Cinque milioni di cittadini italiani aspettano di essere collegati al continente senza doversi imbarcare su dei traghetti o prendere degli aerei, in balia delle condizioni meteorologiche e di sovraccosti, ma semplicemente viaggiando su un’autostrada come tutti gli altri connazionali: sono gli abitanti della Sicilia per i quali la soluzione esiste già da anni, ed è rappresentata dal nuovo ponte sullo Stretto, mentre il progetto alternativo di cui si sta tanto e tanto inutilmente parlando, quello di un tunnel subacqueo, è già stato giudicato irrealizzabile da studi e verifiche a livello mondiale per le condizioni esistenti in quel tratto di mare. Allora perché continuare con la demagogia e non mettere invece finalmente in cantiere un’opera europea che incrementerebbe la competitivita’ del sistema Italia e darebbe al popolo siciliano una risposta concreta che attende da tempo? A fare queste riflessioni e a porre queste domande (rivolte principalmente al Governo), è il vicepresidente di Conftrasporto Paolo Uggé che ha voluto ricordare una volta di più come “ il commissario europeo Karel Van Miert negli anni 80 e la commissaria Lojola de Palacio piu’ di dieci anni dopo abbiano riconosciuto il ponte sullo Stretto come un’opera essenziale per le reti europee, inserita, approvata e in parte finanziata, nei quattro corridoi europei che interessano il nostro Paese”.
Ugge’ ha perso un’altra occasione per stare zitto…ponti e viadotti a rischio crollo e sotto sequestro, viabilita’ al collasso ovunque, infrastrutture anacronistiche e ridicole. In breve un paese in ginocchio e questo pensa al ponte sullo stretto. E’ come andare a comprare i cerchi in lega nuovi con la macchina nel ragno della pressa del demolitore…