L’epidemia riesploderà “trasportata” da bus e treni? “Agite subito dove non è possibile gestirli”

“Nelle aree in cui non fosse possibile gestire in modo adeguato i trasporti si attui subito la didattica a distanza per scuole superiori e università”. A chiederlo,per fronteggiare una nuova emergenza pandemia definita, senza mezzi termini “esplosiva” a Milano e Napoli, è Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, secondo cui occorre ”intervenire presto, per evitare il punto
di non ritorno”. In un’intervista al Fatto Quotidiano, l’infettivologo si è dichiarato convinto che le
misure contenute negli ultimi due Dpcm non siano sufficienti, rivolgendo, per evitare un nuovo lockdown, un appello alle istituzioni firmato anche da altri infettivologi, virologi ed esperti di sanità pubblica, fra i quali Mario Faccini, responsabile della Medicina preventiva dell’Ats Milano, e Marco Rizzi, capo infettivologo al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “Solo immediati provvedimenti rigorosi circoscritti agli ambiti territoriali più critici possono evitare in un prossimo futuro generalizzati provvedimenti restrittivi di difficile sostenibilità” ,
si legge nell’appello. “Tutti coloro che possono lavorare o studiare da casa”, prosegue il documento, “siano messi nelle condizioni di farlo da subito. E nelle aree in cui non fosse possibile gestire in modo adeguato i trasporti si attui subito la didattica a distanza per scuole superiori e università”.

2 risposte a “L’epidemia riesploderà “trasportata” da bus e treni? “Agite subito dove non è possibile gestirli”

  1. Mi pare che vi siano troppi “galli” a cantare nel pollaio che con il Covid si è andato determinando. Alcune riflessioni. Quando si analizzano i numeri occorrerebbe tener in conto che la Lombardia consta di quasi 11 milioni di residenti e che la sola città di Milano è vicina al milione e cinquecentomila. Trovo, con il dovuto rispetto, strano che i media inseguano e diano spazio ai pareri di virologi o esperti che prevedono catastrofi prossime. Il che è tutto da verificare. Molti quando parlano delle terapie intensive scordano che nei numeri molto facilmente (perchè così fa notizia) finiscono anche altri degenti affetti da altre patologie. La medesima cosa dubito fortemente avvenga anche per i decessi. Perché non si è dato spazio ai raffronti che il Giornale del 10 ottobre e il Corriere della Sera il 17 hanno pubblicato nelle loro pagine relativi al numero dei tamponi, dei decessi, della percentuale dei positivi avvenuti tra marzo e ottobre? Non sarà che i dati forniti mettevano in difficoltà i troppi “Galli” che diffondono terrore e fattori ansiogeni? Un’altra curiosità vorrei fosse soddisfatta: esistono luminari della medicina come Bassetti di Genova, Zangrillo di Milano, Remuzzi dell’Istituto Mario Negri, allievo del grande professor Garattini, che hanno un approccio diverso (non negazionista come sostiene invece qualche imbecille) alla situazione in essere. A differenza di qualche “entomologo famoso”, di coloro che scrivono libri o a coloro che hanno costruito la loro discesa in politica tanto da divenire assessori esternando ovviamente sul Covid con un grande senso di rispetto e responsabilità non rilasciano dichiarazioni giornaliere che per ora aumentano solo gli stati ansiogeni. Alle loro tesi si da poco peso e si preferisce non approfondire. Non sarà che le ragioni siano altre? Che il MES oppure il mantenimento del potere o delle poltrone che danno a degli incompetenti un reddito di quasi 14 mila euro/mese, in realtà sia la vera cosa che interessa a questi rappresentanti del sistema? Qualche finanziere interessato a che si possa al momento giusto vendere il vaccino, incrementando cosi il valore delle proprie azioni? Forse bisognerebbe, proprio per il doveroso rispetto di chi è rimasto colpito dal virus subendone magari una evoluzione nefasta, approfondire meglio e da tutti i punti di vista gli aspetti.

  2. Grazie presidente Paolo, come sempre hai riassunto in maniera semplice,chiara e “popolare” quello che tutti noi onesti pagatori di tasse riteniamo stia succedendo in questo Paese di furbi arraffoni parolai da comparsata tv .

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