“Arcelor Mittal non può pensare di continuare a far viaggiare l’acciaio se non paga i trasporti”

Promesse fatte assicurando pagamento di trasporti già effettuati che non sono state mai mantenute, richieste di dilazioni che rendono il clima di lavoro, già da tempo insopportabile, non più sostenibile: che i “rapporti di lavoro” fra le imprese di 
autotrasporto fornitrici di ArcelorMittal e il colosso industriale del settore dell’acciaio si stessero facendo sempre più complicati man mano che le settimane passavano e i problemi restavano irrisolti era ormai chiaro a tutti, e ora lo stato di agitazione annunciato dalle associazioni di categoria “a causa delle impegni disattesi sui pagamenti dei servizi erogati” non fa che confermarlo. Una situazione divenuta ormai inaccettabile denunciata a chiare lettere in una nota sottoscritta dagli esponenti di Fai, Fisi, Confartigianato Trasporti, Cna Fita e Anita che sottolineano come nonostante “le imprese di autotrasporto forniscano un servizio indispensabile per la piena funzionalità della attività siderurgica di Arcelor Mittal in Italia, nel corso dell’ultimo anno siano emerse diverse criticità inerenti al rapporto tra le imprese e l’azienda in questione: criticità che permangono e anzi si acuiscono nonostante gli impegni assunti da Arcelor Mittal nei diversi incontri avuti con le scriventi associazioni. A oggi si lamentano, su tutto, impegni disattesi relativamente a pagamenti per servizi già erogati”, si legge nella nota, “inadempimenti che pesano fortemente sulla continuità operativa di imprese di autotrasporto che già nel recente passato non hanno potuto recuperare ingenti crediti maturati con la precedente gestione Ilva”. Una situazione aggravata, per di più, dall’ “oggettiva posizione di forza dell’azienda rispetto ai numerosi fornitori che le ha consentito di ingenerare un intollerabile sbilanciamento in proprio favore nella definizione dei rapporti contrattuali, al punto da cagionare in alcuni casi l’esclusione unilaterale di imprese che da sempre collaboravano con il siderurgico” e, come non bastasse già tutto questo, “da un atteggiamento dilatorio che, unitamente alla carenza di punti di riferimento fissi nell’interlocuzione circa le questioni aziendali, getta un’ombra di persistente incertezza su un futuro già di per sé complesso, rendendo il clima di lavoro insopportabile e la preoccupazione dei nostri imprenditori non oltre sostenibile”. Alla luce di tutto questo i rappresentanti delle associazioni nazionali di categoria hanno deciso di annunciare la proclamazione dello stato di agitazione preavvisando che “in assenza di risposte soddisfacenti e immediate da parte di Arcelor Mittal, non si esclude il ricorso a iniziative di protesta mirate, ivi compreso il fermo dei servizi di trasporto stessi. Una scelta a cui i rappresentanti del mondo dell’autotrasporto, conclude la nota, “sono stati costretti” .

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