Baracchino Cb, lo storico “compagno di viaggio” di generazioni di camionisti non è più tassato

Il suo nome è ricetrasmittente Cb, sigla che sta per “citizens’ band” come venne chiamata negli negli Stati Uniti dove è nata immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale come servizio radio regolamentato dalla Federal communications commission per favorire le comunicazioni personali fra i cittadini utilizzare una banda di frequenze radio per la comunicazione personale utilizzando una frequenza radio localizzata sui 27 MegaHertz . Per milioni di camionisti è stata, più semplicemente, per tre quarti di secolo, semplicemente il “baracchino”, il più fedele compagno di viaggio durante le centinaia di chilometri percorsi ogni giorno, scambiandosi informazioni con i colleghi , facendo nuove conoscenze, spessissimo amicizie destinate a durare una vita. Uno strumento “sopravvissuto” anche alla rivoluzione dei “telefonini”, oggettivamente “superato” tecnologicamente ma ugualmente tenuto in vita da tantissimi “nostalgici” per il quale fino a ora era necessario versare una tassa, annuale, del valore di 12 euro, richiesta a tutti i possessori di radio CB e PMR 446. Fino a ora, ma dal 31 gennaio in poi non più: il prossimo fine mese, da sempre il termine ultimo per pagare la tassa di concessione annuale relativa al “baracchino”, i camionisti non dovranno più versare nulla dopo che il decreto Semplificazione e innovazione digitale dello scorso luglio ha abrogato uno specifico comma del Codice delle comunicazioni elettroniche che “imponeva” la tassa. Ma non è la sola novità per le ricetrasmittenti Cb: il nuovo decreto ha infatti abrogato anche l’obbligo da parte dei possessori di radio CB e PMR 446 di segnalarne il possesso all’Ispettorato regionale per le Comunicazioni e l’obbligo di ottenere il documento di esercizio da parte dell’Ispettorato territoriale per le stazioni radioelettriche, ossia i ponti radio. 

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