Se lo Stato spinge il ricambio dei camion più vecchi le imprese lo seguono. Lo dicono i numeri

Un primo segnale incoraggiante era già arrivato a gennaio, con il mercato degli autocarri e dei veicoli trainati che aveva fatto registrare rispettivamente una crescita dell’ 8,5 del 2,5 per cento, seguito da “numeri” ancora più confortanti a febbraio con aumenti a doppia cifra: più 12,3 e più 26,8 per cento, con il rilascio di 2.155 libretti di circolazione di nuovi autocarri e di 1.300 libretti di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti. Un’importante boccata d’ossigeno per il mercato dei veicoli industriali, sicuramente “spinto” dagli incentivi della prima finestra del Decreto investimenti del maggio 2020, che ha premiato in particolare le case costruttrici straniere, a quota 16,9 per cento contro il più 8,7 per cento dei marchi nazionali. Per gli autocarri i maggiori incrementi si sono registrati nel Nord-Ovest, con 1.131 immatricolazioni fra gennaio e febbraio 2021 (più 17 per cento rispetto ai primi due mesi del 2020) e nell’area del Sud e Isole ( più 12,1 per cento), seguiti dalle performance positive del Nord Est (più 6,3 per cento) e delle regioni del Centro (più 2,6 per cento). Analizzando invece le classi di peso, sono risultati i veicoli oltre le 16 tonnellate a registrare la crescita maggiore, (più 11,7 per cento sul primo bimestre 2020 e 3.757 unità vendute) mentre i medium truck, con 642 unità, sono rimasti in linea con le performance del 2020 ( più 0,6 per cento). Infine il “capitolo alimentazione” che ha visto, a gennaio e febbraio 2021, rallentare la crescita nelle vendite di veicoli alimentati a gas passata al 6,2 per cento contro lo stesso bimestre dell’anno precedente, con un totale di 271 unità, mentre gli autocarri elettrici e ibridi gasolio/elettrico rappresentano appena lo 0,3 per cento del totale (era 0,4 per cento a gennaio-febbraio 2020).

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