Camionisti distaccati nei Paesi dove costano meno: una sentenza ferma la concorrenza sleale

Un duro colpo alla concorrenza sleale, una nuova “scossa” destinata a far tremare (e , si spera crollare) il dumping sociale. Così Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio ha definito la sentenza con la quale la Corte di Giustizia
 europea ha stabilito che ‘Il datore di lavoro di conducenti di autoveicoli pesanti impiegati nel trasporto internazionale è l’impresa di trasporto che esercita su tali conducenti l’autorità effettiva, sopporta il costo salariale e dispone del potere effettivo di licenziarli, e non quella con la quale il lavoratore-conducente ha stipulato un contratto di lavoro'”. Una sentenza, emessa su un caso che ha viste protagoniste l’Olanda e Cipro e giunta dopo l’approvazione del primo Pacchetto mobilità, che, ha affermato Paolo Uggé, “si ripercuote sulla sicurezza, dando certezze ai lavoratori, 
e incide sulle entrate dell’ dell’Ente che gestisce la previdenza sociale, e che impatterà sui rapporti in essere tra imprese e conducenti in tutti i Paesi europei”. Ma ce un ma: “mentre l’Olanda ha raccolto il grido d’allarme delle proprie imprese, l’Italia è rimasta a guardare. Spiace per il tempo perso dal nostro Paese, che ha passivamente consentito che il fenomeno della concorrenza sleale prendesse piede e danneggiasse lavoratori e imprese nazionali”.  Ma qual è il caso sul quale si è pronunciata la corte europea? Tutto è nato da una causa tra la Afmb (societa’ con sede a Cipro) e l’ente statale olandese di previdenza sociale sulla retribuzione di autisti distaccati nei Paesi Bassi. La vertenza e’ partita dalla richiesta dell’ente previdenziale olandese di sottoporre alla normativa dei Paesi Bassi sulla previdenza sociale alcuni autisti che la societa’ cipriota Afmb aveva distaccato presso alcune imprese di autotrasporto olandesi, applicando le retribuzioni (compresi i contributi previdenziali) di Cipro, che sono piu’ favorevoli rispetto a quelle olandesi. Ne e’ seguita una serie di corsi e ricorsi sfociata nella sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha dato ragione all’Olanda, dicendo, in sostanza, che se le aziende olandesi si accollavano il costo del lavoro degli autotrasportatori, i contributi dovevano rimanere in Olanda (e non “migrare’”a Cipro).

2 risposte a “Camionisti distaccati nei Paesi dove costano meno: una sentenza ferma la concorrenza sleale

  1. E il vicepresidente di Conftrasporto ha bisogno di una sentenza per capire la gravita’ del problema?? Dimostra quanto sia inadeguato al ruolo, dato che questo problema e’ stato piu’ volte denunciato e questo problema ha gia’ portato al fallimento del settore. Quando Waberers apri in Belgio e in Italia, abbiamo visto due comportamenti: un’associazione di categoria seria ha monitorato la situazione, richiesto l’intervento dello stato e in sei mesi polizia, ispettorato del lavoro e guardia di finanza han chiuso le indagini, chiudendo la filiale per dumping e conncorenza sleale. L’altra va avanti a fare annunci, senza concretizzare niente, sia mai che si debba scontentare o peggio fare arrabbiare qualcuno. Indovinante dove ha chiuso, e dove e’ aperta… Ma in fondo la stessa Conftrasporto aveva una filiale in Romania, perché stupirci? Ugge’ le do il nome di cinquanta aziende italiane che fanno questo, impunemente da anni…vediamo quante riesce a farne controllare e quante poi sono in regola. La verita’ e’ che a voi un settore alla deriva fa comodo, comodo per ricattarlo, comodo per tenere i prezzi bassi e comodo per passare per eroi quando siete semplici spettatori. Le chiedo un semplice dato: dall’entrata della legge del divieto di riposo lungo in cabina un anno e passa fa, quanti verbali sono stati fatti?! Per me nessuno, o quasi. Chissa’ come mai…ah per i soliti: non sono comunista, non sono grillino, lavoro regolarmente e pago le tasse altrettanto regolarmente, ovviamente in Italia.

  2. Caro Alessandro o lei fa finta di non comprendere, o non capisce oppure è semplicemente un provocatore prevenuto. Innanzitutto la Conftrasporto non possiede sedi di trasporto all’estero in quanto essendo una associazione di categoria non svolge alcuna attività commerciale. Rispetto al tema del dumping sociale e al concetto di parità di luogo di lavoro/parità di salario la Conftrasporto agisce da protagonista da tempo. Certo essendo Lei uno di coloro che pratica l’arte di criticare solo per il gusto di farlo probabilmente ha evitato di approfondire la cosa. Vede “criticando ci si può sentire importanti a spese altrui. E’ un modo per usare l’operato degli altri come gradino sul quale elevarsi ai propri occhi” Debbo riconoscere che Lei ci riesce perfettamente. La saluto.

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