Beffa Ponte sullo Stretto: l’Italia cancella il progetto il giorno in cui l’Ue conferma i finanziamenti

Una beffa di dimensioni colossali. Come definire altrimenti la notizia (arrivata quasi in contemporanea a quella che tutto il lavoro di progettazione e per il percorso autorizzativo per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, durato 20 anni, va cestinato perché il Ponte va riprogettato a tre campate e in un’area diversa) che l’opera “è finanziabile con
i fondi Ue”? Una barzelletta? Un racconto di fantascienza? Purtroppo no, purtroppo è tutto vero. Mentre l’Italia scopriva che dopo 20 anni tutto praticamente era da rifare (leggete qui perché) da olrefrontiera arrivava infatti la conferma, “nero su bianco, della Commissione europea, a firma del commissario Ue ai trasporti Adina Valean, che il Ponte sullo Stretto di Messina è finanziabile con i fondi Ue”, come ha annunciato Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega, prima firmataria dell’interrogazione alla Commissione, co-firmata dagli europarlamentari Lega Marco Campomenosi (capo delegazione), Anna Cinzia Bonfrisco, Francesca Donato, Lucia Vuolo, Stefania Zambelli, entusiasta del fatto che finalmente fosse arrivata la risposta ufficiale “alla faccia di chi ancora pensa che non si tratti di un’opera importante, o non finanziabile da Bruxelles. L’Ue afferma che il collegamento tra la Sicilia e l’Italia continentale fa già parte della rete transeuropea dei trasporti (Ten-T) e del corridoio Scandinavia-Mediterraneo e, in quanto tale, fa parte della rete considerata di massima importanza e valore aggiunto. Aggiunge che sarà possibile anche finanziare studi preliminari e attività di appalto all’interno di alcuni programmi dell’Ue nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, nonostante non rientri tra le tratte pre-identificate del programma del Cef II”, si legge in una nota diffusa che denuncia anche come “la Commissione concluda sottolineando che ‘finora le autorità italiane non hanno presentato alla Commissione piani concreti in merito a tale collegamento’”, con gli esponenti leghisti pronti a gridare che “è arrivato il momento di farlo”, perchè “non ci sono più scuse, ora che ci sono le risorse, e i progetti,per agire senza ulteriori indugi”. Peccato che le risorse ci siano ma i progetti rischino d’essere tutti da rifare da capo. Magari impiegandoci altri 20 anni e spendendo un altro mare di denaro pubblico. Pagato dai cittadini.

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