, non si accorga che  la via d’uscita a situazioni che mettono in difficoltà, ogni giorno, migliaia di persone, è lì, a portata di mano. Per esempio nella “sua” Olanda, patria mondiale della logistica, dove il “caso revisioni” è stato risolto talmente bene che, conferma l’autotrasportatore arrivato in Italia nel 1999 per amore e poi rimasto guidando da qui l’attività della propria azienda che ha una sede operativa anche  a Einddoven,  “ogni pratica viene risolta in un paio di giorni. Come? Rivolgendosi alle officine private”. Una soluzione che da più parti, nei mesi scorsi, è stata “suggerita” ai politici italiani anche da moltissimo operatori del settore di casa nostra, ma senza alcun risultato. A differenza dell’Olanda, dove, assicura Johannes Martins Van Rijssel, “neppure l’emergenza per la pandemia Covid ha fermato le revisioni che hanno continuato a essere fatte puntualmente, senza perdite di tempo. Non capisco perché la stessa cosa non possa accadere in Italia, che ormai considero la mia seconda patria e per la quale, sentendomi ormai per metà italiano,  vorrei un futuro sempre migliore. È assurdo che una soluzione simile, semplicissima e  attuata con successo altrove non venga “copiata”. Dopo oltre 20 anni che vivo qui devo confessare, purtroppo, che di questo Paese (dove non mi stancherò mai di ripetere che mi trovo benissimo) continuo a non capire una cosa sopra tutte:  perché la politica e la burocrazia sembrano voler fare di tutto per  far sì che he ogni cosa debba diventare più difficile, più complicata”?.

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